Il lavoro dei pescatori non è semplice e questa categoria è stata più volte presa di mira movimenti ambientalisti, che mirano a sensibilizzare il pubblico sul modo non propriamente sostenibile con cui vengono pescati gran parte degli animali che finiscono sulla nostra tavola. Quando, tuttavia, i pescatori si rendono protagonisti di gesti importanti, come liberare in mare un pesce che non fa parte della lista delle specie di interesse commerciale o salvare gli animali intrappolati nelle le reti abbandonate, talvolta non gli viene data la giusta riconoscenza. Per questo vogliamo sottolineare un bell'esempio che dimostra, per quanto sia difficile il rapporto fra esseri umani e la biodiversità marina, che immaginare un futuro condiviso è possibile, se si adottano comportamenti più rispettosi per l'ambiente.
La settimana scorsa, a largo di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, un peschereccio si è imbattuto in un esemplare di squalo capopiatto (Hexanchus griseus) noto anche come "sei branchie" o squalo vacca. L'esemplare era accidentalmente finito nelle reti da pesca dell'imbarcazione, probabilmente attratto dalla grande concentrazione di pesci, fino a quando i pescatori non se ne sono accorti.
Come è possibile vedere dal video, ormai virale sui social e inizialmente diffuso dal giornalista siciliano Emanuele Fragasso, i pescatori hanno deciso immediatamente di liberare l'animale ancora vivo segnalando alle autorità competenti l'avvistamento, per aiutare anche gli esperti a studiare l'ecologia della specie e a definire i potenziali areali di questi animali.
Aumentano gli avvistamenti di squali in Sicilia, ma non c’è nessun allarme
Lo squalo capopiatto è infatti solo una delle 47 specie di squali che sono presenti all'interno dei nostri mari e spesso entra in competizione con altre specie, come le verdesche (Prionace glauca)o lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus), che si nutrono delle stesse prede. Lo squalo capopiatto, tra l'altro, è il più grande squalo della famiglia Hexanchidae e può raggiungere ben 5,6 metri di lunghezza.
Per quale ragione però la liberazione di questo squalo in mare aperto ha avuto così tanto risalto?
Le ragioni che hanno spinto questo video a ottenere un elevato numero di visualizzazioni sono molteplici: innanzitutto, questa estate è stata accompagnata da una grande risonanza mediatica relativa agli avvistamenti degli squali, in particolar modo in Sicilia, e per quanto gran parte dei video finiti sul web raccontavano di questi animali in modo allarmistico (noi di Kodami abbiamo già parlato di questo tema in diversi articoli, che hanno coperto l'intera penisola), le persone hanno continuato ad interessarsi agli squali anche dal punto di vista della loro tutela.
Inoltre, non sono molto frequenti i video che dimostrano come i nostri pescatori abbiano a cuore la salute del mare ed è anche per questo che gli utenti dei social sembrano aver apprezzato il gesto dell'equipaggio, come si evince dai commenti.
Il problema della pesca accidentale rimane comunque una delle più grandi minacce che mette in pericolo gli squali in tutto il mondo. Ogni anno questo fenomeno miete infatti migliaia di vittime, tra cui anche delfini, tartarughe marine, balene, razze, uccelli e molti altri animali, oltre ai sopracitati squali: si stima, infatti, che ogni anno 38 milioni di tonnellate di specie non commerciabili vengano catturate accidentalmente. Una tragedia la cui responsabilità non ricade solo sui piccoli pescatori, come quelli presenti a Porto Empedocle o a Sciacca, ma soprattutto sulle grandi compagnie della pesca, che da sempre lottano contro gli ambientalisti per aumentare le quote di pescato che è possibile vendere sul mercato.
Il piccolo grande gesto dei pescatori siciliani dà comunque nuova dignità a un mestiere che ha sì arrecato gravi danni all'ambiente, ma che ha fatto parte anche della tradizione culturale di molti paesi mediterranei nel corso dei secoli e che per molte popolazioni umane in tutto il mondo rappresenta ancora la principale fonte di sostentamento.