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12 Febbraio 2021
7:03

Cecilia è la prima lupa dei Colli Euganei

Da mesi il Parco Regionale dei Colli Euganei seguiva le tracce di Cecilia, una lupa in dispersione che non era ancora stata ripresa dalle fototrappole diffuse sul territorio del parco. «Era solo questione di tempo», commenta Michele Gallo, dirigente dell'unità Agricola Forestale del Parco Regionale dei Colli Euganei, consapevole del fatto che probabilmente il lupo sui Colli Euganei diventerà stabile.

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Le riprese di una fototrappola hanno confermato la presenza di una lupa all'interno del Parco Regionale dei Colli Euganei. E' stata soprannominata Cecilia, come il monte poco distante dal luogo del ritrovamento. «Era solo questione di tempo», commenta Michele Gallo, dirigente dell'unità Agricola Forestale del Parco Regionale dei Colli Euganei. Cecilia si fa vedere sui Colli proprio durante il periodo dell'anno in cui i lupi affrontano la dispersione, un fenomeno che porta questi grandi carnivori ad allontanarsi anche di molto rispetto al luogo di nascita. Dino Berzi, che da oltre 30 anni si occupa di questi grandi carnivori, ci spiega perché accade e come costruire una convivenza equilibrata con il lupo, un animale che crea spesso opinioni polarizzate.

Il parco dei Colli Euganei accoglie Cecilia. «Era solo questione di tempo»

Il caratteristico orizzonte piatto della Pianura Padana viene interrotto, qualche chilometro a Sud di Padova, da un gruppo di monti isolati da qualsiasi altro rilievo. Sono i Colli Euganei, famosi per gli abitanti della città che vengono qui durante i fine settimana attirati dai tanti agriturismi della zona e dalla natura a pochi passi dalle zone urbane. «La nostra è un'area piuttosto antropizzata – spiega Michele Gallo, dirigente dell'unità Agricola Forestale del Parco Regionale dei Colli euganei – nonostante sia un Parco Regionale possiamo dire che la nostra area sia quasi "il giardino dei Padovani"». Un giardino dove, tra vigneti e colline, all'inizio del 2021 è è stata ripresa per la prima volta una lupa. «Seguivamo le sue tracce da novembre – continua Gallo – abbiamo posizionato fototrappole in tutto il territorio e ora, grazie alle immagini, possiamo finalmente confermare la presenza del lupo all'interno del parco».

Il dirigente forestale non si mostra preoccupato per la presenza dell'animale e la notizia non lo coglie di sorpresa: «Sapevamo che i lupi avevano già raggiunto i vicini Colli Berici, quindi si trattava solo di una questione di tempo, anche perché la nostra zona è ricca di cinghiali, di cui i lupi si nutrono volentieri». Il Parco dei Colli si mostra quindi positivo riguardo l'arrivo dell'animale che, negli anni sta ampliando in maniera sensibile il suo areale lungo tutta la Penisola. «Nel prossimo periodo svolgeremo una giornata formativa per il personale del Parco, in modo da diffondere la capacità di distinguere i segni del suo passaggio – conclude Galli – perché se Cecilia si fermerà, prima o poi verrà raggiunta da un maschio, e magari ci troveremo ad avere a che fare anche con delle cucciolate».

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Il fenomeno della dispersione

«I lupi sono in grado di compiere lunghissime distanze per raggiungere le zone che ritengono adatte all'insediamento e ampliare il loro areale diffusione – conferma Duccio Berzi, esperto di gestione e conservazione della fauna selvatica che, fin dagli anni '90 si occupa di lupi – Cecilia è con ogni probabilità un animale che si è mosso in questa direzione durante la cosiddetta fase di dispersione e ha incontrato i colli Euganei, luoghi estremamente adatti alla presenza dell'animale».

La dispersione è una delle caratteristiche fondamentali del comportamento della specie e molto spesso permette a individui nati in luoghi anche molto distanti tra loro di incontrarsi e creare nuove popolazioni, come è successo in Lessinia, sulle Prealpi Veronesi, dove nel 2013 si sono incontrati Giulietta e Slavc. I due lupi, provenienti dalla Slovenia e dalle Alpi Piemontesi hanno dato vita alla popolazione veneta, dove il lupo era scomparso dal secolo scorso. All'interno dei branchi di lupi vige un severa gerarchia secondo la quale solo un maschio e una femmina hanno diritto all'accoppiamento. «Chi viene escluso dalla possibilità di riproduzione spesso si allontana per "mettere su casa" – spiega l'esperto – Quando partono  sono giovani, sprovveduti e rischiano di mettersi nei guai, infatti i mesi invernali sono quelli in cui mostrano una più alta mortalità». Non è stato il caso di Cecilia, la quale ha raggiunto i Colli senza farsi notare «e non è l'unica: i radiocollari hanno permesso di registrare spostamenti di lupi anche attraverso città, ferrovie e fiumi senza farsi avvistare. Talvolta danno l'idea di muoversi come fantasmi».

Uomini e lupi: «Per la convivenza pacifica serve trasparenza e dialogo»

«Fortunatamente i Colli Euganei non sono una zona ricca di allevamenti – spiega Berzi, il quale si occupa di progetti di mitigazione dei danni causati dal lupo, collaborando con enti pubblici, associazioni di allevatori e privati – Non sembra una realtà in cui i lupi  possono generare problemi legati alla predazione del bestiame». Nel nostro Paese sono numerosi i progetti che si occupano di mitigare proprio questo genere di problematiche legate alla convivenza e, come spiega Berzi: «Esistono luoghi in cui i conflitti sono generati dalla predazione degli animali domestici, altri in cui il conflitto nasce dalla convivenza tra lupi e cacciatori, entrambi alla ricerca delle stesse prede».

Per capire come si evolveranno le cose sui Colli Euganei bisognerà quindi continuare a monitorare i movimenti di Cecilia. «Sarà indispensabile che le istituzioni comunichino in maniera trasparente con i cittadini, i quali rischiano altrimenti di restare in balia delle informazioni ottenute tramite i social. Serve anche un impegno profondo da parte di chi mostra posizioni polarizzate: da una parte chi ha forti perdite economiche causate dalla predazione del bestiame, dall'altra le persone che si concentrano unicamente sulla tutela degli animali. Per superare il problema dobbiamo fare tutti un passo verso l'altro e costruire un dialogo reale».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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