Il manùl, noto anche come gatto di Pallas (Otocolobus manul), è un piccolo felide diffuso in Asia centrale soprannominato anche "gatto delle steppe" proprio per via del suo habitat naturale preferito: la steppa e le montagne dell’Asia centrale. Queste aree, caratterizzate da ampi spazi aperti e una vegetazione scarsa, offrono al manul l'ambiente ideale per cacciare e muoversi con agilità. Il manul è lungo mediamente tra i 50 e i 65 centimetri per un peso che varia dai 3 ai 5 chilogrammi, rendendolo quindi una delle specie di felini più piccole al mondo.
Tuttavia, nonostante le sue ridotte dimensione, questo gatto selvatico è un predatore abile ed efficace, dotato di forza e agilità sorprendenti. Il suo corpo è inoltre tozzo e compatto, con zampe corte e muscolose adatte alla vita tra le steppe e le regioni rocciose asiatiche, dove caccia soprattutto roditori, pika e piccoli uccelli. Le orecchie tonde e basse, e la pelliccia folta rendono poi il suo aspetto davvero unico, permettendo di riconoscerlo facilmente tra tutte le altre specie di piccoli felidi.
Chi è il manul
Il manul somiglia a un comune gatto domestico. Tuttavia, questa specie selvatica ha sviluppato adattamenti molto particolari che gli permettono di sopravvivere senza problemi nell'ambiente in cui vive. In media, il manul ha una lunghezza corporea compresa tra i 50 e i 65 centimetri e un peso che varia dai 3 ai 5 chilogrammi, rendendolo una delle specie di felini più piccole al mondo. Ma nonostante le sue dimensioni modeste, il manul è un predatore abile e risoluto, dotato di forza e agilità sorprendenti.
Presenta un corpo tozzo e compatto, con zampe corte e muscolose adatte alla vita nelle steppe e nelle regioni rocciose. La sua testa è larga, con orecchie corte e arrotondate, che contribuiscono al suo aspetto caratteristico e gli permettono di mimetizzarsi meglio in aree dove non vi è un’adeguata copertura per nascondersi. La coda è folta e di lunghezza media, spesso utilizzata per mantenere l'equilibrio durante la corsa e come segno di comunicazione visiva con altri individui della stessa specie.
La sua pelliccia è un'altra delle sue caratteristiche distintive. È folta e morbida, con un colore grigio-beige che si adatta perfettamente all'ambiente circostante e gli permette di non essere visto dalle prede. Le macchie marroni scure presenti sul pelo aiutano ulteriormente il manul a mimetizzarsi tra l'erba alta e la terra brulla delle steppe, rendendolo praticamente invisibile agli occhi di altri predatori.
Nonostante sia presente all’interno di un vasto territorio del continente asiatico, sappiamo ancora molto poco a proposito del suo comportamento. Anche perché questi animali vivono ben nascosti nelle montagne inaccessibili del Pakistan, del Kazakistan e del Tagikistan per riuscire ad osservarli da vicino con successo. In ogni caso, sappiamo per certo che, come molti altri piccoli felini, anche il gatto di Pallas è un animale solitario che vive prevalentemente al tramonto e di notte. Maschi e femmine si ritrovano solo durante la stagione degli amori, per il resto fanno vita piuttosto solitaria.
Perché si chiama anche gatto di pallas o gatto delle steppe
Questo felino, però, è conosciuto anche come "gatto di pallas" e "gatto delle steppe" e per entrambi i nominativi esiste un motivo ben preciso. Il nome "gatto di Pallas" è un omaggio al naturalista tedesco Peter Simon Pallas, che per primo descrisse scientificamente questa specie nel 1776. Pallas condusse importanti esplorazioni nelle regioni asiatiche durante il XVIII secolo, contribuendo significativamente alla conoscenza della flora e della fauna di quelle terre. Il soprannome "gatto delle Steppe", come accennato precedentemente, è invece legato all'habitat preferito di questa specie.
Le steppe dell'Asia centrale costituiscono l'ambiente preferito in cui il manul vive e si è adattato. Le steppe sono caratterizzate da vaste distese di erba alta e terra brulla, ideali per la mimetizzazione e la caccia di questo felino. La sua capacità di muoversi agilmente in questo ambiente e la sua preferenza per le pianure aperte hanno fatto guadagnare al manul il nome di "gatto delle Steppe", sottolineando il legame stretto tra l'animale e il suo habitat naturale.