Alle prime luci dell'alba di oggi è arrivata la notizia da parte dell'Alternativer Wolf- Und Bärenpark Schwarzwald (Parco per orsi e lupi della Foresta Nera): nella notte è stata trasferita lì DJ3, l'orsa che da 11 anni era rinchiusa al recinto del Casteller di Trento.
Gli attivisti della campagna #StopCasteller denunciano l'operato della Giunta provinciale tramite un comunicato stampa: «La scelta del 25 aprile per la deportazione dell'orsa è quanto mai ironica e infelice. Le azioni della giunta Fugatti incarnano valori opposti a quelli della liberazione: ingabbiano animali nati liberi per trasferirli in uno zoo e nascondono la verità ai cittadini per conto dei quali dovrebbero amministrare».
#Stopcasteller: «Oggi è chiaro a tutti che manca la trasparenza»
La diffusione della notizia dell'intenzione di trasferire l'orsa DJ altrove era stata comunicata il 18 aprile scorso, anche in quell'occasione non dal presidente della Provincia Autonoma Maurizio Fugatti e nemmeno dall'Assessore all'Agricoltura Giulia Zanotelli, bensì da Massimiliano Conti, generale dei Carabinieri del Cites durante una diretta su Facebook organizzata dalla Lega Antivisezione (LAV). Lo scorso ottobre il CITES, l'organo che tutela le specie di fauna e flora protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, aveva visitato il recinto del Casteller per scrivere un report sulle condizioni di vita degli orsi rinchiusi, rilevandone gravi criticità, recriminate più volte da più fronti tra cui il Centro Sociale Bruno di Trento, l'Assemblea Antispecista e l'organizzazione di attivisti #Stopcasteller, i quali hanno dato vita all'iniziativa "Smontiamo la gabbia", con l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini alla questione degli orsi trentini detenuti al Casteller e sollecitare la Provincia Autonoma a cambiare strategia nella gestione dell'orso, reintrodotto ormai 20 anni fa sul territorio tramite il Progetto LifeUrsus.
Meno di un mese fa, gli attivisti di #Stopcasteller erano scesi in piazza per chiedere un cambio definitivo nello stile di gestione dei grandi plantigradi nella Provincia Autonoma: «Spostare gli animali in altri recinti al di fuori del nostro territorio permette alla Provincia di Trento di "ripulirsi l'immagine" facendo credere all'opinione pubblica di aver risolto la situazione con una sorta di operazione "lontano dagli occhi, lontano dal cuore», aveva commentato in occasione della manifestazione Francesca Manzini del Centro Sociale Bruno, in occasione della manifestazione.
La reazione delle Istituzioni è però evidentemente contraria a quella richiesta dalle associazioni: «Solo pochi giorni fa – commentano gli attivisti – durante la presentazione del Rapporto grandi carnivori, l’assessora Zanotelli, incalzata dai giornalisti sul trasferimento di DJ3, aveva dichiarato che la Provincia avrebbe dato i dettagli a tempo debito. Ora sappiamo che questo significa a cose fatte, senza possibilità di replica e di obiezione da parte dei cittadini. Oggi è chiaro a tutti che questo è l'esatto contrario della parola ‘trasparenza', che Zanotelli ripete con tanta insistenza, come a voler creare con le parole quello che non c'è nei fatti».
Il silenzio delle istituzioni e le paure degli attivisti: «Una cella è di nuovo libera»
Ciò che salta agli occhi dell'azione di trasferimento di DJ3 in Germania è il silenzio da parte delle istituzioni, le quali in questa occasione non hanno dichiarato nulla in maniera ufficiale: «Ora, come nel "piano di sterminio" portato avanti da Fugatti, Zanotelli, con la collaborazione di Ispra, Coldiretti, allevatori e cacciatori, una cella è nuovamente libera al Casteller – commentano gli attivisti – Ci chiediamo allora chi sarà il prossimo orso rapito e recluso? E' inaccettabile che una amministrazione pubblica, la Provincia di Trento, agisca in segreto, si rifiuti di sedersi a tavoli tecnici, rigetti istanze di accesso agli atti esposti animali di nascosto, di notte. E’ un modo di amministrare la cosa pubblica omertoso e vergognoso».