Caro Kodami,
l'ho fatto e me ne sono pentita. E sapevo che non avrei dovuto partecipare ma la curiosità è stata più forte del buon senso e poi, sinceramente, non ci volevo proprio credere che si potesse arrivare a tanto per far soldi e approfittando dell'ingenuità delle persone. Mi chiamo Daniela, vivo in provincia di Milano, e ho partecipato a una classe di Puppy Yoga. L'idea che si potessero mettere insieme un'attività rilassante per le persone e la possibilità di incontrare dei cuccioli mi ha affascinato e pensavo che fosse appunto una buona occasione per sensibilizzare le persone nei confronti degli animali che io amo tanto. Non nego che avevo pensato così anche di fare quel passo che ancora mi manca, ovvero prendere un cane. In tutta la mia ignoranza rispetto a quello che poi ho visto e che mi ha indotto invece ad informarmi e a capire che bisognerebbe andare a cercarlo in un canile il compagno di una vita e non in una pseudo palestra chic, ho seguito la moda e mi sono ritrovata in mezzo a persone che di certo erano poco interessate a fare yoga e più che altro a scattarsi foto insieme a cuccioli di poche settimane, cosa che secondo me era evidente anche a una come me che poco ne sa di cani. Ho visto quegli animaletti essere sballottati da una parte all'altra della classe, due Barboncini in particolare non me li toglierò mai più dalla mente: erano proprio minuscoli e tremavano quando venivano toccati. Mi sono messa a cercare su Internet e avevo visto il servizio di Striscia la Notizia, poi ho scoperto che su Kodami voi ne avevate già parlato, ancora prima che arrivasse la moda in Italia e, purtroppo, prevedendo che ci avrebbe "colpiti". Per questo ho sentito il bisogno di scrivervi, anche nella speranza che altri come me non cadano nella trappola di chi vuole speculare sulla buona fede delle persone e sulla pelle di poveri cuccioli.
Risponde la direttrice Diana Letizia
Cara Daniela, la tua testimonianza – che ti ringraziamo di aver voluto condividere con noi – non è l'unica che ci è arrivata ma è molto simbolica delle tante persone come te che, per fortuna, si sono rese conto della brutalità di questa nuova fonte di business a danno degli animali e che ne hanno compreso il vero scopo.
Sì, Kodami ne ha parlato subito, come siamo riusciti a intercettare i primi casi e le prime inchieste addirittura in Spagna. Poi è stata una valanga: segnalazioni di persone che ci seguono e testimonianze dirette per arrivare a fare diversi articoli e mettere in evidenza quanto, appunto, non risulta "chiaro" per chi come te anzi viene stimolato a farlo come se fosse una bellissima esperienza da non perdere.
Hai già tu evidenziato che non c'è invece nulla di positivo in questo tipo di interazioni o, almeno, sicuramente non per i cuccioli coinvolti. E lì dove in te si evidenzia chiaramente una sensibilità per gli animali, forse l'unica strada per far aprire gli occhi alle persone che non lo sanno percepire da soli è che è chiaramente un modo per fargli aprire il portafogli più che la mente e il cuore con il mettere insieme la pratica dello yoga con il "piacere" che si prova a manipolare dei piccoli esseri viventi.
Detto ciò, non è un caso se la tua lettera è la prima ad aprire questo angolo in cui vorrei proprio poter avere uno scambio diretto e – spero – foriero di riflessioni condivise qui su Kodami: proprio oggi è arrivata la buona notizia della nota del Ministero della Salute che stabilisce che le sedute di yoga con i cani rientrano nelle attività di Interventi Assistiti con gli Animali (pet therapy) e che per tanto non possono mai essere impiegati dei cuccioli.
So che il pensiero di tutti noi va al dato di fatto che "fatta la legge trovato l'inganno" ma io cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e questa nota blocca chi ha messo in atto questo tipo di attività commerciale. Per me un segnale importante simbolo dell'interesse dello Stato di tutelare anche animali non umani. Il Ministero della Salute ha formalmente invitato le Regioni e le Province autonome a vigilare affinché non vengano più erogate le pratiche di Puppy Yoga ma, ottimismo a parte, sappiamo bene che non basterà e sta anche a noi continuare a monitorare perché chi di dovere, appunto, faccia… il suo dovere.