Questa mattina, a Palermo, in via Cavour un cavallo che trainava un calesse su cui sedevano dei turisti, si è accasciato sull’asfalto, probabilmente stremato dalle alte temperature e dal peso sopportato. L’animale, visibilmente indebolito, è riuscito faticosamente a rimettersi sulle quattro zampe, anche se zoppicante.
Durante la caduta, il povero animale è crollato sotto l’imbracatura a cui era stato legato e ha trascinato con se la famiglia di turisti, formata da genitori e figlia, che sono rimasti molto spaventati dall’accaduto e anche infastiditi dal problema che si è venuto a creare. Infatti chi ha assistito alla disavventura, ha testimoniato che i turisti dopo aver pagato con una banconota il giro mal terminato in carrozza, sono andati via tra lamenti e borbotti per la brutta esperienza vissuta.
Questo retaggio del passato continua, nonostante da tantissimi anni le associazioni che si occupano dei diritti degli animali protestano contro questo sfruttamento che non trova giustificazione, ottenendo soltanto vaghe promesse che arrivano puntuali dopo ogni incidente.
Pochi giorni fa la Lega Anti Vivisezione è intervenuta proprio a tal proposito, divulgando un appello a tutti i turisti in visita nel Bel Paese, chiedendo di lasciare in pace i cavalli che ad ogni stagione vengono utilizzati per trainare le persone sulle carrozze semplicemente per permettergli di conservare il ricordo di una foto o di un giro in città.
«Centinaia di cavalli vengono sfruttati per il traino delle carrozze turistiche nelle nostre città. Sono costretti a lavorare per molte ore al giorno, con carichi fino a 900 kg, esposti a condizioni climatiche sempre più estreme, sottoposti a un elevatissimo livello di stress per muoversi nel traffico e forzati a eseguire un compito in cui non hanno modo di interagire positivamente con quello che li circonda», spiega la Lav.
Ogni anno purtroppo l'attività delle carrozze nei centri storici delle città italiane diventa un problema di attualità a cui però non si è ancora trovata una soluzione dato che ad oggi non esiste nessuna legge nazionale che vieti questo tipo di operato.
«I cavalli delle carrozze vivono come schiavi di un utilizzo arbitrario e violento in nome di un’anacronistica e inaccettabile tradizione, forzosamente mantenuta solo per tutelare gli interessi economici di poche persone – ha dichiarato Nadia Zurlo, responsabile nazionale Equidi Lav – nonostante esistano ampie possibilità di sostituire le carrozze con mezzi elettrici, senza ricadute sul piano occupazione degli operatori oggi impiegati nel trasporto a trazione animale».