ANIMALI INCREDIBILI
episodio 18
4 Ottobre 2024
19:00

Chi è il gambero pistola: ha una chela gigante che spara proiettili d’acqua

Il gambero pistola è un piccolo crostaceo che genera onde d'urto impressionanti e produce il suono più potente degli oceani: come ha evoluto questo carattere e a cosa gli serve.

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Immaginate una creatura delle dimensioni di un dito che possiede una "pistola naturale" nascosta in una delle sue chele. Questo è il gambero pistola (Alpheus heterochaelis), un animale straordinario che usa la sua chela più grande come un'arma per colpire le sue prede. Quando colpisce, lo fa con una rapidità impressionante, chiudendo la chela così velocemente da creare una bolla d’acqua che si sposta fino a 100 km/h.

Questa bolla, conosciuta come "bolla di cavitazione", implode in una frazione di secondo, generando un'onda d'urto potentissima e temperature che superano i 4700°C, paragonabili a quelle sulla superficie del sole. La pressione e la velocità di questa implosione creano anche un breve lampo di luce, un fenomeno chiamato sonoluminescenza. L'energia rilasciata è così intensa che può stordire o uccidere piccole prede nel raggio d’azione dell’esplosione.

Tutto questo avviene in meno di mezzo millisecondo, un tempo così breve che risulta quasi impossibile da percepire a occhio nudo. A rallentatore, però, possiamo osservare in dettaglio questo incredibile meccanismo di caccia, e ascoltare il potente schiocco che emette. È affascinante pensare come un piccolo crostaceo abbia sviluppato un'arma naturale così sofisticata e letale, in grado di sfoderare il colpo più forte del mare.

La chela "pistola"

Il gambero pistola (Alpheus heterochaelis) è un crostaceo appartenente alla famiglia degli Alpheidae, nota per comprendere specie in grado di produrre bolle di cavitazione che generano potenti onde d'urto, utilizzando le loro chele particolarmente sviluppate. Questo meccanismo unico non è solo una strategia di caccia, ma anche una difesa e uno strumento di comunicazione, rendendo gli alfeidi protagonisti di intricate dinamiche ecologiche. Questa famiglia di crostacei, è diffusa in diverse aree del mondo, con una maggiore presenza nelle acque tropicali e temperate. Nonostante le loro ridotte dimensioni, che si aggirano intorno ai 5 cm (simili alla lunghezza di un dito indice umano), la chela più grande, detta "pistola", può raggiungere la metà della lunghezza complessiva del corpo.

Può perdere l'arma 

L’aspetto più peculiare del gambero pistola è senza dubbio la chela ingrandita, che può trovarsi indifferentemente, sia a destra che a sinistra del corpo. Se un gambero dovesse perdere la chela ingrandita – un evento comune durante i combattimenti intraspecifici per il territorio o durante le interazioni aggressive – il gambero non resta privo della sua arma per lungo tempo. L’arto più piccolo rimanente comincerà a crescere, assumendo gradualmente le dimensioni della chela pistola, mentre un nuovo arto, più piccolo, si svilupperà al posto di quello perso. Questo fenomeno di rigenerazione asimmetrica è un adattamento evolutivo fondamentale per questi crostacei.

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Come crea l'onda d'urto

Vediamo nel dettaglio i passaggi di questo fenomeno:

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1. Chiusura rapida della chela:

Quando il gambero decide di difendersi o attaccare, chiude la sua chela ingrandita con una velocità impressionante, che può raggiungere i 100 km/h. Questa chiusura repentina espelle un getto d’acqua ad alta velocità. La rapida chiusura crea un’area di bassa pressione immediatamente dietro al getto d’acqua, simile a un “vuoto” momentaneo nell’acqua, dove la pressione è drasticamente ridotta.

2. Formazione della bolla di cavitazione:

L’abbassamento improvviso di pressione causa un fenomeno chiamato "cavitazione", in cui l’acqua circostante subisce un cambiamento di stato. In condizioni normali, l'acqua rimane liquida, ma quando la pressione scende al di sotto di un certo livello critico, il liquido si trasforma temporaneamente in vapore, creando una bolla. Questa bolla di vapore è instabile e si forma in un tempo estremamente breve, pari a mezzo millisecondo.

3. Collasso della bolla:

La bolla di cavitazione, una volta formatasi, è estremamente instabile e implode quasi immediatamente, risucchiando l’acqua circostante con una forza violenta. Questo collasso genera una potente onda d’urto, simile a una mini-esplosione sottomarina. L’implosione è accompagnata da un picco di pressione elevatissimo e da temperature che possono superare i 5000°C. Queste temperature sono comparabili a quelle della superficie del sole, anche se si verificano in una scala estremamente ridotta e per un tempo brevissimo.

