Vi sarete certamente domandati che animale sia Bambi: un cervo magari? Un daino? Oppure un capriolo? Certo, è un membro della famiglia dei cervidi, ma in particolare di quale specie fa parte?
Bambi è una di quelle pietre miliari non solo dei film di animazione ma del cinema mondiale nel suo insieme. La pellicola Disney del 1942 ha emozionato, e continua tutt'ora ad emozionare, milioni di bambini di quattro generazioni insegnando valori come l'amicizia e l'amore e toccando temi cruciali come la perdita di un genitore.
Le origini della storia di Bambi
Come molti altri capolavori della casa di animazione statunitense, non si tratta di una sceneggiatura originale targata Disney. Le vicende di Bambi traggono ispirazione da un romanzo in lingua tedesca "Bambi: Eine Lebensgeschichte aus dem Walde" (In italiano: "Bambi: Una vita nei boschi") dello scrittore austriaco Felix Salten.
Il libro pubblicato nel 1928 racconta la vita di un capriolo maschio (Capreolus capreolus), un ungulato diffuso in Europa ed Asia. Si tratta di un cervide di piccole dimensioni che raramente supera i 30 chilogrammi.
Questa specie è oggi molto comune in Italia e facilmente osservabile su Alpi ed Appennini, sebbene nel corso del XX secolo abbia vissuto un drammatico calo a causa della caccia intensiva e del disboscamento delle foreste. Al 2010 le stime degli esperti parlano di circa 460mila individui nel nostro paese. I suoi predatori naturali sono orsi (Ursus arctos) e lupi (Canis lupus), mentre i piccoli possono essere predati anche da volpi, sciacalli e mustelidi.
Chi è Bambi nel film della Disney
Nel lungometraggio Disney invece, Bambi è rappresentato come un cervo dalla coda bianca o cervo della Virginia (Odocoileus virginianus), un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia dei Cervidi, un vero e proprio emblema della fauna americana. Diffuso naturalmente dal Canada al Perù, questo animale è stato successivamente introdotto in altri continenti, ma è assente in Italia.
Il cervo dalla coda bianca è un animale ben più grosso e massiccio del capriolo, riuscendo ad arrivare a 130 chili di peso nei maschi. Un'altra caratteristica distintiva tra le due specie riguarda i palchi, strutture ossee non cheratinizzate che ogni anno cadono per poi riformarsi e ricrescere la stagione successiva, al contrario delle vere e proprie corna che sono perenni. I palchi sono utilizzati nella stagione degli amori dai maschi per prevalere sugli altri pretendenti nel corteggiamento durante maestosi combattimenti ritualizzati. Nei cervi dalla coda bianca queste strutture sono ramificate, mentre nei caprioli sono decisamente più piccole e semplici.
Questa specie è salita alla cronaca nell'ultimo anno a causa della loro suscettibilità al virus della covid-19: alcuni ricercatori hanno scoperto addirittura che il 40% degli individui campionati in natura mostrava gli anticorpi segno di una precedente infezione virale. Così come i caprioli, anche i cervi dalla coda bianca secondo la IUCN sono considerati a rischio minimo di estinzione.