A poche ore dalla conclusione del Palio di Siena, il mondo delle giostre equestri viene oscurato dalla morte di una cavalla e dal ferimento del suo fantino durante le prove della Quintana di Ascoli Piceno in programma l’8 luglio e della Giostra della Rivincita di Foligno di settembre.
La cavalla Ginger Beer durante la corsa si è accasciata a terra schiacciando il fantino che attualmente è ricoverato in gravi condizioni. Sulla vicenda è intervenuta Laura Mascolo, avvocato penalista e referente di Horse Angels in Campania: «Chiediamo che venga eseguita l'autopsia sulla giovane cavalla e che gli esami del sangue chiariscano se gli animali impiegati in simili gare sono stati sottoposti a doping», spiega a Kodami.
L'autopsia, infatti, non è ancora obbligatoria in presenza di morti improvvise durante le giostre equestri. «Per questo – chiarisce la presidente di Horse Angels Roberta Ravello – ci battiamo perché questi "incidenti" non restino senza risposta. Serve un monitoraggio della situazione attento anche per prevenire problematiche future».
L'ipotesi accreditata per il decesso improvviso della giovane cavalla al momento è quella dell'infarto, ma senza esame autoptico sarà impossibile stabilire se si è trattato invece di un colpo di calore, come per il cavallo morto alla Reggia di Caserta nell'agosto 2020. Quell'episodio ha rappresentato uno spartiacque nella gestione dei cavalli della Reggia campana, a seguito della morte, infatti la Direzione ha scelto di ritirare le licenze ai vetturini, e usare auto elettriche per i giri dei turisti.
Anche la Giustizia si è interessata al caso che ha scosso l'opinione pubblica: l'anno scorso è iniziato il processo al vetturino, nel quale Horse Angels figura come parte civile. «Se non fosse stata fatta l'autopsia – spiega ancora Laura Mascolo – non si sarebbe potuto accertare la morte per colpo di calore, e forse non sarebbe cambiato nulla».
Il problema delle giostre equestri
L'incidente di Foligno non ha fermato i festeggiamenti di tutte le altre grandi manifestazioni basate sullo sfruttamento e spettacolarizzazione dei cavalli. Si è infatti conclusa ufficialmente l'edizione 2023 del Palio di Siena, la giostra equestre di origine medievale che vede contrapposte le contrade in cui è suddivisa la città. Ad aggiudicarsi la vittoria è il fantino Giovanni Atzeni, detto Tittia, sulla cavalla Violenta da Clodia per la contrada della Selva.
La corsa, conosciuta come "carriera" del 2 luglio si svolge in onore della Madonna di Provenzano. La gara consiste in una corsa nella piazza della città e gli animali hanno una parte importante sia nella simbologia che nella pratica di questa manifestazione. Animali come l'istrice, l'oca, la pantera e la tartaruga, insieme ad altri, rappresentano infatti le contrade che gareggiano. Ma i veri protagonisti sono animali che non hanno nulla di metaforico: i cavalli.
Anche se il Palio del 2022 si è concluso senza incidenti, l'edizione di quest'anno ha visto finire a terra il fantino della contrada Onda. Per fortuna l'uomo sta bene e non sono stati registrati altri danni a persone o animali.
Tutte le giostre equestri per la loro stessa natura rappresentano competizioni non prive di rischi sia per le persone che per gli animali. Tuttavia, anche se è lecito scegliere di assumersi dei rischi per amore dello sport o anche della propria tradizione, dovremmo chiederci se è giusto fare altrettanto per un’altra specie. Anticamente gli animali erano utilizzati per i sacrifici rituali, per predire il futuro, o per chiedere la grazia a patroni e madonne locali. Oggi queste pratiche ci sembrano crudeli e anacronistiche, ma non è molto diverso da quello che ai giorni nostri con la tirata dei buoi a Mirabella Eclano, con il carnevale di Ivrea.
Sul piano etico, sappiamo non esiste alcune giustificazione: si tratta sempre della sopraffazione di una specie sull’altra in nome della spettacolarizzazione durante le feste popolari. Tra queste in Italia, la più conosciuta è proprio il Palio di Siena, ma sono tante le manifestazioni analoghe che hanno sacrificato sull'altare del turismo degli esseri viventi.
Oggi sappiamo che i cavalli sono dotati di autocoscienza, e riconoscere la dignità, provando a osservare il mondo con il loro punto di vista è il primo passo per porre fine a qualsiasi tipo di sfruttamento, anche a quello messo in atto in nome della tradizione.