L'umano di questa storia si chiama Carlo Costa, ha 28 anni ed è originario di Cuorgné, in Provincia di Torino. Thor, invece, è un Cane Lupo Cecoslovacco di un anno e mezzo che, da quando è entrato a far parte della vita del suo umano, è riuscito a stravolgerla, rendendola più serena e anche più avventurosa.
Il momento in cui si sono incontrati, infatti, è coinciso con uno dei periodi più difficili per Carlo, che pochi mesi prima aveva contratto il Covid e ne sentiva ancora i sintomi.
Oggi, a quasi due anni di distanza, sta di nuovo bene e trascorre il suo tempo libero facendo trekking sulle Alpi insieme a Thor, con l'ambizione di salire, un giorno, sul Monte Bianco insieme a lui.
«Nell'inverno del 2020 ero completamente debilitato, mi sentivo distrutto dal punto di vista fisico e la malattia mi aveva lasciato anche un senso di enorme solitudine e una tristezza indescrivibile – racconta a Kodami – Il suo arrivo è stato la mia salvezza, perché sono tornato ad uscire e, come uno spirito guida, mi aiutato nella guarigione fisica e mentale. Appena è stato possibile, abbiamo cominciato ad andare in montagna insieme e, oggi, siamo uniti in una relazione profondissima, basata sulla fiducia reciproca e su un affetto che non avevo mai vissuto prima».
L'arrivo di Thor: cosa significa accogliere un Cane Lupo Cecoslovacco
Thor era nato da 70 giorni quando è stato adottato da Carlo che, da tempo, stava pensando di accogliere un cane nella sua vita. «Quando ho cominciato a parlare della mia intenzione di adottare un Cane Lupo Cecoslovacco, molte persone me lo hanno sconsigliato e posso capirli, perché si tratta di una razza davvero impegnativa e trattata troppo spesso con superficialità – spiega il pet mate che, dal primo momento, si è fatto seguire da un educatore cinofilo – Vivere con loro significa dedicargli quanto più tempo possibile. Non basta certo la passeggiata: si sentono appagati solo se hanno anche l'opportunità di concentrarsi e ragionare. Solo grazie a queste attività, possono raggiungere l'equilibrio emozionale di cui hanno bisogno».
I Cani Lupi Cecoslovacchi, infatti, sviluppano spesso una personalità piuttosto autonoma e sicura, ciò nonostante, hanno una spiccata motivazione affiliativa e sentono, quindi, la necessità di strutturare relazioni profonde con il proprio umano di riferimento, a cui poi affidano le chiavi della loro fragilità nascosta.
«Oggi crediamo completamente l'uno dell'altro e condividiamo ogni momento, ma ciò è possibile perché ci siamo fatti aiutare da un educatore professionista e perché mi sono messo in gioco, ho studiato e investito tempo ed energie nella relazione con lui – spiega Carlo Costa – Non è sempre facile, ma io conosco le sue fragilità e lo tutelo. Lui lo sa e si affida completamente a me».
Nonostante l'aspetto solido e forte, i Cani Lupi Cecoslovacchi che hanno l'opportunità di avere accanto a sé persone di cui si possono fidare davvero, sono in grado di sviluppare un'empatia fuori dal comune.
«Appena iniziamo la giornata insieme, lui si accorge del mio umore e modifica il suo comportamento di conseguenza – racconta Carlo – Quando sono triste o spento, sembra che voglia caricarmi e, a modo suo, mi aiuta a riprendermi e tornare positivo. Sente i miei pensieri e non mi vergogno di dire che Thor sembra la mia anima».
Carlo, Thor, le montagne e il sogno del Monte Bianco
Anche se conducono una vita molto varia, i momenti in cui Carlo sente che la relazione con Thor si manifesta a pieno sono quelli trascorsi insieme in montagna.
In questi 16 mesi, infatti, si sono avventurati quasi ogni domenica sulle montagne della loro zona. «Abbiamo fatto le prime escursioni quando Thor aveva 5 mesi e poi, seguendo la gradualità necessaria per il suo benessere, abbiamo aumentato l'entità dello sforzo, fino a raggiungere i 3500 metri di altitudine della Roccia Melone, in Val di Susa – racconta il ragazzo – Tutto ciò non sarebbe possibile senza una profonda conoscenza reciproca, senza rispetto e senza complicità».
Ora che Thor è adolescente e si sta affacciando all'età adulta, il sogno di Carlo è quello di riuscire a salire insieme a lui anche sul Monte Bianco, la montagna più alta d'Italia.
«Non ho alcuna fretta e desidero che ciò avvenga quando saremo pronti entrambi – spiega – Proprio perché riconosco la complessità di questo ambizioso obiettivo, veniamo seguiti dal punto di vista medico ed alimentare e, inoltre, un alpinista esperto che conosce il territorio ci guiderà nella preparazione e soprattutto, quando sarà il momento, ci accompagnerà nella salita».
La data dell'ascesa non dipenderà però solo dalla forma fisica di Carlo e Thor perché, prima di determinare il periodo in cui avverrà l'impresa, bisognerà valutare anche le condizioni in cui verserà la montagna nella stagione prescelta: «Certamente seguiremo solo percorsi accessibili e adeguati per il passaggio dei cani e non lasceremo nulla al caso – e conclude – La montagna va rispettata e non voglio vivere questa esperienza senza la dovuta cautela, ma piuttosto con la gioia di condividere con lui un'altra avventura».