Puntuali, a un anno di distanza dall’ultimo bloom, le meduse tornano a invadere il porto di Trieste. Per la gioia di turisti e cittadini che hanno potuto godersi uno spettacolo, insolito eppure affascinante, nelle acque del golfo giuliano.
Decine di video sono apparsi sui social, la curiosità ha scatenato le condivisioni e la natura, una volta ancora, s’è svelata virale. Da tempo le Rhizostoma pulmo, i polmoni del mare, hanno scelto di incontrarsi nel mare che bagna Trieste. Si tratta di meduse dall’aspetto inconfondibile che, per essere più grandi delle altre, detengono una (immeritata) cattiva fama. Queste meduse, infatti, possono crescere fino a raggiungere fino a sessanta centimetri di diametro e un peso di poco inferiore ai dieci chilogrammi.
Gli esemplari più giovani sono praticamente trasparenti ma quando raggiungeranno l’età adulta, diventeranno di colore lattiginoso mentre l’ombrello che ne compone il corpo assume una colorazione blu-violetto ai bordi. La medusa ha otto tentacoli ma è praticamente innocua, non risultando urticante al punto da rappresentare un pericolo serio per l’uomo. Deve il suo nome alla suggestione che ebbe Plinio il Vecchio quando, osservandone i movimenti, ebbe l’impressione che le meduse si muovessero “imitando” il ritmo della respirazione dei polmoni.
Questo tipo di medusa è diffusa nell’Oceano Atlantico e nel Mediterraneo. Dunque non sarebbero per niente infrequenti lungo le coste adriatiche. Ma le ragioni che spingono le meduse a ritrovarsi in così grandi sciami inducono gli studiosi a farsi più di una domanda. Di cause se ne ipotizzano molte ma l’idea è che si tratti di una combinazione di vari fattori a spingere la Rhizostoma pulmo a riunirsi. E che questi riguardino la salinità dell’acqua, l’abbondanza di prede e la temperatura.
Le fioriture, o bloom, delle meduse rappresentano un fenomeno già noto fin dall’inizio del secolo scorso. Che, però, sembra aver fatto registrare un’interessante accelerazione nel corso di questi ultimi decenni. Nei mesi scorsi è stato segnalato un netto aumento della presenza di meduse nel Mediterraneo. Che, secondo uno studio dell'Istituto di Oceanografia spagnolo pubblicato sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Sciences, potrebbe comportare gravi ripercussioni sulla popolazione mediterranea di acciughe e pesce azzurro.
Si tratterebbe, dunque, di un segnale indirizzato all'uomo: fare presto per evitare lo sconvolgimento degli ecosistemi marini nel Mediterraneo.