4. Sonoluminescenza:

Uno degli aspetti più sorprendenti di questo processo è la possibilità che, durante il collasso della bolla, venga emesso un brevissimo lampo di luce. Questo fenomeno è noto come "sonoluminescenza" ed è dovuto al rilascio di energia sotto forma di luce durante il collasso della bolla. Alcuni studiosi hanno chiamato questo effetto "Shrimpoluminescence" per evidenziare l'origine del fenomeno nel gambero pistola. Sebbene la sonoluminescenza non sia sempre visibile a occhio nudo, rappresenta un indicatore della potenza energetica rilasciata.

5. Effetto sulle prede:

L’onda d’urto generata da questo processo è sufficientemente potente da stordire o uccidere piccole prede come pesci, crostacei e altri invertebrati. L'energia concentrata all’interno della bolla è letale su piccola scala, poiché colpisce le prede con un impatto violento e improvviso, incapaci di sfuggire alla forza distruttiva generata dall'implosione della bolla.

Se colpisse un essere umano?

Sebbene il meccanismo del gambero pistola sia estremamente potente in termini di energia localizzata, l'effetto è concentrato in un'area così piccola che per noi non avrebbe conseguenze. Se un gambero pistola ci sparasse una delle sue bolle di cavitazione, sentiremmo probabilmente un forte schiocco, ma la bolla non avrebbe abbastanza energia per danneggiare il tessuto umano. La potenza è sufficientemente forte per stordire piccole creature, ma non per avere un impatto significativo su organismi più grandi come l’uomo.

La forza della bolla a dimensioni umane

Per comprendere appieno la potenza della bolla di cavitazione creata da questo crostaceo, immaginiamo che il gambero abbia le nostre dimensioni. Se la sua chela avesse una scala proporzionale a quella di un essere umano, la bolla generata potrebbe esercitare una forza di circa 3.1 GPa (gigapascal), che equivale alla pressione generata dall’esplosione di una granata a mano. In altre parole, se un gambero pistola fosse grande come noi, avrebbe la capacità di sfondare muri di cemento con un singolo "colpo". Questa immensa energia, compressa in una piccola bolla, rende il gambero pistola un vero "esplosivo naturale" nascosto nelle profondità marine, con una potenza che, su scala umana, sarebbe devastante.

La chela come segnale visivo: comunicazione animale

Oltre a essere un’arma letale, la grande chela del gambero pistola ha un importante ruolo nella comunicazione visiva. Gli animali spesso usano segnali non solo acustici, ma anche visivi e comportamentali per interagire tra loro, e il gambero pistola non fa eccezione. Uno dei comportamenti più comuni è il Claw-Waving, ovvero un movimento ondulatorio della chela, utilizzato come segnale di avvertimento o intimidazione nei confronti di rivali.

Questo "sventolio" della chela è un vero e proprio display comportamentale, adottato da molte specie di crostacei per stabilire gerarchie sociali o scoraggiare possibili aggressori. La durata, l'intensità e la frequenza di questi movimenti fanno sì che il messaggio veicolato s possono variare a seconda della situazione e della specie coinvolta. Il Claw-Waving può essere utilizzato anche per attrarre un potenziale compagno, come una sorta di dimostrazione di forza: più grande e visibile è la chela, più forte appare l'individuo. È come se il gambero dicesse: "Guarda quanto è grande la mia chela, sono un rivale temibile!". Questo comportamento richiama alcune dinamiche umane, dove spesso esibiamo caratteristiche fisiche o atteggiamenti per impressionare o stabilire autorità.

Dalle chele ancestrali agli "snappers"

I gamberetti, soprattutto quelli della famiglia Alpheidae, presentano una straordinaria varietà di forme di chele. Circa l'80% delle specie di questa famiglia ha sviluppato una caratteristica unica: chele asimmetriche, capaci di produrre potenti onde d'urto. La domanda che si sono posti gli studiosi è come un tratto così straordinario possa essersi evoluto da forme di chele più semplici.

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Tomonari Kaji et al; 2018

Le analisi comparative e l'utilizzo di tecnologie avanzate, come la microtomografia computerizzata (microCT), video ad alta velocità e modelli 3D stampati in scala, hanno permesso di ricostruire il percorso evolutivo delle chele dei gamberetti. Questi strumenti hanno rivelato che le chele ancestrali erano più piccole e simmetriche, adatte solo per pizzicare le prede o manipolare l’ambiente. Tuttavia, attraverso una serie di transizioni strutturali graduali, queste chele hanno acquisito nuove funzionalità e dimensioni, evolvendo fino a diventare gli strumenti straordinari che vediamo oggi.

Una delle scoperte più rilevanti è stata l'identificazione di un giunto scorrevole, un tipo di articolazione che consente il movimento lineare della chela senza rotazione. Questo giunto rappresenta un’innovazione fondamentale che ha permesso alla chela di trasformarsi da un semplice organo di presa a un meccanismo in grado di chiudersi con una velocità fulminea, fino a 0,5 millisecondi. Il movimento lineare generato dal giunto scorrevole è alla base della capacità delle chele moderne di generare lo "schiocco" che produce la bolla di cavitazione e l'onda d'urto.

