Un cervo dalla coda bianca è stato fotografato mentre era su un prato nel territorio di Festus, in Missouri, con un collare intorno al collo e la scritta “pet” dipinta sul corpo.
La scena ha spinto lo sceriffo della contea di Jefferson a lanciare un allarme sui social network per sensibilizzare la popolazione sui danni causati dall’addomesticazione forzata di animali selvatici. «Il Dipartimento per la Conservazione del Missouri hanno risposto a una segnalazione relativa a questo cervo arrivata da Festus – ha scritto lo sceriffo della contea – Gli animali selvatici non dovrebbero essere considerati animali domestici, e in particolare i cervi non dovrebbero essere spostati dal loro habitat, poiché l'MDC lavora sulla malattia da deperimento cronico (CWD). La fauna selvatica orfana deve essere segnalata all'ufficio locale dell’MDC o agli operatori che si occupano di fauna selvatica».
Come spiega l’Efsa (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), la CWD è una malattia altamente contagiosa e mortale del cervello animale appartenente al gruppo di malattie note come encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE). Si credeva fosse limitata a cervi e alci in America del Nord e Corea del Sud, ma tra aprile e maggio del 2016 è stata scoperta in una renna selvatica e in un alce selvatico in Norvegia, prima volta che la malattia è stata rilevata in Europa e in renne allo stato brado. Gli scienziati dell'Efsa hanno rilevato che nelle zone in cui la malattia è presente, gli esseri umani potrebbero consumare carni infette, concludendo però che non vi sia alcuna prova scientifica che gli esseri umani possano contrarre la malattia tramite il consumo di carne di animali infetti.
Proprio alla luce di questa patologia che riguarda i cervidi, e dei danni che un processo di addomesticazione forzata può provocare agli animali e agli ecosistemi, la contea di Jefferson ha invitato la popolazione a non trattare la fauna selvatica come animali da compagnia, che è quanto sembra essere accaduto al cervo immortalato nei giorni scorsi nelle campagne di Festus.
L’ipotesi dello sceriffo è che qualcuno abbia voluto “marchiare” l’animale per proteggerlo dai cacciatori, certamente un buon proposito, ma attuato nel peggiore dei modi. In virtù della natura selvatica, gli animali possono anche avere reazioni aggressive imprevedibili nei confronti degli esseri umani, e renderli più confidenti verso gli esseri umani e gli ambienti antropici aumenta le probabilità che possano essere investiti, uccisi da malintenzionati che non li tollerano, cacciati o abbattuti su ordine delle autorità competenti, perché considerati pericolosi per la popolazione.