Caro Kodami,
mi chiamo Alberto e questa lettera la mando a voi ma la scrivo al mio amico Pablo, un cane randagio che ho conosciuto l'estate scorsa mentre ero in vacanza in un resort in Costarica. Mi piacerebbe tanto davvero che lui la potesse leggere ma almeno così posso raccontare a tutti che bello è stato diventare suo amico! Avevo scelto insieme a mia moglie uno di quei pacchetti "all inclusive" e passavamo la maggior parte del tempo nel resort in cui dovevamo spendere le due settimane tra vita in spiaggia e tour organizzati. Nessuno di noi due era mai stato così lontano da casa e influenzati dal "sentito dire" evitavamo di andare in giro da soli. Un giorno, però, abbiamo visto sulla riva un cane che trotterellava serenamente verso gli ospiti sdraiati al sole con dietro un addetto della spiaggia che lo seguiva senza scacciarlo, ma che lo controllava a distanza. Questo cane si è avvicinato a noi in modo sereno e senza nemmeno che ce ne siamo accorti da quel giorno è diventato un compagno di avventure! Quello che è accaduto, infatti, è che la persona ci ha spiegato poi che Pablo (così lo aveva chiamato un turista spagnolo anche lui passato di lì) aveva l'abitudine di arrivare sulla spiaggia del resort sapendo che lì avrebbe trovato da mangiare, grazie al fatto che per il suo carattere gentile nessuno lo mandava via, nemmeno appunto gli operatori che anzi erano stati invitati dalla proprietà a non trattarlo male, visto che era diventato una vera e propria attrazione per i turisti. Effettivamente anche noi grazie a Pablo siamo riusciti a svoltare la vacanza da "carcerati di lusso" in qualcosa di più vero e avventuroso. Un giorno, quando quel cane marroncino di media taglia è apparso come suo solito al tramonto ed è venuto a salutarci, ho deciso di seguirlo per vedere dove poi se ne andava. A pochi metri da noi ho scoperto che c'era un piccolo villaggio di pescatori. Pablo mi ha portato in giro per le stradine e permesso di assaporare davvero la vita locale e con me, il giorno dopo, è venuta anche mia moglie. Abbiamo preso poi ogni giorno l'abitudine di seguirlo e lui sembrava sempre molto contento e fiero di mostrarci la sua terra e in ogni posto abbiamo scoperto qualcosa di unico che mai avremmo potuto portarci a casa tra i ricordi se non fosse stato per lui. Ecco, io voglio solo con queste mie parole ringraziare Pablo, il cane che mi ha insegnato la libertà!
Risponde la direttrice Diana Letizia
Caro Alberto, non possiamo assicurarti che Pablo leggerà le tue parole ma siamo certi che chiunque incapperà in questa splendida storia di amicizia si ricorderà di lui e della vostra conoscenza. E soprattutto ci teniamo a pubblicarla perché è una bellissima testimonianza su un cane libero.
E sai cosa penso, anche? Che in tanti si immedesimeranno nelle tue parole, anche perché chiunque abbia una certa sensibilità nei confronti dei cani e ha viaggiato in paesi del Sud del mondo può aver fatto una esperienza simile alla tua.
Sì, noi "occidentali" non siamo più abituati a vedere cani che si muovono sul territorio, a parte per chi vive nel Meridione qui in Italia e su questo ci sarebbe tanto da dire rispetto al cosiddetto fenomeno del "randagismo" e tutte le sue sfaccettature. L'ho fatto già in diversi articoli e video su Kodami e non è questa la sede e non è su questo che ora però vorrei puntare l'attenzione. Grazie alle tue parole infatti abbiamo la possibilità di poter far capire a chi ci legge in modo semplice e diretto che un cane non necessariamente deve avere una persona di riferimento o, meglio, che i cani sono animali sociali che vivono nella stragrande maggioranza proprio in libertà (l'80% almeno dell'intera popolazione canina al mondo).
Questo solo per sottolineare che Pablo – come tanti suoi simili – può essere l'esempio di quanto un cane scelga indipendentemente dall'uomo cosa fare nella sua vita, stringendo anche relazioni "a tempo" come è successo tra te e lui.