Nel pomeriggio di martedì scorso ingenti danni sono stati provocati alle campagne siciliane da un vasto incendio che ha colpito il comune di Caltabellotta, nell'agrigentino, alimentato anche dal forte vento di scirocco proveniente da sud che non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Nella giornata di mercoledì, infatti, la Sicilia è stata colpita da altissime temperature, talvolta superiori anche ai 42 gradi centigradi, che hanno quindi aumentato il rischio di incendi su tutta l'isola, con focolai che hanno colpito anche la provincia di Trapani, Palermo, Enna e Siracusa.
Ma l'incendio scoppiato fra le campagne di Caltabellotta risulta, tuttavia, quello più devastante. Come infatti dichiarato dagli stessi operatori dei Carabinieri Forestali, a bruciare sono stati ben 50 ettari di macchia mediterranea e piccoli boschi, dove erano tra l'altro presenti oltre 3.000 esemplari di preziosi alberi di ulivo, fondamentali per l'ecosistema agrosilvopastorale che circonda la macchia ed è fondamentale per l'economica locale.
Tuttavia, la conta dei danni non si ferma qui. Ad essere stati investiti dalle fiamme, sono state anche numerosi animali d'allevamento, tra cui quelli che vivevano in condizioni di semi libertà. Da questo punto di vista, la conta dei morti non si è ancora conclusa, seppur sia stato già accertato che almeno un gregge di pecore, costituito da oltre 100 esemplari, è morto carbonizzato. Oltre però a questi animali, anche parte della fauna selvatica che viveva nella zona è andata molto probabilmente perduta, visto che le campagne di Caltabellotta ospitano numerose specie di piccoli animali selvatici, come volpi, lepri e varie tipologie di uccelli.
A tentare di arginare l'incendio, due canadair e due elicotteri della protezione civile hanno lavorato ininterrottamente nella notte fra martedì e mercoledì scorso, riportando fortunatamente la situazione alla normalità, per quanto esista ancora il costante pericolo che dalle ceneri scaturiscano nuovi focolai, supportati dal clima torrido di luglio. Le fiamme hanno anche minacciato lo stesso paese di Caltabellotta, con la gente del posto scesa in strada per capire se l'incendio rischiava di investire anche le loro case. Ancora però non è chiara l'origine dell'incendio e se ci sia dietro la mano dell'uomo.
Ciò che rimane delle campagne attorno al paese, arroccato sopra un piccolo promontorio e abitato da circa 3.200 abitanti, è però uno scenario desolante. Gli oliveti e le campagne un tempo parte fondamentale del paesaggio sono ora stati sostituiti da delle piane riarse e completamente annerite, che destano sconforto e disperazioni agli abitanti della zona.
Non si sa quando e sé la situazione ecologica attorno al paese ritornerà come prima, ma l'incendio di Caltabellotta è solo uno dei tanti che stanno colpendo la Sicilia e che obbligano Forze dell'Ordine e Vigili del Fuoco a un lavoro estenuante. Proprio in queste ore, le fiamme stanno ancora bruciando tra le campagne attorno ad Altavilla Milicia, nel palermitano, mentre i roghi a monte Disueri Butera, a monte Baronia a Vita, ad Alcamo, e a Cittadella di Aidone sono stati fortunatamente spenti da poco.