Si torna a parlare del tema dei cinghiali a Roma, dove gli ungulati sono ormai di casa in diverse zone e quartieri, alcuni anche molto centrali. Stavolta sotto i riflettori è finita Villa Pamphilj, storico parco che si estende nel quadrante ovest della Capitale, dove domenica sono stati avvistati alcuni cinghiali che nella mattinata di mercoledì sono stati narcotizzati e catturati. Questa, quantomeno, è la versione fornita dalle istituzioni, mentre gli attivisti per i diritti animali protestano a gran voce chiedendo di vedere gli atti per avere conferma che gli animali non siano stati invece uccisi.
Gli ungulati, alcuni adulti e alcuni cuccioli, sono stati visti nella parte est del parco, che è stato chiuso una prima volta domenica e poi di nuovo mercoledì mattinata per portare a termine i tentativi di cattura. Proprio mercoledì sul posto sono arrivati, oltre a carabinieri e polizia in presidio, personale della Città Metropolitana, veterinari e personale della Asl, così come prevede il protocollo in questi casi.
Il Municipio: «Nessun animale è stato ucciso nel parco»
Nel giro di poco tempo in zona sono inoltre arrivati gli attivisti per i diritti animali, timorosi che i cinghiali venissero abbattuti, e Paola Samaritani, presidente della Sfattoria degli Ultimi, ha preso la parola in una diretta mostrando un cinghiale sdraiato a terra nel piazzale, immobile, coperto poi con un telo da un agente della Polizia Locale: non è chiaro se fosse o meno in vita, ma stando a quanto dichiarato dal presidente del Municipio XII, Elio Tomassetti, e da Lorenzo Marinone, consigliere del Pd di Roma Capitale, nessun animale è stato ucciso nel corso delle operazioni di cattura, ma solamente sedato.
«È in corso l'intervento di cattura del branco di cinghiali che ha provocato la chiusura di Villa Pamphilj nelle scorse ore. Al momento, grazie allo straordinario lavoro delle forze impegnate nelle operazioni sono stati catturati otto cinghiali – ha detto Marinoni in una nota – Un intervento, quello di stamattina, che ha come priorità la sicurezza delle persone e la riapertura di Villa Pamphilj, complicato dalla presenza di alcuni attivisti che hanno cercato di ostacolare le operazioni». Stando a quanto dichiarato da Tommassetti, gli animali, una volta catturati, verranno portati in «strutture e aree idonee», e non abbattuti appunto.
Sfattoria degli Ultimi e Oipa chiedono l'accesso agli atti
Alle domande che Samaritani ha rivolto, sul posto, a forze dell’ordine e funzionari presenti non sono arrivate risposte. Ed è stata proprio Samaritani a invocare a gran voce un accesso agli atti per capire cosa sia effettivamente accaduto e che tipo di intervento sia stato predisposto: «È incredibile che possa accadere una cosa del genere nel cuore di Roma, agli ingressi di una villa storica e di uno dei parchi più grandi della città. Vogliamo gli accessi agli atti per capire cosa stia succedendo». Una richiesta cui si è aggiunta anche l’Oipa, che ha confermato che il suo ufficio legale è pronto a chiedere l’accesso agli atti per essere informati nel dettaglio sulle procedure seguite e sul destino degli animali.
«Per arginare il fenomeno la politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione come la pulizia del territorio, la corretta raccolta dei rifiuti, l’uso di dissuasori, fino alla sterilizzazione farmacologica, oggi allo studio del Ministero della Salute – ha detto il responsabile Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza – Quanto agli esemplari che si vogliono “rimuovere” dall’abitato, chiediamo che siano trasferiti in rifugi e santuari e non abbattuti, nel rispetto della loro vita e anche dell’articolo 9 della Costituzione che tutela anche gli animali. Sguinzagliare i cosiddetti “selettori” fuori e dentro i parchi anche protetti e, da ultimo, persino nelle zone urbane è un’inutile caccia alle streghe. Gli abbattimenti non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa. Lo attestano etologi, zoologi, naturalisti».