L'eruzione del vulcano Fagradalsfjall, in Islanda, non sta soltanto provocando danni, ma ha anche messo in grave pericolo la vita di circa 300 pecore che si trovano nei recinti e nei campi nell'area di Grindavik, la cittadina di 4.000 abitanti che nei giorni scorsi è stata raggiunta da un fiume di lava.
Il pericolo per questi animali è doppio: da un lato il rischio di morire di fame e di sete, visto che la cittadina è stata evacuata completamente in via precauzionale dopo che la lava ha lambito e incendiato alcune abitazioni, dall'altro quello di cedimenti del terreno causati dalle fessure che si sono create con la colata di lava. L'evacuazione è stata disposta il 18 gennaio d'urgenza dopo l'eruzione del vulcano Fagradalsfjall, esattamente un mese dopo la prima eruzione e la prima evacuazione. Questa volta però la situazione è ben più grave, e allevatori e agricoltori non sono riusciti a mettere in salvo gli animali prima di abbandonare le loro case.
Delle sorti delle pecore si sono inizialmente interessate le associazioni che si battono per la tutela e il benessere animale, che hanno puntato i fari su alcuni video che mostravano come nelle proprietà venissero recuperati auto e costosi macchinari, mentre gli animali restavano nei recinti. Uno degli allevatori, lunedì sera, è riuscito a mettere in salvo 30 pecore grazie all'aiuto dei soccorritori, ma si stima ve ne siano almeno altre 270 sparse nei terreni che circondano la cittadina. Le autorità, hanno fatto sapere dall'Associazione islandese per il benessere degli animali, hanno inizialmente assegnato bassa priorità al recupero delle pecore: «Gli animali sono esseri senzienti con sentimenti e un'anima, non sono oggetti, e quindi è necessario che alla loro cura e al loro salvataggio venga data una priorità maggiore rispetto agli oggetti – hanno sottolineato – Inoltre secondo la legge sul benessere degli animali n. 55/2013, chi nota un animale in pericolo è tenuto a soccorrerlo».
«Alcuni degli animali rimasti sono nei campi – fanno sapere dall'associazione – Questo rende la situazione ancora più problematica, perché quest’area è molto pericolosa. E poi alcuni animali sono chiusi dentro i recinti. E il problema è che le pecore sono in mezzo alla città, dove c’è il pericolo». Tra martedì e mercoledì è arrivata però qualche buona notizia: «Secondo le autorità si sta lavorando per far uscire le pecore dall'area e le operazioni dovrebbero essere completate a breve – hanno fatto sapere gli attivisti – Si sta facendo un ottimo lavoro per portare gli animali in un rifugio sicuro».