La castrazione del cane maschio sano, seppur viene effettuata in misura minore rispetto alla sterilizzazione della cagna, rientra tra gli interventi di routine della chirurgia veterinaria.
Come nella femmina la sterilizzazione consiste nell’asportazione chirurgica delle ovaie (ovariectomia), la castrazione nel maschio, o orchiectomia, consiste nell’asportazione chirurgica dei testicoli. È un intervento poco invasivo, eseguito in anestesia totale, che prevede l’incisione della borsa scrotale, la recisione dei funicoli spermatici e la rimozione dei testicoli.
Vedremo più avanti che per la sterilizzazione del cane maschio, intesa come impedimento della riproduzione, vi sono però anche altri metodi.
Va inoltre specificato che, se si sceglie di effettuare questo intervento, è consigliabile aspettare la maturità sessuale dell’animale, in quanto sia il testosterone che gli ormoni tiroidei ad esso collegati sono essenziali per la crescita sana dell’individuo e per la sua stabilizzazione emotiva. È stato infatti visto che la castrazione precoce può portare, a livello emotivo, a una maggiore timidezza e insicurezza.
Meglio quindi fare un po’ di chiarezza e capire se, quando e perché può avere senso castrare il proprio cane, e tramite che metodo.
Tipologie di castrazione del cane maschio
L’orchiectomia è un intervento irreversibile, ma è solo uno degli interventi possibili con il fine di rendere sterile un cane. Tra questi vi sono anche la vasectomia e la castrazione chimica, sia temporanea che permanente, completamente diversi dalla chirurgia classica.
Tramite la vasectomia, tecnicamente detta deferentectomia, si chiudono i dotti deferenti che trasportano gli spermatozoi prodotti dai testicoli verso l’esterno. L’intervento rende il cane non fertile ma non inibisce la produzione di liquido spermatico che, non potendo fuoriuscire, viene riassorbito dall’organismo.
Questo tipo di intervento rende quindi sterile l’animale senza andare a comprometterne l’assetto ormonale. Una volta effettuato l’intervento però è bene sapere che poiché gli spermatozoi vitali permangono nel liquido per circa un mese, l’animale potrebbe ancora essere in grado di procreare durante quel lasso di tempo.
La castrazione chimica (o farmacologica) è un’alternativa temporanea alla castrazione chirurgica. Essa avviene attraverso l’impianto sottocutaneo di un dispositivo in grado di rilasciare in modo graduale il principio attivo, la deslorelina, che agisce bloccando la produzione di testosterone. Il farmaco determina quindi una temporanea infertilità che inizia dopo circa 6 settimane dall’inoculazione del farmaco e dura circa 6 mesi. Trascorso il periodo di efficacia del farmaco, se si vuole mantenere l’infertilità del cane, è necessario ripetere nuovamente il trattamento. Il pro di questa pratica è che meno invasiva e rischiosa della chirurgia, ed è reversibile.
Esiste inoltre una castrazione chimica permanente, non molto diffusa in Italia, che avviene tramite l’inoculazione di una miscela di arginina e zinco gluconato direttamente nel tessuto testicolare. La ghiandola prostatica e i testicoli si atrofizzano e questo determina la sterilità del cane, che avviene però solo due mesi dopo la procedura, per cui gli animali devono essere tenuti lontani da cagne in calore durante questo arco temporale.
I vantaggi della castrazione
I motivi che portano un pet mate alla decisione di castrare il cane sono principalmente la prevenzione della riproduzione, la risoluzione di un problema di salute legato all’apparato riproduttore, la prevenzione di un rischio concreto che l’animale possa ammalarsi e l'idea che possa portare a una “soluzione” dei problemi comportamentali.
Moltissimi falsi miti si sono però diffusi intorno alla castrazione chirurgica del cane, alcuni tra i quali riguardano proprio l’influenza sul comportamento dell’animale, da un lato per il suo ruolo nella risoluzione dei problemi comportamentali o, al contrario, per il suo ruolo nel cambio di carattere dell’animale fino a portare a depressione ed apatia.
Andando per ordine, la castrazione è il metodo per impedire la riproduzione. La castrazione chirurgica e la chimica evitano quindi l’accoppiamento abbattendo l’istinto riproduttivo del cane, prevenendo anche tutti quei comportamenti legati allo stimolo sessuale come i frequenti tentativi di fuga alla ricerca di una partner sessuale o l’eccessivo comportamento di marcatura del territorio e la tensione emotiva, fino a nervosismo, nel periodo dei calori.
Il metodo della deferentectomia non evita invece l’accoppiamento, ma solo la fecondazione e non agisce sui comportamenti di tipo sessuale. A volte tale operazione viene eseguita per motivi clinici: le cause più comuni sono l’infiammazione dei genitali, come ad esempio, l’orchite e la prostatite, l’iperplasia prostatica, i tumori a carico dei testicoli o delle ghiandole anali e le fistole perianali. Anche in caso di criptorchidismo, ovvero la ritenzione di uno o di entrambi i testicoli in addome, la castrazione chirurgica è l’intervento d’elezione.
Da un punto di vista comportamentale, invece, anni fa si pensava che la castrazione prevenisse quasi tutti i disturbi e tutti i problemi legati all’aggressività o all’irritabilità. Argomento che è stato confutato dalla ricerca scientifica. L’unica certezza in questo contesto è che non è sufficiente castrare un cane affinché sia equilibrato e sereno. È invece necessario lavorare sul suo ambiente, rispettare le sue necessità di attività mentali, fisiche e di interazione sociale con persone e altri cani.
La castrazione è stata vista essere positivamente efficace in circa un 60% dei casi di problemi di aggressività, però solo intraspecifica, quindi tra cani, e specialmente intrasessuale (tra cani maschi). Questa, ad esempio, ha un impatto pari a zero verso altri tipi di problemi come, ad esempio, quegli individui che presentano uno spiccato istinto predatorio o un’aggressività verso le persone.
Per questo motivo, quando l’obiettivo è quello di migliorare o evitare alcuni comportamenti del cane, sarà meglio farsi guidare nella decisione anche da un veterinario esperto in comportamento.
Gli svantaggi della castrazione
Come è stato visto anche nella sterilizzazione della cagna, la castrazione del cane maschio può avere degli svantaggi che è bene conoscere.
Ad esempio, la diminuzione degli ormoni sessuali dovuta dalla castrazione si correla con il rallentamento del metabolismo che potrebbe in seguito causare un aumento di peso dell’animale. Per ovviare a questo problema, è importante regolare correttamente la dieta del cane, chiedendo consiglio al veterinario, e mantenere un buon livello di esercizio fisico.
Purtroppo, la castrazione si correla anche a due tipi di tumori maligni nel cane maschio: l’osteosarcoma, a carico delle ossa e l’emoangiosarcoma, a carico dei vasi sanguigni. Per questi motivi è importantissimo che la decisione della castrazione vada ponderata attentamente.
A livello ormonale può invece avere un ruolo nella predisposizione all’ipotiroidismo e al diabete mellito.
Cosa considerare per valutare se far castrare il cane o no?
Come per la sterilizzazione della cagna, anche la castrazione prima di essere effettuata deve essere attentamente valutata insieme al veterinario di fiducia. Abbiamo inoltre visto l’influenza, sia in positivo che in negativo, sul comportamento del cane, per cui anche una consulenza con un medico esperto in comportamento è necessaria, specialmente in quegli individui che presentano problemi comportamentali o disagi emotivi.
Davanti al quadro clinico e comportamentale, i medici saranno in grado di indirizzare la persona verso la decisione se castrare il cane o no, in termini preventivi o curativi.