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10 Giugno 2023
11:00

Carrozze trainate da cavalli per i turisti, un retaggio del passato che continua a provocare sofferenza

L’uso delle carrozze trainate dai cavalli è un problema sempre attuale nelle città turistiche, soprattutto quando le temperature salgono. Da anni le associazioni protestano contro questo sfruttamento, ottenendo soltanto vaghe promesse.

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carrozze cavalli

Da Siviglia a Roma, da Napoli a New York: l’uso delle carrozze trainate dai cavalli è un problema sempre attuale, specie quando la temperatura comincia a salire e gli animali patiscono ancora di più la fatica e lo stress del traffico.

Da tantissimi anni le associazioni che si occupano dei diritti degli animali protestano contro questo sfruttamento che non trova giustificazione, ottenendo soltanto vaghe promesse che arrivano puntuali dopo ogni incidente e qualche limitazione nell’impiego degli animali, a seconda delle temperature come avviene a Roma.

Qualcuno potrebbe dire che le carrozzelle con i cavalli rappresentino una tradizione che non può essere cancellata, ma i tempi sono cambiati come le nostre conoscenze sul benessere degli animali e sui loro bisogni. Senza contare che il traffico delle città e la qualità dell’aria delle grandi metropoli sono decisamente peggiorati rispetto agli anni del dopoguerra e anche le nostre scelte dovrebbero adeguarsi alla nuova realtà.

Nonostante la maggioranza dell’opinione pubblica si dica attenta ai diritti degli animali, seppur con una grande variabilità fra quelli che amiamo e quelli destinati a finire nel piatto, gli amministratori restano molto timorosi nel limitare l’uso dei veicoli a trazione animale, che potrebbero essere efficacemente sostituiti con mezzi elettrici o a trazione umana, seppur assistita dalle moderne tecnologie.

Rimasto senza seguito anche l'ordine del giorno approvato dalla Camera l'estate scorsa, probabilmente anche a causa della contrarietà al provvedimento dell'attuale governo che impegnava l'esecutivo a mettere uno stop alle carrozzelle. Inutile nascondere quanto l’offerta sia creata dalla domanda e in questo caso sono proprio i turisti, con le loro scelte, a creare il problema: se ci fosse maggior consapevolezza e attenzione le carrozzelle resterebbero ferme nei posteggi e in poco tempo scomparirebbero senza necessità di interventi legislativi.

Sono i nostri comportamenti da viaggiatori a fare la differenza e su questo bisognerebbe che venisse spesa qualche parola in più anche dalle associazioni, per far comprendere la portata del problema e l’importanza di essere turisti consapevoli e non onnivori che divorano tutto senza avere il tempo di assaporare il piacere di una riflessione, utile a mitigare la nostra impronta ecologica ma anche la sofferenza degli animali.

Basterebbe osservare i cavalli da tiro delle carrozzelle per comprendere che questo tipo di sfruttamento genera sofferenza inutile, priva di ogni giustificazione, considerando che esistono alternative più consapevoli per fare piacevoli giri turistici nelle città del mondo. Come l’uso dei moderni risciò a pedali, sempre più diffusi, dove biker allenati trasportano i loro passeggeri, dando anche informazioni turistiche durante il percorso, in modo assolutamente ecologico e a impatto vicino allo zero. Una soluzione praticabile in città dove le moderne biciclette a pedalata assistita consentono di ridurre quasi totalmente lo sforzo dei biker.

Sappiamo che la condizione degli animali potrà migliorare soltanto quando la percezione della loro sofferenza sarà considerata inaccettabile e quando i loro diritti, che ora trovano un riconoscimento maggiore nella teoria che non nella pratica, vengano riconosciuti come inalienabili. Laddove esistano le condizioni per avere delle alternative, sfruttare un animale sarà visto come un atto grave e ingiustificabile. Grazie all’avanzamento della cultura, il rispetto può e deve essere garantito a ogni essere vivente, migliorando non soltanto le condizioni di vita degli animali ma contribuendo altresì ad aumentare anche i diritti delle persone.

Le leggi rappresentano un baluardo non sempre efficace per ottenere la tutela dei più deboli a causa della complessità della loro applicazione, mentre i cambiamenti culturali, una volta che si sono instaurati nel contesto sociale, rappresentano una garanzia difficilmente aggirabile, consentendo una tutela reale dei più fragili e dei deboli che non potranno più essere sfruttati nell’indifferenza generale.

Arriverà un momento in cui vedere sulle strade di Europa un cavallo ansimante, che sotto il solleone trascini a fatica una carrozza per far divertire i turisti, sarà considerato un fatto moralmente inaccettabile. Quel momento segnerà un punto di non ritorno a favore dei diritti degli animali e sancirà la posa un’ulteriore pietra d’inciampo sulla lunga strada del riconoscimento del diritto inalienabile di tutti gli esseri viventi a essere liberati da paure, angherie e dall’impiego in lavori che comportino sforzi e condizioni inaccettabili.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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