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10 Luglio 2023
15:26

Centinaia di animali ricoverati al Canc di Grugliasco, l’appello: «Usare giudizio quando si soccorre la fauna selvatica»

Il centro accoglie esemplari soccorsi durante interventi, ma nelle ultime settimane si è visto costretto a gestire moltissimi animali portati da cittadini animati da buone intenzioni, ma poco esperti dell'argomento.

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Ricci, rondoni, merli, pipistrelli, caprioli: in questa estate diventata, nel giro di pochi giorni, rovente, gli operatori dei centri e delle strutture dedicate al soccorso e al recupero della fauna selvatica si ritrovano a gestire moltissimi animali, la stragrande maggioranza cuccioli o pulli nati nelle ultime settimane, portati da cittadini animati da buone intenzioni ma ignari di agire talvolta, in realtà, contro il loro benessere.

L’ultimo a condividere un appello affinché si usi prudenza nell’interagire con la fauna selvatica è stato il Canc di Grugliasco, in provincia di Torino. Il Centro Animali Non Convenzionali da settimane ormai si occupa di gestire centinaia di esemplari, molto pochi quelli che davvero necessitavano di cure tali da prelevarli dal loro habitat: «In questo periodo ci state portando tanti pipistrelli neonati che è difficilissimo allattare e difficilmente riusciamo a far sopravvivere – è uno degli ultimi avvertimenti diffusi via social – I pipistrelli cuccioli vengono recuperati dalla madre che li riporta nella tana appesi al suo corpo». Gli operatori hanno quindi deciso di condividere una sorta di piccolo “vademecum” per tenere i piccoli al sicuro in attesa che la madre torni a recuperarli: un modo per evitare che qualcuno li prelevi e li porti immediatamente al Canc, facendo più male che bene.

La stessa cosa accade per i cuccioli di capriolo, che appena nati vengono lasciati dalle madri nell’erba alta di prati e campi, nascosti dai predatori, mentre le femmine vanno in cerca di cibo. Escursionisti e camminatori finiscono per imbattersi in loro e, credendo di avere davanti un animale abbandonato dalla madre, li manipolano o, peggio ancora, li prendono in braccio e li portano appunto a rifugi e centri specializzati senza premurarsi di chiamare prima per ricevere indicazioni. Se lo facessero, invece, scoprirebbero che è tassativo non toccare i piccoli di capriolo, perché la manipolazione li priva dell’odore distintivo che consente alla madre di ritrovarli.

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Uguale attenzione il Canc ha voluto dedicare ai rondoni, specie migratrice che in questo periodo affolla i cieli della Penisola: «In questo periodo è pieno di pulli di rondone al suolo – hanno spiegato dal Canc nel tentativo di sensibilizzare la cittadinanza – contrariamente ad altri uccelli i rondoni di qualsiasi età non riescono a ripartire dal suolo perché hanno zampe troppo corte e ali che non lo consentono. Se adulti (ali chiuse più lunghe della coda) possono essere fatti ripartire tenendoli sollevati più in alto possibile sulle mani aperte. Se nidiacei (solo piumino e poche o nessuna penna) o pulli (penne delle ali più corte della coda) devono essere portati ad un Cras o, se in provincia di Torino al Canc, perché vengano allevati fino alla possibilità di volare».

«Non cercate soluzioni casalinghe perché di solito i risultati sono negativi e chi ci rimette è il povero rondone. A ognuno il suo lavoro, in modo da dar loro il meglio», concludono dal Canc. Che alla luce dei tantissimi ingressi è costretto a chiedere aiuto a sostenitori per affrontare le spese per il cibo e il mantenimento dei selvatici, aiuto che quasi sempre arriva sotto forma di donazioni in materiale.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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