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27 Aprile 2022
17:43

Che fine hanno fatto gli animali del Neverland Ranch di Michael Jackson

Un documentario britannico ripercorre le vicende dello zoo di Neverland, fondato dal cantante Michael Jackson nel suo famoso ranch, svelando che fine hanno fatto i suoi "sfortunati" ospiti animali.

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Nuove luci ed ombre sulla già discussissima vita di Michael Jackson. Un documentario di Ross Kemp intitolato "Searching For Michael Jackson's Zoo", espone gli orrori del parco per animali di Neverland di Michael Jackson. Il programma ripercorre le vicende dei numerosi ospiti dalla struttura, mentre erano detenuti a Neverland, "l'isola che non c'è", così come quello che è successo a molti di loro dopo aver lasciato il famoso ranch del cantante.

Lì vivevano non solo il famosissimo scimpanzé Bubbles, l'animale "domestico" più noto della popstar (apparso anche in video musicali e film) ma in un serraglio anche almeno altre 50 specie tra cui sei giraffe, serpenti e lucertole, otto alligatori, venti uccelli esotici, tre elefanti, sette scimmie e grandi primati e quattro tigri.

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Nonostante il "Re del Pop" abbia sempre insistito sul fatto che fosse un amante degli animali, non tutti sono convinti della bontà dei trattamenti ricevuti dagli esemplari. Il giornalista britannico Ross Kemp ha cercato di rintracciare tutti gli animali ancora vivi, scoprendo alcuni particolari ad esempio su come sono stati catturati e arrivati nella proprietà di Jackson.

Ali e Baba, i due elefanti africani

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Uno dei tre elefanti di Michael Jackson

Tra gli animali esotici di Jackson c'erano due elefanti africani chiamati Ali e Baba, che furono acquistati da piccoli dal Sud Africa. Marcelle Meredith, Direttrice Esecutiva dell'NSPCA, il Consiglio nazionale sudafricano per la prevenzione della crudeltà verso gli animali, afferma che originariamente provenivano dal Parco Kruger, ma in seguito finirono nelle mani di Ricardo Ghiazza, un trafficante di animali selvatici e spacciatore di droga che divenne noto come uno dei più grandi commercianti di elefanti nel paese.

Mentre si trovavano nella "tana" di Ghiazza, Meredith racconta che sarebbero stati picchiati con un "gancio da toro", un dispositivo usato per controllare gli elefanti, e privati ​​di acqua e cibo. Il tutto per "addestrarli" prima di essere mandati negli Stati Uniti. Meredith è infatti riuscita a risalire, attraverso i registri delle compravendite di specie sudafricane a zoo internazionali, alla trattativa tra Jackson e Ghiazza. «Ha venduto due elefanti a Michael Jackson in America. Si tratta senza alcun dubbio di Ali e Baba».

La sorte toccata alle giraffe

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Cosa è successo alle giraffe?

Cosa è successo invece alle giraffe? Due di loro sono quasi morte bruciate nell' incendio del fienile che le ospitava, mentre una di nome Jabaar è morta dopo che una porta della struttura, lasciata inavvertitamente aperta dal guardiano, le è stata sbattuta sul collo dal vento. Gli archivi rivelano che, pochi anni prima, le forze dell'ordine hanno visitato Neverland e hanno scoperto che Jabaar era tenuto in un recinto troppo piccolo.

Quattro cuccioli di giraffa non se la sono cavata molto meglio, essendo stati venduti ai proprietari di animali selvatici Tommy e Freddie Hancock. Nel giro di circa due anni, due dei quattro morirono. Secondo la PETA i decessi sarebbero stati causati dagli Hancock, che le nutrivano in modo errato mentre le esponevano al freddo.

L'agghiacciante testimonianza di Mark Biancaniello

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Una foto che ritrae Mark Biancaniello in compagnia di Baloo

Il documentario è ricchissimo di immagini e video inediti, come una clip d'archivio che mostra Jackson in piedi con il suo "dolce" lama da compagnia Louie: nel filmato è il cantante stesso a dire alla telecamera: «Avevo un altro lama. Era un ragazzo lama, era bianco come la neve. E sfortunatamente i miei cani lo hanno attaccato ed è morto».

Altra testimonianza agghiacciante è quella di Mark Biancaniello, uno dei pet trainer del ranch di 2.700 acri, costretto al ritiro dopo aver subito «ferite quasi mortali» in un incidente d'auto mentre due tigri erano nel veicolo con lui. L'uomo parla amorevolmente di un orso chiamato Baloo, il suo animale preferito a Neverland, che ha nutrito con il biberon e ha lasciato dormire nel suo letto.

«Si comportava come un cane – dice l'ex addestratore di animali – è stato semplicemente fantastico. Ha finito per pesare quasi 300 chili e più di due metri di altezza. E lui andava in giro con me sulla golf cart, andavamo al teatro, andavo a prendergli un cono gelato. Abbiamo anche guidato insieme le autoscontri. Voglio dire, immagina questo: una grande sala per autoscontri, con le macchine della nebbia in funzione, la musica di Michael Jackson a palla e Baloo è seduto qui proprio accanto a me nell'autoscontro mentre leccava il suo gelato». In quest'ottica, l'incidente automobilistico con le due tigri non stupisce più di tanto. Mark Biancaniello alla fine conclude: «In quanti posti al mondo puoi vedere una scena del genere?».

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