Domenica 21 maggio, a Trento, si è svolta la manifestazione organizzata dall'Assemblea Anstispecista e dalla collettiva Scobi, di Rovereto, per la campagna Stopcasteller. Centinaia di cittadini hanno raggiunto il capoluogo della Provincia Autonoma e sfilato per le vie del centro città al coro di: «Orsi liberi, Fugatti Dimettiti», chiedendo la liberazione di M49 e JJ4 (considerata responsabile della tragica morte di Andrea Papi, in Val di Sole), ma anche l'attuazione di misure volte a una convivenza pacifica con i grandi carnivori e le dimissioni del Presidente della Provincia Autonoma di Trento.
L'evento ha avuto inizio in Piazza Dante, lo stesso luogo in cui, il giorno prima, si era tenuta la manifestazione organizzata invece dai cittadini contrari alla presenza di orsi e lupi sul territorio trentino.
«Il bosco, a differenza di quanto si è detto in piazza ieri, non è nostro: non può essere concepito come l'estensione del giardino di casa a totale disposizione degli umani e, quindi, epurato da qualsiasi presenza sgradita, pericolosa e non redditizia – ha detto Francesca Manzini, portavoce di Stopcasteller, rivolgendosi ai presenti in apertura dell'evento – Il bosco è anche la casa di orsi, lupi e altri selvatici e gli animali dovrebbero potersi muovere agevolmente, tramite la creazione di corridoi faunistici e alimentari, come era inizialmente previsto dal progetto Life Ursus. Questo non è stato fatto, così come in oltre 20 anni non sono stati messi cassonetti anti-orso e gli allevatori non sono stati obbligati ad attivare le misure di precauzione per proteggere le greggi».
I manifestanti in corteo hanno raggiunto poi il Parco delle Albere, dove hanno condotto un'assemblea pubblica: «Torniamo a ripetere che la gestione dei selvatici va tolta alla politica e affidata a persone capaci e competenti, esperti di varia estrazione, che abbiano a cuore non solo gli interessi umani ma anche quelli degli altri animali che abitano il territorio e hanno i nostri stessi diritti», ha aggiunto Manzini.
A queste dinamiche, secondo la portavoce della campagna, bisogna aggiungere anche la mancanza di formazione della popolazione alla convivenza pacifica, un tema che, nell'ultimo mese hanno affrontato molti esperti e anche le numerose associazioni di tutela animale che, in seguito alla morte di Andrea Papi, sono intervenute sulla gestione dei plantigradi: «Quello a cui assistiamo è la storia che si ripresenta identica a se stessa ma sotto forma di farsa, con la ripetizione degli stessi errori che hanno portato, sul finire dell'Ottocento, all'estinzione dell'orso nelle nostre valli. I trasferimenti e la caccia selettiva, tanto sbandierati dalla Giunta guidata da Fugatti, significano, per una popolazione di orsi già estremamente ridotta e con scarsa variabilità genetica, morte certa».
Fugatti, infatti, è determinato a mandare avanti il suo piano di trasferimento o abbattimento di almeno 70 orsi, basando però le sue dichiarazioni su dati che non poggiano su alcuna fonte scientifica. Il suo intento è quello di ridurre la popolazione fino a raggiungere un massimo di 50 individui. Questo numero, tuttavia, nel progetto iniziale era considerato come il minimo per la sopravvivenza della specie e non certo un tetto da non superare, come invece continua a ripetere il Presidente della PAT.
Manzini ha poi commentato gli slogan gridati per le vie della città il giorno precedente: «"Prima noi, poi i grandi carnivori" abbiamo sentito ripetere, secondo il solito schema xenofobo che, di volta in volta, viene applicato anche agli stranieri o ad altri gruppi marginalizzati – ha affermato la portavoce – Noi diciamo, invece: "Basta contrapporre un Noi a un Loro". Al centro ci deve essere il rispetto della vita, solo dopo arrivano il profitto economico e l’interesse della poltrona. Da decenni, invece, le forze politiche di destra fanno leva sulla paura dell'estraneo: una contrapposizione che nella storia ha portato solo disastri, sia per gli uomini che per gli altri animali».
Il prossimo appuntamento della campagna Stopcasteller è previsto per giovedì 25 maggio, ovvero il giorno in cui verrà comunicato il responso dell'analisi del Tar, chiamato ad esprimersi riguardo l'ordinanza di abbattimento di JJ4, firmata da Maurizio Fugatti: «Ricordiamo che dall'inizio del progetto Life Ursus, sono oltre 40 gli orsi imprigionati, spariti in modo sospetto, probabilmente bracconati, morti in incidenti stradali o comunque a causa dell'uomo – conclude Manzini – A fronte di pochi incidenti che hanno coinvolto esseri umani, fino a prova contraria sono gli orsi i veri soggetti perseguitati e in pericolo».