Si è guadagnato suo malgrado persino il titolo di "animale più brutto del mondo" e il suo aspetto triste e deforme e finito su t-shirt, figurine, videogiochi, gadget e innumerevoli meme. Stiamo parlando del famoso pesce blobfish, ma tutto quello che sapete su di lui e il suo aspetto è completamente falso, o meglio è frutto di un grosso malinteso. Nella realtà, infatti, quando è in vita il pesce blob non è come nella famosa foto che lo ritrae floscio e con un'espressione triste, quasi come se si stesse sciogliendo. Quell'aspetto è infatti parzialmente dovuto ai traumi da decompressione subiti dai primi individui che sono stati pescati.
Chi è il blobfish
Psychrolutes marcidus, meglio conosciuto come blobfish o pesce blob, è una specie caratterizzata da una grande testa e da un corpo dal profilo triangolare, che si restringe sempre più andando verso la coda piatta. Vive nell'Oceano Pacifico sud-occidentale, tra le acque costiere australiane meridionali e della Nuova Zelanda, a una profondità compresa tra i 600 e i 1.200 metri. È lungo poco meno di 30 cm, le sue pinne sono grandi e arrotondate e la livrea del corpo è grigio-rosata macchiettata di bruno. La bocca e le labbra sono bianco-rosate.
Alle grandi profondità in cui può spingersi, dove la pressione è anche dalle 60 alle 120 volte maggiore rispetto a quella percepita in superficie, la vescia natatoria utilizzata dalla maggior parte dei pesci non è molto efficace, per cui questa specie, per mantenere l'assetto idrostatico, ha evoluto una serie di curiosi adattamenti. Il suo corpo ha infatti una consistenza quasi gelatinosa, cosa gli permette di galleggiare sul fondale oceanico senza sprecare energie per nuotare. LA sua relativa mancanza di muscoli forti non è poi uno svantaggio, poiché a quelle pressioni risulterebbe molto complicato muoversi agilmente.
Al genere Psychrolutes, in realtà, fanno parte diverse altre specie, almeno altre dieci, tutte ormai etichettate come blobfish. Sono quasi tutti pesci che vivono a grandi profondità che con le loro grandi bocche catturano crostacei e altri invertebrati di profondità. A causa dell'inaccessibilità del suo habitat, il pesce blob per eccellenze e le altre specie simili sono stato studiate e fotografato e molto raramente in natura, per cui si sa davvero poco sulle loro abitudini e sul loro stato di conservazione. Probabilmente, però, essendo specie che vivono sui fondali soffrono a causa della pesca a strascico.
Perché non è davvero brutto come si pensa
Nel 2013 il blobfish è stato eletto l'"animale più brutto del mondo" diventando la mascotte ufficiale della Ugly Animal Preservation Society. In realtà il suo aspetto deforme e triste che ormai gli si è appicciato addosso è solamente frutto di un grande malinteso. Il suo corpo e la sua biologia si sono evoluti per sopportare le forti pressioni delle profondità oceaniche e non per stare in superficie, motivo per cui se portato fuori dall'acqua collassa e si espande.
L'immagine che abbiamo quindi impresso tutti nelle nostre menti non rende affatto giustizia a questa specie e ritrae – suo malgrado – come appare invece un individuo senza vita deformato a causa della rapida decompressione della risalita in superficie. Quando è vivo e vegeto, infatti, il pesce blob – pur non essendo una delle specie esteticamente tra le più apprezzabili – non è molto diverso da tanti altri pesci.
Com’è fatto davvero il blobfish
Alle profondità in cui vive, il blobfish ha infatti un aspetto più normale e compatto, adattato alla pressione elevata e all'oscurità. Il suo corpo non è così flaccido e deforme come appare fuori dall'acqua, poiché è tenuto insieme anche dalle condizioni di pressione estreme a cui si è adattato. Niente espressione triste o "naso" flaccido, quindi, ma solo un pesce che come tanti altri non è né bello né brutto, solo unico e forse un po' diverso da quelli più affusolati e colorati a cui siamo abituati.
Per vedere infatti come appare un pesce blob in vita e nel suo habitat naturale, non dovremmo quindi prendere come esempio le foto di poveri individui morti e deformi. Basta guardare invece le (poche) foto di specie simili in vita, come per esempio Psychrolutes phrictus. Oppure ancora le illustrazioni che ritraggono questa specie in assenza di foto reali. Come quella realizzata da Alan Riverstone McCulloch (1885-1925) oppure la rappresentazione artistica di Rachel Caauwe.
Guardandole, noterete subito anche voi che non hanno nulla a che vedere con quella massa triste e gelatinosa a cui siamo tutti purtroppo abituati. E pur non essendo un campione di bellezza, anche il blobfish non vi sembrerà poi così brutto e insolito. Come invece lo sono tanti altri pesci stranissimi che vivono nel buio delle oscurità oceaniche e non solo.