Il bizzarro animale mostrato nel video è un formichiere gigante (Myrmecophaga tridactyla), un grande mammifero endemico del Sud America, appartenente all’ordine Pilosa, lo stesso di tamandua e bradipi. A differenza di questi ultimi, però, il formichiere gigante non è una specie arboricola ma terrestre e, come si evince dal nome, è il membro più grande attualmente vivente dell’intero ordine: i maschi di formichiere gigante possono infatti misurare oltre i 2 metri di lunghezza e pesare anche 50 kg. Questi animali e le specie a loro affini non sono presenti in Italia, fatta eccezione per gli esemplari tenuti in cattività.
La caratteristica per cui il formichiere è immediatamente riconoscibile è certamente la forma del suo muso allungato, utile per catturare le piccole prede di cui si nutre come termiti e formiche. Il formichiere è infatti un animale insettivoro e la sua anatomia così fuori dal comune è dovuta proprio alla sua dieta: non ha denti e i movimenti delle sue mascelle sono molto limitati, l’apertura della bocca è appena sufficiente a far uscire la sua sottilissima lingua, lunga fino a 60 cm e ricoperta da una saliva densa e appiccicosa con cui cattura grandi quantità di insetti in un colpo solo. La forma “ad imbuto” del muso è utile per inserirsi nelle cavità dove dimorano le sue prede, mentre i suoi artigli robusti servono a scavare più a fondo nei termitai.
I formichieri giganti sono animali solitari e l’unica relazione che instaurano è quella madre-figlio: le femmine, infatti, non si separano dai cuccioli per i primi mesi e li trasportano sulle schiene fino allo svezzamento. Sono animali molto forti e possono tener testa anche a grossi predatori come i giaguari; le interazioni con gli esseri umani sono rare ma se disturbati i formichieri possono essere pericolosi. Grazie al loro aspetto particolare, questi animali sono presenti in molti miti antichi di civiltà precolombiane, così come nella cultura di massa moderna.
Nonostante i formichieri giganti vivano in diversi habitat, come praterie e foreste pluviali, e sia possibile trovarli in numerosi paesi del sud e centro America, sono elencati come vulnerabili dalla IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura) e il loro areale originario ha subito una riduzione. La distruzione di habitat, gli incendi e il bracconaggio per le pellicce e la carne sono tra le principali minacce per questa specie che adesso, in alcune zone, vive in aree protette.