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Tomonari Kaji et al 2018

L'evoluzione della chela "schioccante" è quindi il risultato di piccole modifiche nelle articolazioni e nelle strutture muscolari, che nel corso del tempo hanno migliorato la capacità del gambero di usare la chela non solo per la predazione, ma anche per la difesa e la comunicazione.

Il "coinquilino" del gambero pistola

Il gambero pistola non utilizza i segnali solo per difendersi o cacciare, ma anche per comunicare con il suo “coinquilino”: il pesce ghiozzo, specie del genere Cryptocentrus e Amblyeleotris. Questa relazione tra il gambero e il pesce ghiozzo è un esempio di mutualismo, una forma di simbiosi in cui entrambi i partner ottengono vantaggi. Il gambero pistola, infatti, ha una vista molto limitata ed è quasi cieco, rendendolo particolarmente vulnerabile ai predatori. Il ghiozzo, d'altra parte, ha un'ottima vista, il che lo rende un perfetto alleato.

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Il ruolo del gambero pistola è quello di scavare tane nel fondale, sfruttando la potenza della sua chela. È un lavoratore instancabile: scava, amplia e migliora continuamente la tana. Tuttavia, nonostante la sua abilità nel costruire rifugi, il gambero pistola è costantemente esposto a potenziali minacce a causa della sua scarsa visione. Ed è qui che entra in gioco il ghiozzo, che svolge il ruolo di "guardiano". Il pesce sorveglia l'entrata della tana e avverte il gambero di eventuali pericoli nei dintorni.

La collaborazione tra questi due animali si basa su un efficace sistema di segnali tattili. Il gambero mantiene un contatto fisico costante con il ghiozzo tramite le sue antenne, che sfiora continuamente sul corpo del pesce per assicurarsi che sia sempre lì. Finché il ghiozzo rimane fermo e vigile fuori dalla tana, il gambero continua il suo lavoro di scavo. Tuttavia, quando il ghiozzo percepisce una minaccia, compie rapidi movimenti o si rifugia immediatamente nella tana, segnalando così al gambero di fare lo stesso. Questo straordinario sistema di comunicazione permette ai due animali di vivere in ambienti pericolosi e difficili, dove da soli avrebbero molte più difficoltà a sopravvivere. Grazie a questa collaborazione simbiotica, il gambero pistola e il ghiozzo riescono a prosperare, ciascuno apportando il proprio contributo unico alla vita comune nella tana.

La crisi del suo ecosistema

Il gambero pistola e il suo alleato, il pesce ghiozzo, vivono prevalentemente in prossimità delle barriere coralline. Sebbene specie come Alpheus heterochaelis siano distribuite ampiamente e non siano considerate a rischio immediato, l'habitat in cui prosperano, le barriere coralline, è in grave pericolo. Questi ecosistemi fragili stanno affrontando minacce multiple, derivanti sia da fattori ambientali che da attività umane. Tra questi, il cambiamento climatico, l'inquinamento, l'acidificazione degli oceani, gli scarichi industriali e agricoli, e le microplastiche sono tra i principali colpevoli del loro declino.

Attualmente, si stima che oltre il 70% delle barriere coralline globali sia stato già perso o gravemente danneggiato negli ultimi decenni. Se le tendenze attuali continueranno, le proiezioni indicano che molte barriere coralline potrebbero scomparire entro la fine di questo secolo. Questo scenario minaccia non solo i coralli stessi, ma anche tutte le specie che dipendono da essi per la sopravvivenza, compresi i gamberi pistola.

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Questi crostacei, infatti, utilizzano le strutture fisiche delle barriere coralline come rifugio e protezione. La loro sopravvivenza è strettamente legata alla complessità e alla stabilità dell’ecosistema corallino. Con la perdita di biodiversità, non solo le fonti di cibo dei gamberi pistola potrebbero ridursi drasticamente, ma anche le interazioni ecologiche su cui essi e altre specie, come il ghiozzo, fanno affidamento potrebbero essere profondamente alterate. È importante ricordare che la vita sulla Terra è interconnessa. La distruzione delle barriere coralline non minaccia solo la biodiversità marina, ma mette a rischio anche la nostra stessa esistenza. La salute degli oceani e degli ecosistemi terrestri è fondamentale per il nostro benessere, poiché essi forniscono servizi essenziali come la regolazione del clima, la produzione di ossigeno e la protezione delle coste.

Raccontando questa storia evolutiva affascinante, che ha portato alla creazione di creature capaci di produrre bolle cavitazionali luminescenti, speriamo di avervi trasmesso la meraviglia e l'importanza di rispettare e proteggere ciò che ci circonda.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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