Periodicamente, sui social e su numerose testate generaliste, rispunta di tanto in tanto la notizia della scoperta di un fantomatico e misterioso gatto volpe avvenuta in Corsica. Nonostante siano passati diversi anni da quando è stata lanciata per la prima volta questa notizia, ancora oggi viene purtroppo fatta parecchia confusione e disinformazione su questo animale, presentato talvolta come una nuova specie ancora sconosciuta alla scienza, altre come addirittura un ibrido metà gatto e metà volpe. Entrambe le narrazioni sono completamente false e prive di fondamento, mettetevi quindi comodi e facciamo quindi una volta per tutte chiarezza sul misterioso e leggendario gatto volpe della Corsica.
Quando e dove nasce la notizia e chi è il ghjattu volpe
Tutto comincia nel 2019, quando l'agenzia di stampa AFP diffonde la notizia della cattura di un gatto selvatico avvenuta nelle foreste dell'alta valle del fiume Asco, nella Corsica settentrionale. Secondo gli agenti del Office National de la Chasse et de la Faune sauvage (ONCFS), che dal 2016 monitorano e studiano questa specie sull'isola, la popolazione corsa sarebbe geneticamente distinta sia dai gatti selvatici presenti nell'Europa continentale che da quelle che vivono in Nord Africa. Nel dare questa notizia, si è però "giocato" paragonando il felino al leggendario ghjattu volpe, una creatura misteriosa dotata di poteri magici un po' gatto e un po' volpe, parte integrante del folklore e della mitologia contadina corsa.
A partire da qui, titoli e affermazioni sensazionalistici o vere e proprie fake news, come "scoperto finalmente il leggendario gatto volpe" oppure "trovata una nuova specie di gatto a lungo ritenuta un mito" hanno cominciato a diffondersi e circolano ancora oggi praticamente su tutti i giornali. L'ipotesi ibridazione è abbastanza semplice da smontare: anche in natura, ma più spesso in cattività, specie diverse possono talvolta incrociarsi, accade molto spesso anche tra i felidi, basti pensare agli incroci forzati tra leoni, tigri o anche tra il comune gatto domestico e altre piccole specie selvatiche di felidi.
I gatti corsi sono "semplici" gatti e si conoscono da sempre
Gli ibridi possono nascere solo da animali geneticamente molto vicini tra loro, quasi sempre appartenenti allo stesso genere o quantomeno alla stessa famiglia (in questo caso quella dei felidi). Un ipotetico ibrido tra un gatto e un volpe, animali appartenenti a due famiglie molto diverse tra loro sia morfologicamente che geneticamente è perciò biologicamente impossibile.
L'animale in questione è quindi in tutto e per tutto un gatto e appartiene alla specie Felis silvestris, diffusa con diverse sottospecie su un areale molto vasto che comprende Africa, Europa, Vicino Oriente e buona parte dell'Asia, o in alternativa e a seconda del sistema di classificazione scelto, a Felis lybica, storicamente considerata una sottospecie dello stesso F. silvestris ma secondo alcuni studi da elevare a vera e propria specie a parte.
Da questo gatto, in particolare dall'africano F. lybica discende, per esempio, il gatto domestico presente nelle nostre case, mentre allo stato selvatico in Europa (Italia peninsulare inclusa), è presente invece la sottospecie F. silvestris silvestris. La popolazione corsa, così come quella sarda, è inoltre ben conosciuta praticamente da sempre, non è di certo la prima volta che viene avvistato o catturato un esemplare ed entrambe sono già note per avere un'origine nettamente diversa da tutte le restanti popolazioni europee.
Già nel 1929, proprio in virtù della loro unicità, lo zoologo e guardiacaccia Louis Lavauden propose di considerale i gatti selvatici corsi una sottospecie a parte, Felis silvestris reyi, conclusione ritenuta errata e invalidata già un paio di decenni dopo. Da quel momento, i gatti selvatici di Corsica e Sardegna sono sempre stati considerati geneticamente più affini a quelli nordafricani (F. lybica) rispetto a quelli europei (F. silvestris), tanto da guadagnarsi anche lo status di sottospecie a parte col nome di F. lybica sarda. Ma tra tutti questi gatti e nomi latini, quale sarebbe quindi la vera notizia del 2019 partita dalla Francia?
Il rebus dell'origine dei gatti selvatici corsi
La vera novità legata a questa vicenda, secondo l'ONCFS, sarebbe che, secondo le loro analisi genetiche ancora in corso ma annunciate in via preliminare già nel 2014, i gatti della Corsica non sarebbero in realtà nemmeno così tanto vicini a quelli del Nord Africa, ma discenderebbero probabilmente da una popolazione ancora diversa ma tuttora da identificare con certezza. Queste analisi del DNA condotte dall'ONCFS non sono in ogni caso state concluse e pubblicate, per cui siamo ancora in attesa dei risultati finali. Storia finita? Non proprio.
In verità, già a partire dai primi anni 90 e a seguito di analisi zooarcheologiche, era stato ipotizzato che i gatti sardi e corsi furono introdotti al tempo dell'Impero Romano, intorno all'anno mille, a partire da ceppi di gatti già domesticati e poi successivamente rinselvatichiti. Anche per questo, un'importante revisione tassonomica del 2017 aveva reso non più valida anche la sottospecie F. lybica sarda, concludendo quindi che tutti i gatti selvatici presenti in Corsica sono "semplici" gatti domestici portati dall'uomo moltissimi secoli fa e tornati successivamente a vivere allo stato selvatico.
Secondo un'altra ipotesi, invece, i gatti potrebbero essere arrivati in Corsica addirittura molto prima dei Romani a partire dal Vicino Oriente, in particolare dall'Anatolia. Tuttavia, il dibattito in merito all'origine dei gatti corso-sardi è ancora aperto in attesa di nuovi studi e analisi più approfondite sul DNA. Da tutta questa gigantesca e complessa vicenda sul leggendario gatto volpe emerge quindi soprattutto l'enorme difficoltà, in particolare nei media generalisti, di riuscire a raccontare la complessità del mondo naturale evitando sensazionalismi o conclusioni troppo semplici e affrettate. I gatti della Corsica non sono una nuova specie né tantomeno una sorta di creatura ibrida tra volpe e gatto. Sono solamente antichi gatti portati lì dagli umani, la cui affascinante storia profonda è ancora tutta da decifrare ma che potrebbe essere molto diversa sia dal gatto selvatico europeo (F. s. silvestris) che da quello africano (F. lybica).