Un recente studio su dei fossili di "finto pollice" di Ailurarctos, un antenato del panda gigante, potrebbe spiegare come fanno questi animali ad afferrare, strappare e mantenere le canne di bambù che mangiano e quanto tempo fa è iniziata la loro dieta vegetariana.
Fin da bambini, infatti, impariamo che il panda mangia il bambù ma raramente ci viene spiegato come queste creature, all'apparenza goffe e maldestre, riescano agilmente a manipolare le canne della pianta che amano tanto grazie a una piccola protuberanza ossea evolutivamente sorprendente.
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports dai ricercatori del Museo di Storia Naturale di Los Angeles, ci aiuta a comprendere le origini della dieta del panda gigante e l'utilità di questo "finto pollice" facendoci fare un salto di circa 6-7 milioni di anni nel passato.
Il "pollice" dei panda
Il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) è un mammifero della famiglia degli ursidi originario della Cina centrale, ha un mantello caratterizzato dal doppio colore bianco e nero, da cui prende il suo nome scientifico che significa letteralmente "orso bianco e nero dai piedi di gatto".
Hanno una forte mascella, adatta alle lunghe attività di masticazione del bambù. Le zampe sono solide e robuste e nel tempo hanno sviluppato un osso supplementare oltre alle 5 dita, il sesamoide radiale, che può sembrare un pollice opponibile, ma non è un dito e si è sviluppato per poter maneggiare meglio i rami delle piante di cui va ghiotto.
Il sesamoide radiale è una piccola struttura piatta che sporge appena fuori dalla superficie palmare ed è stata anche documentata in panda fossili del tardo Pleistocene, da 102 a 49 milioni di anni fa. Uno dei dubbi che da sempre attanaglia gli studiosi dell'anatomia di questo animale è sulla lunghezza proprio di questo sesamoide radiale che, nei mammiferi che manipolano oggetti, sembra essere sempre allungato, mentre nei panda odierni no.
Un ulteriore mistero è la sua dieta: nonostante secondo la classificazione tassonomica si consideri un carnivoro, la sua dieta è quella di un erbivoro e si basa unicamente sul bambù, cosa che da sempre ha affascinato l'uomo e che oggi trova nella ricerca del Museo di Storia Naturale di Los Angeles un sostanziale approfondimento.
L'origine della dieta dei panda
I paleontologi hanno ritrovato in Shuitangba, un sito con fossili del tardo Miocene nel bacino di Zhaotong situato nella provincia dello Yunnan in Cina, dei nuovi fossili di sesamoide radiale allargato di un Ailurarctos, un antenato del panda gigante.
Questo animale era di piccola taglia, e le sue dimensioni raggiungevano solo la metà di quelle dell'odierno panda gigante. Questo animale era noto fino ad oggi solo per i fossili frammentari dei suoi denti, sufficienti tuttavia a capire che Ailurarctos possedeva lo stesso tipo di dentatura del panda moderno.
È probabile che Ailurarctos, nell'aspetto, fosse più simile a un panda minore particolarmente robusto e analisi condotte sui frammenti di denti indicano che la sua dieta era ancora parzialmente carnivora.
Il "pollice falso" in Ailurarctos ritrovato dai ricercatori mostra una morfologia intermedia fra quello del panda moderno e dei suoi antenati e quindi documenta, per la prima volta, come la dieta basata sul bambù di questi animali sia cominciata molto prima di quanto si pensasse.
Grazie a questa scoperta i paleontologi hanno potuto ipotizzare che forse la loro dieta, che comunque era onnivora, aveva iniziato a basarsi largamente sul bambù già 6-7 milioni di anni fa. In ogni caso i resti fossili di Ailurarctos sono ancora pochi e saranno necessari ulteriori ritrovamenti per poter confermare con certezza l'origine della dieta dei panda.