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16 Giugno 2023
13:00

Cavallo rinchiuso in una stalla abusiva tra i rifiuti: 53enne denunciato per maltrattamento

Un garage senza finestre e pieno di rifiuti. È questa la stalla abusiva di Biancavilla, in provincia di Catania, dove veniva tenuto un cavallo maschio privo di microchip. Ora l'animale è stato salvato dai militari e dai veterinari dell'Asp.

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Un garage senza finestre e pieno di rifiuti. È questa la stalla abusiva di Biancavilla, in provincia di Catania, dove veniva tenuto un cavallo maschio privo di microchip, di documento di accompagnamento e, soprattutto, che non era mai stato sottoposto ai controlli sanitari necessari.

L'animale è stato affidato alle cure dell'Asp di Catania, intervenuta sul posto insieme ai Carabinieri della Stazione di Biancavilla, in attesa di trovare una sistemazione più adeguata e maggiormente rispettosa del suo benessere.

La situazione in cui viveva l'animale per i militari che hanno eseguito il controllo si è da subito configurata come maltrattamento. Il proprietario del garage trasformato in stalla di fortuna è stato quindi denunciato a piede libero per maltrattamento di animali, nonché sanzionato anche per le violazioni amministrative relative alla mancanza di identificazione del quadrupede e per non averlo mai sottoposto alla profilassi sanitaria. L'uomo, di 53 anni, ha dichiarato ai militari di aver comprato l'animale circa sei mesi e di averlo tenuto sempre in quel luogo. In realtà, è stata l'attività investigativa condotta dai Carabinieri sui social network a portarli al 53enne pregiudicato e alla stalla abusiva.

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Pratica comune nella provincia etnea infatti è quella di impiegare animali primi di marche di riconoscimento, e quindi sconosciuti al sistema di controllo delle Forze dell'ordine e delle autorità sanitarie, nelle corse clandestine di cavalli.

La scoperta della stalla di Biancovilla viene proprio dal monitoraggio fatto dai militari per reprimere questo fenomeno diffusissimo nel Catanese. Solo nel corso dell’ultimo anno, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno denunciato più di 26 persone ed emesso sanzioni per oltre 73mila euro per contrastare le corse clandestine di cavalli, un fenomeno criminale che secondo i militari in molti casi sarebbe collegato e contiguo alle dinamiche dei clan mafiosi.

Queste competizioni illegali possono rappresentare infatti «una forma di controllo del territorio, come anche una modalità di reinvestimento di capitali illecitamente conseguiti, in considerazione del consistente giro di soldi delle scommesse clandestine», hanno spiegato i Carabinieri.

Per capire la portata del fenomeno delle corse clandestine basta seguire sui cosial hashtag come #scuderiafarmarmacista #scfarmacista, in cui sono visibili i tipici calessi di legno guidati da uomini dal volto coperto per le strade di realtà della provincia, ma anche di quartieri del capoluogo come Picanello e San Cristoforo.

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Chiaramente, le prime vittime di questo business sono gli animali, sottoposti a vessazioni durante le corse ed esposti a sostanze dopanti, molte volte di importazione estera, grazie all'esistenza di un vero e proprio mercato parallelo di farmaci illegali.

Ciò, oltre a comportare il maltrattamento degli animali, espone a gravi rischi sanitari anche le persone. I cavalli hanno un'aspettativa di vita che può arrivare a 25-30 anni, ciò comporta anche una lunga vecchiaia, ma quando sono troppo anziani per gareggiare vengono uccisi, o venduti, ancora una volta illecitamente, ai macelli. La loro carne viene quindi immessa sul mercato arrivando sulle tavole di centinaia di persone.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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