I giochi di ombre e prospettive possono facilmente ingannare la nostra vista binoculare, evolutasi soprattutto per guardare in profondità mantenendo sempre i piedi ben saldi a terra. E così, nelle foto scattate dall'alto è molto semplice incappare nel tranello visivo e prendere fischi per fiaschi. O meglio, cavalli per zebre. Come accade guardando per esempio la foto realizzata da Beverly Joubert del National Geographic.
L'immagine è stata scattata da un elicottero e mostra un gruppo di animali che si muovono nelle acque poco profonde dei laghi salati di Makgadikgadi, in Botswana. A uno sguardo fugace, sembra proprio di osservare una mandria di cavalli neri ma è proprio questo il tranello, perché si tratta in realtà di zebre viste dall'alto.
I "cavalli neri" non sono altro che le sagome riprodotte quasi in maniera perfetta a terra dalle ombre delle zebre, sicuramente più facili da elaborare e riconoscere per il nostro cervello, anche perché saltano subito all'occhio. La foto risale al 2018, ma proprio per il suo effetto ottico ingannevole rispunta di tanto raccendendo la curiosità di tanti sui social e tornando a essere virale.
Le zebre di Burchell immortalate da Beverly Joubert, raccontano però molto di più di una semplice illusione ottica. Questi mammiferi, ogni anno affrontano una lunghissima migrazione alla ricerca di acqua e cibo fresco tra la pianure Makgadikgadi Pans National Park. Seguono da millenni sempre gli stessi percorsi, tracciati da millenni e ricalpestati fedelmente di generazione in generazione.
Ma le zebre di Joubert non sono gli unici animali a disegnare artisticamente le loro silhouette sul terreno. Questo tipo di fotografia aerea, oggi certamente più accessibile grazie ai droni, è sempre più diffusa e produce immagini davvero suggestive e visivamente mozzafiato. Come un orice solitario immortalato nel deserto di Sossusvlei, in Namibia.
Le ombre disegnate dal sole sulle dune, ci permettono di provare un senso di vastità e dinamicità che solo un rapace che volteggia sul deserto può provare. Come accade allo stesso modo osservando un gigantesco elefante che passeggia tra le pianure africane o un piccolo gruppo di dromedari in marcia nel Rajasthan indiano.
Queste visuali a cui i nostri occhi e il nostro cervello non sono abituati, oltre a ingannare la nostra vista, ci permettono di osservare la natura e gli animali da un altro punto di vista. Un promemoria che ci ricorda quanto ancora possiamo meravigliarci e stupirci della del mondo naturale che ci circonda, semplicemente cambiando la nostra prospettiva bipede.