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11 Marzo 2024
13:00

Che cos’è la psittacosi, la “febbre dei pappagalli” segnalata in aumento in Europa

La psittacosi è una zoonosi generalmente associata a lavori o stili di vita a stretto contatto con gli uccelli e i loro escrementi. Solitamente può essere curata facilmente con antibiotici, ma recentemente l'OMS ha segnalato un aumento insolito di casi in Europa, tra cui cinque decessi.

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Di recente in Europa c'è stato un aumento dei casi di psittacosi nell'uomo registrato tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024. La psittacosi od ornitosi, conosciuta in inglese anche come "febbre dei pappagalli", è un’infezione respiratoria causata dal batterio Chlamydophila psittaci, che provoca la clamidiosi aviaria in molte specie di uccelli, sia domestiche che selvatiche (tra cui appunto pappagalli), ma che può contagiare anche gli esseri umani, portando allo sviluppo di polmoniti anche gravi e piuttosto pericolose.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente segnalato un aumento insolito di casi nell'uomo registrato negli ultimi mesi in Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi, tra cui anche cinque decessi. Nella maggior parte dei casi è stata segnalata l'esposizione e il contatto diretto con uccelli selvatici o domestici e, seppur l'OMS consideri ancora basso il rischio di un'ulteriore diffusione, sta monitorando la situazione insieme ai Paesi coinvolti, che hanno implementando indagini, analisi e test.

La psittacosi è una zoonosi generalmente associata a lavori o stili di vita a stretto contatto con gli uccelli e i loro escrementi. Coinvolge prevalentemente lavoratori del settore del pollame, allevatori di pappagalli, canarini, piccioni e altri uccelli da compagnia, veterinari, cacciatori o giardinieri che operano in aree in cui C. psittaci è particolarmente diffuso tra gli uccelli locali. La trasmissione della malattia all’uomo avviene principalmente attraverso l’inalazione di particelle sospese nell’aria provenienti da secrezioni respiratorie, feci essiccate o frammenti di piume e non è sempre necessario il contatto diretto con gli uccelli.

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La pasittacosi coinvolge prevalentemente lavoratori del settore del pollame, allevatori di pappagalli, canarini, piccioni e altri uccelli da compagnia, veterinari, cacciatori

In generale, si tratta di è una malattia non particolarmente grave, con sintomi come febbre alta e brividi, mal di testa, dolori muscolari e tosse secca. La maggior parte delle persone inizia a sviluppare i primi sintomi dopo 5-14 giorni dall’esposizione al batterio, ma il tempestivo trattamento con antibiotici è solitamente molto efficace e consente di evitare complicazioni, come la polmonite. Se diagnostica e curata in tempo, infatti, la psittacosi è generalmente curabile e solo rarissimamente mortale: meno di 1 caso su 100.

Sebbene il nome richiami ai pappagalli (da latino psittacus che significa appunto pappagallo), si tratta in realtà di una malattia segnalata in oltre 450 specie di uccelli, sia domestiche che selvatiche, che spesso però non mostrano sintomi. Inoltre, possono fungere da serbatoio anche altri animali come cani, gatti, cavalli, ovini, caprini, suini e persino rettili. Solitamente, negli uccelli infetti la psittacosi si può manifestare come uno stato di malattia e deperimento generale, tuttavia in molti casi gli animali non mostrano alcun sintomo e l'infezione è perlopiù asintomatica.

Attualmente, l’OMS ha precisato che valuta comunque come "basso" il rischio rappresentato da questo anomalo aumento di casi, sottolineando però la necessità di ulteriori indagini per capire se si tratta effettivamente di un aumento reale oppure dovuto semplicemente a tecniche diagnostiche o di sorveglianza più efficaci. L’OMS raccomanda inoltre le seguenti misure per la prevenzione e di controllo della psittacosi:

  • Sensibilizzare i medici a testare i casi sospetti di C. psittaci per la diagnosi utilizzando RT-PCR; ·
  • Aumentare la consapevolezza tra i proprietari di uccelli in gabbia o domestici, in particolare gli psittacidi, poiché l’agente patogeno può essere trasportato senza che si manifesti una malattia;
  • Mettere in quarantena gli uccelli appena acquisiti. Se qualche uccello è malato, contatta il veterinario per un esame e un trattamento;
  • Condurre la sorveglianza di C. psittaci negli uccelli selvatici, includendo potenzialmente esemplari esistenti raccolti per altri motivi;
  • Incoraggiare le persone con uccelli domestici a mantenere le gabbie pulite, posizionare le gabbie in modo che gli escrementi non possano diffondersi tra loro ed evitare gabbie sovraffollate;
  • Promuovere una buona igiene, compreso il lavaggio frequente delle mani, quando si maneggiano gli uccelli, le loro feci e i loro ambienti;
  • Per i pazienti ospedalizzati dovrebbero essere implementate pratiche standard di controllo delle infezioni e precauzioni per la trasmissione di goccioline.
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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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