CHE RAZZA DI STORIA
episodio 18
14 Novembre 2022
11:30

“Che Razza di Storia”: conoscere i cani per adottare con consapevolezza

Un nuovo format video su Kodami in cui l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio e la veterinaria esperta in comportamento Elena Garoni ci spiegano, puntata dopo puntata, che «avere un cane non può essere uno sfizio, una moda, un gioco» e ci aiutano a comprendere quali sono gli elementi fondamentali per iniziare una relazione su basi solide perché diventi l'avventura più bella della vita. Iniziamo da una delle razze più discusse e più vituperate, tanto da essere i cani più presenti nei canili: i Pitbull.

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Un incontro segna la strada che può dare inizio a una relazione. Per noi esseri umani è logico che sia così: conosciamo qualcuno, abbiamo il tempo di scambiare parole e opinioni e piano piano ci scopriamo. Poi scatta qualcosa che ci fa decidere se quell'occasione si trasformerà in un evento isolato, in una blanda conoscenza o in una vera amicizia.

Ma conoscere un individuo di un'altra specie, un cane nello specifico, è una storia che si basa principalmente nel riconoscere di fronte a sé prima di tutto un soggetto unico, dotato di cognizioni ed emozioni, e comprendere che prima di decidere di entrare noi nella sua vita e lui/lei nella nostra è necessario spendere del tempo per comprendere se siamo fatti davvero l'uno per l'altro.

Un cane, ovviamente, non parla ma ha una sua personalità: ci dice chiaramente cosa gli interessa, cosa gli piace, cosa prova attraverso una comunicazione molto chiara se solo sappiamo osservarlo ed ascoltarlo, grazie anche alla sua lunga esperienza con noi umani, dovuta a una frequentazione che ha origine migliaia e migliaia di anni fa.

Durante questa storia evolutiva, anzi co evolutiva, gli uomini hanno tanto inciso sulle caratteristiche della specie e a inizio Ottocento sono nate le moderne razze. E' la Storia dei cani da guardia, da conduzione, da caccia e purtroppo anche da combattimento o di individui che sono stati trasformati a tal punto da provocare in loro gravissime patologie, come nel caso dei cani brachicefali (Bouldogue francesi, Cavalier King Charles, Carlini e altre razze) o con malattie genetiche (basti pensare alla displasia di Pastori Tedeschi, Golden Retrivier e altre razze).

La storia delle razze la si trova un po' ovunque in Rete e tanti sono i libri di settore dedicati alle diverse tipologie. Ma il modo di parlare di questo tema che su Kodami abbiamo improntato sin dall'inizio è diverso rispetto alla sola descrizione didascalica di elementi temporali, morfologici o blandi riferimenti al "temperamento". Lo facciamo appunto da quando siamo nati: attraverso le schede pubblicate sul nostro sito il messaggio intrinseco è sempre stato quello di descrivere principalmente le motivazioni che caratterizzano gli individui e di porre l'accento sul chiedere a chi legge se è adatto a quel cane oltre che se quel cane è adatto al contesto in cui quella persona vive.

Oggi, così, nasce il nostro format video "Che razza di Storia" in cui mettiamo in atto un completo capovolgimento della visione zootecnica del cane e della sua selezione: la storia di una razza conta ma che razza di storia è se non conosciamo chi è il cane che ci è di fronte? Ciò che più è importante, dal nostro punto di vista, è dunque che l'albero genealogico serve sì, ma ad approfondire la conoscenza dell'individuo che avete già accanto o che desiderate adottare.

Lo facciamo grazie al lavoro del team videostory di Ciaopeople diretto da Maria Rosaria Caccavale e ai membri del comitato scientifico del nostro magazine: l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio e la veterinaria esperta in comportamento Elena Garoni. Entrambi gli esperti hanno voluto fortemente caratterizzare questa nuova serie con un messaggio chiaro e privo di fraintendimenti: «Avere un cane non può essere uno sfizio, una moda, un gioco», come dice Luca in questa prima puntata in cui affrontiamo una delle razze più discusse e più vituperate, tanto da essere i cani più presenti nei canili non solo d'Italia ma di gran parte del mondo occidentale: i Pitbull.

Conoscersi, rispettarsi, avere fiducia nell'altro: è su questo che si costruiscono le basi solide perché possa iniziare una relazione con un altro essere senziente e solo iniziando a metterci in ascolto già tra noi umani quando parliamo di cani può portare a una cultura diversa da diffondere e difendere perché un giorno davvero chi decide di scegliere e farsi scegliere da un cane possa vivere in pieno una delle esperienze più belle che possano capitare.

Ma passiamo ai fatti, ora: vi auguro una buona visione, in attesa dei vostri commenti che per noi sono fondamentali per crescere insieme. Del resto è sin dall'inizio ciò che abbiamo scritto nel nostro Manifesto: il nostro unico scopo è di diffondere la conoscenza del regno animale nel segno del rispetto dell’individualità di ogni essere vivente, della coesistenza e nella consapevolezza dell’importanza di porre l’accento sulla relazione nel rapporto tra animali e uomini.

Ps

Non ho mai usato la parola "comprare" in questo articolo non a caso:  il nostro invito è sempre quello di rivolgervi ai canili della vostra zona. E se siete davvero appassionati di una razza in particolare ci sono tantissimi rescue, ovvero associazioni o gruppi di volontari che si occupano proprio di seguire animali di razze specifiche.

Video credits

autrici del video: Mara D'Alessandro e Maria Rosaria Caccavale
supporto scientifico: Elena Garoni e Luca Spennacchio
montaggio video: Davide Guglielmo Paduos

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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