Tre giorni di lotta per la libertà e alla fine i cancelli si sono aperti. «I sette cavalli saranno riaccompagnati in quota nel parco dell'Aveto sopra i mille metri perché si ricongiungano ai gruppi di cavalli che meno impattano sulla vita dei cittadini».
Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al termine della riunione che si è svolta oggi, lunedì 24 ottobre, con il vicepresidente e assessore all’Agricoltura e Fauna Alessandro Piana, con l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola e con il sindaco di Borzonasca Giuseppino Maschio, per fare il punto della situazione sui cavalli dell’Aveto, dopo la cattura di sette esemplari in un’area recintata per il trasferimento presso un allevatore ad Imperia, come da lui stesso dichiarato.
A detta della Regione, invece, il confinamento sarebbe avvenuto per la microcippatura e le analisi sanitarie. Alla riunione erano presenti anche il direttore generale della Asl4 Paolo Petralia, i vertici dei dipartimenti dell’Agricoltura e Parchi e della Sanità della Regione e i referenti dell’Istituto zooprofilattico di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
Assenti le associazioni animaliste che si sono anche presentate davanti al palazzo della Regione ma sono state invitate ad allontanarsi e non invitata la ‘custode' dei cavalli, Evelina Isola, la fondatrice dell'Odv Rewild che dal 2019 si occupa del censimento, tramite fototrappolaggio, della popolazione di equini sopra a Borzonasca insieme all'Università di Genova.
«Abbiamo analizzato la situazione e, concluse le analisi e l’apposizione dei microchip, abbiamo deciso che quei sette esemplari verranno riportati in alta montagna, oltre i mille metri – ha spiegato il governatore – Quel piccolo gruppo costituirà il primo campione per microchippare in futuro tutti i cavalli dell’Aveto per consentirne una gestione condivisa: per questo abbiamo dato incarico ai dipartimenti regionali all’Agricoltura e Parchi e alla Sanità di predisporre, insieme al Parco dell’Aveto, alla Asl4 e all’Istituto zooprofilattico un progetto integrato che, in un quadro normativo specifico, consenta di salvaguardare la sicurezza degli abitanti di quella valle e, al contempo, di valorizzare i cavalli come ricchezza di quel territorio, rispettando la sensibilità del mondo animalista».
«Alla luce dell’analisi della situazione – ha aggiunto Toti – abbiamo valutato che lo spostamento di sette cavalli non sarebbe stato significativo ai fini della gestione della popolazione complessiva di equini della Val d’Aveto. Ma abbiamo condiviso che è stato comunque opportuno visitarli e microchipparli, come prima sperimentazione di un progetto complessivo che riguarderà quel territorio. I sette cavalli verranno riaccompagnati in alta quota per ricongiungersi ai branchi che meno impattano sulla vita dei cittadini della valle e, al contempo, nelle prossime settimane gli uffici regionali lavoreranno con gli altri enti per definire un provvedimento normativo finalizzato a garantire la gestione, il mantenimento, il monitoraggio e anche la valorizzazione dei cavalli dell’Aveto come elemento di attrazione turistica e di biodiversità, garantendo al contempo anche la sicurezza e la tutela della popolazione residente. L’obiettivo è che il Piano sia pronto entro la metà di dicembre – conclude Toti – grazie ad un lavoro congiunto tra Regione, Asl, Parco e Istituto Zooprofilattico».
Soddisfazione da parte del mondo animalista e scientifico che da giorni ha fatto sentire la sua voce per fermare il trasferimento delle sette cavalle nell'allevamento sopra ad Imperia: «È stata un'azione di resistenza collettiva e siamo grati a tutti i politici, giornalisti, associazioni con cui siamo entrati in contatto – commenta Evelina Isola, naturalista e divulgatrice scientifica Rewild Odv – è stato un atto privo di alcun senso, la cattura non risolveva il problema dei cavalli in strada, lo dimostra il fatto che ci sono ancora. Noi non molliamo perché vogliamo ottenere il riconoscimento di popolazione protetta come cavalli inselvatichiti. Pretendiamo inoltre di essere coinvolti – continua la ‘custode' dei cavalli – tutte le azioni intraprese finora non hanno tenuto conto delle nostre raccomandazioni e dei nostri studi sul campo e sono gli unici dati scientifici. Adesso alle parole vogliamo i fatti: non vogliamo ritrovarci tra qualche mese con lo stesso problema, non solo della cattura, ma anche della gestione fai da te dei cavalli sulle strade».