La scoperta di nuove specie è la chiara dimostrazione di quanto sia vasto e dinamico il nostro pianeta e di quanto esistano ancora molti luoghi inesplorati dove vivono animali e piante ancora sconosciuti.
Nel 2021 gli scienziati, setacciando foreste, deserti e immergendosi nelle profondità degli oceani, ne hanno trovate decine, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, l’importanza della biodiversità per la salute del nostro pianeta.
Senza ancora eguagliare l’anno precedente, anche il 2022 ha visto alcune interessanti scoperte. Tra queste un bradipo con la testa a forma di noce di cocco che, seppure non completamente dissimile da alcuni esemplari già esistenti e già conosciuti dagli scienziati, appartiene invece a una specie nuova.
Il team di ricercatori autori dello studio scientifico, peraltro pubblicato sulla rivista Journal of Mammalogy, ha analizzato un gruppo di 55 bradipi dal cappuccio, nome scientificoBradypus torquatus, che vivono e abitano la foresta atlantica brasiliana.
E si chiamano così perché le zone sulle spalle, sul collo e sulla faccia, sono prevalentemente ricoperte da una pelliccia di colore scuro, invece, che del colore grigiastro del resto della pelliccia.
Dopo aver condotto test genetici, morfologici e osservazioni sul campo, gli esperti sono giunti alla conclusione che non tutti i bradipi dal cappuccio del gruppo appartengono alla specie già conosciuta come Bradypus torquatus.
Esiste, invece, «una sostanziale divergenza genetica» tra i gruppi provenienti dalle regioni meridionali rispetto a quelli delle regioni settentrionali. I ricercatori hanno identificato 86 passaggi mutazionali che separano le due popolazioni e hanno calcolato che questa divergenza si è verificata circa 4,24 milioni di anni fa.
«Le nostre analisi dimostrano che si possono riconoscere due specie di bradipo dal cappuccio: quello settentrionale (Bradypus torquatus), che si trova negli stati brasiliani di Bahia e Sergipe, e quello meridionale (battezzata Bradypus crinitus), che si trova a Rio de Janeiro ed Espirito Santo» scrivono i ricercatori.
Gli areali delle due specie sono separati dal Rio Doce, ma i ricercatori, al momento non sono in grado di dire se sia il fiume il responsabile di queste differenze o se lo siano, invece, le caratteristiche climatiche e geografiche molto diverse su entrambe le rive.
Un fatto va ricordato e riconosciuto, però. Alla scienza, tale distinzione non era del tutto sconosciuta. Infatti, era già stata annunciata, nella metà del XIX secolo, dal biologo John Edward Gray.
Il botanico britannico, durante le sue esplorazioni, dichiarò l’esistenza di una specie di bradipo dal cappuccio a cui dette il nome di Bradypus crinitus. Ma, allora, la comunità scientifica non prese in dovuto conto le sue affermazioni e di fatto le respinse. Evidentemente, invece, come confermato anche da questa ricerca, Gray aveva ragione.