Mezza tonnellata di carne di cavallo non adatta al consumo, decine di animali maltrattati e 41 persone arrestate: è il bilancio della complessa indagine portata a termine dalla Guardia Civil, la polizia spagnola, in collaborazione con l’Europol, un’operazione che ha preso di mira il mercato della vendita illegale di carne equina e, come diretta conseguenza, anche il maltrattamento animale.
Al centro del business, infatti, c’erano cavalli detenuti in condizioni di estremo degrado, ammassati in allevamenti abusivi e spesso lasciati senza cibo e acqua, malati e privi di controlli veterinari, in moti casi e sottoposti a estremo stress durante i trasporti. Circa 80 quelli trovati dagli agenti della Guardia Civil e dalla polizia belga, che ha collaborato alle indagini, all’interno delle struttura individuate dall’Europol.
La carne di cavallo era destinata ai mercati di Spagna, Belgio, Germania e Italia, con conseguenti alti rischi di trasmissione di zoonosi alla luce delle condizioni in cui venivano tenuti. A portare avanti il business un’ampia rete criminale che ne modificava la tracciabilità, falsificando i documenti di trasferimento e di identificazione. Tutte le persone arrestate devono rispondere delle accuse di frode alimentare, riciclaggio di denaro e falsificazione di documenti, mentre gli investigatori continuano gli accertamenti sulle sei società connesse ai responsabili della rete criminale.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, gli indagati compravano i cavalli da tutta la Spagna a prezzi irrisori, in alcuni casi ottenendone l’affidamento a titolo gratuito, complice il fatto che non fossero destinati al mercato alimentare. Una volta messe le mani su abbastanza animali, è iniziato il business vero e proprio. All'interno dell'organizzazione criminale ogni membro aveva ruoli e occupazioni diverse: c’era chi si occupava della macellazione degli animali, tutto senza controlli né permessi, e chi invece si occupava del trasporto. Coinvolti anche veterinari che fornivano documenti falsi, e macellerie che vendevano la carne non idonea al consumo.
«Una singola spedizione illegale ha fruttato sino a 35mila euro per i trasportatori, con un fatturato stimato di 4,5 milioni di euro – sottolinea l’Europol – I cavalli, svalutati e del valore di soli 100 euro ciascuno, hanno generato profitti illeciti per circa 1,5 milioni di euro».