Brutta avventura per un capriolo finito in mare a Voltri, delegazione del ponente di Genova. L'animale si è spinto fino al crinale del bosco ed è precipitato in acqua. Difficile dire cosa l'abbia spinto: potrebbe essere stato spaventato da un altro animale selvatico o da una presenza umana oppure non aver percepito la distanza tra lui e lo strapiombo. Ancora può essere stato dirottato dal transito di un mezzo agricolo oppure, se un'esemplare femmina alla ricerca del suo cucciolo, questa è la stagione delle nascite, può essere scivolata.
Per fortuna, però, è stato notato da alcuni pescatori che hanno chiamato il 112. Sebbene i cervidi sappiano nuotare se finiscono in mare aperto possono comunque annegare. Nonostante il loro pelo riesca a trattiene l'aria, aiutandoli nel galleggiamento, la fatica prolungata per nuotare e guadagnare la riva può infatti costargli la vita. Ma questo esemplare è stato fortunato perché in suo soccorso sono arrivati i Vigili del Fuoco del distaccamento di Multedo ed i sommozzatori giunti dal comando di Di Negro. Gli operatori si sono calati raggiungendo l'animale e lo hanno infilato in un sacco in modo da tranquillizzarlo: i caprioli riacquistano la calma se non vedono ciò che gli succede intorno e quello di coprirgli gli occhi con una benda o un panno di fortuna è il metodo migliore.
Dopo essersi assicurati che non avesse ferite, il cervide è stato poi liberato in località Campenave, in aperta campagna e in un luogo decisamente più idoneo alla sue esigenze. Nemmeno un mese fa un altro capriolo era finito a bagno alle Cinque Terre. In quel caso erano intervenuti i tecnici del Soccorso Alpino, esperti conoscitori del territorio, che avevano trovato l'animale immobilizzato dalla paura tra gli scogli. Una volta imbragato, lo avevano trasportato su una barella e liberato nel bosco.
In questo periodo, dalla metà di maggio alla metà di giugno, nascono i piccoli di capriolo che – a differenza di altre specie – non seguono la madre nella sua attività, ma rimangono nascosti fra le erbe o cespugli. La madre li raggiunge più volte al giorno per allattarlo. I cuccioli rimangono immobili e rannicchiati in attesa del ritorno della "mamma" e sicuri del proprio mimetismo. I caprioletti non vanno né toccati né prelevati perché allontanati dal loro ambiente naturale e dalla cure materne, spesso non riescono a sopravvivere.