Caro Kodami,
Ti scrivo perché sono colpito dall’accanimento del Santo Padre contro gli animali domestici. Ho visto il video che la vostra direttrice tempo fa aveva fatto rivolgendosi a Papa Francesco e condivido ogni sua parola da cattolico quale sono. Non riesco davvero a comprendere, da uomo di fede ma anche da persona che semplicemente usa la testa, come la figura più importante della Chiesa possa continuare a usare questo assurdo paragone tra famiglie che sceglierebbero di prendere un cane e un gatto al posto di fare figli. C’è tutto un ragionamento da fare e che io mi aspetterei facesse un uomo di religione ma sicuramente anche di cultura, ovvero che non passi solo questo stupido confronto ma che vi sia una riflessione sul perché le persone non fanno più figli e per chi sceglie di “sostituire” con un animale domestico, cosa che accade, per carità arrivi pure un monito ma lo si spieghi bene perché è un errore… E invece no, diamo in pasto alle masse un messaggio populista e pure discriminatorio nei confronti degli animali e lasciamo intendere che o si fanno figli o si adottano cani e gatti. Sono molto dispiaciuto e volevo solo ricordare quello che già avete sottolineato voi con una grande delicatezza che condivido, quella che è mancata e continua a mancare a questo Pontefice.
Pino
Risponde la direttrice Diana Letizia
Caro Pino, è davvero difficile trovare altre parole per descrivere il senso di perplessità – ormai questo ci attanaglia – nell’aver dovuto di nuovo sentire le parole di Papa Francesco. Vediamo un uomo, il cui ruolo è importantissimo, in balia di concetti triti e ritriti che ripropone puntualmente in questa fase, necessariamente, finale del suo papato. In questo nuovo intervento si è complimentato con la comunità indonesiana per la quantità di figli che ogni famiglia ha, paragonando la realtà di un paese che ha condizioni sociali completamente diverse da quel mondo occidentale che invece compie il “gran peccato” di non riprodursi e di prendere cani e gatti, a suo giudizio, al posto di fare figli.
Ora, come ho provato a fare già in una lettera indirizzata umilmente proprio al Santo Padre e poi nel video messaggio che anche lei ha ricordato, è chiaro che il messaggio di Francesco è un altro e riguarda la caduta di valori su cui si fonda la Chiesa che lui rappresenta, ma non si può accettare che per difendere questi ultimi si inducano le persone a capire ben altro. La questione, poi, come ho cercato di sottolineare già, non riguarda di certo la “sostituzione” di cui il Papa tanto parla, ma andrebbero analizzati i perché relativamente a diversi aspetti: dal ruolo delle donne fino alla evidente difficoltà di avere dei figli, per chi li vuole, in tempi come i nostri e società come le nostre in cui dai diritti sul lavoro fino al costo della vita è molto difficile andare avanti con serenità in particolare per chi ha, appunto, altri individui a carico. Ho già auspicato qualcosa di impossibile, evidentemente: che Francesco possa utilizzare il suo ruolo per dare un messaggio chiaro e indirizzato alle persone perché non prendano dei “cagnolini” – come li chiama lui – per sopperire alle loro mancanze.
Credo che poi sia questo che in qualche modo il Pontefice stia dicendo ma, ripeto, la modalità in cui lo fa, il continuare lui per primo a paragonare il rapporto tra genitori e figli con quello tra umani e cani è scorretto e mal interpretabile. Lo sottolineo ancora e la ringrazio per la sua lettera, perché così abbiamo ancora una volta, purtroppo però, l’occasione per poter rispondere anche a coloro i quali ci hanno detto che «non abbiamo capito le parole del Papa». No, noi le abbiamo capite e chi è cattolico per primo, come lei, dovrebbe farsi una domanda in più su quanto sia importante preservare il rapporto con gli altri esseri viventi senza perdere di vista il rispetto tra noi umani, cosa che ogni tanto il Pontefice sembra fare.