Vernazza, uno dei paesi più turistici e frequentati della Liguria nella cornice delle Cinque Terre. Dalla riva alcuni escursionisti vedono una testa spuntare dall’acqua. Si rendono conto che non è un bagnante. La testa si avvicina: è quella di un capriolo. L'animale, caduto in mare, era riuscito a risalire ma, spaventato, si era immobilizzato tra le rocce. Con tutta probabilità il giovane esemplare maschio si era smarrito ed era scivolato in acqua per poi andarsi a nascondere in un'insenatura.
Per il recupero dell'ungulato, il Parco delle Cinque Terre ha attivato i tecnici del Soccorso alpino e speleologico della Liguria che, sulla base di un accordo con l'ente Parco, presidia il territorio non solo per la sicurezza delle persone ma anche degli animali. Con la massima cautela la squadra ha fatto in modo di sistemare l’animale su una barella. Non avendo ferite o traumi particolari per l’animale non sono state necessarie cure sanitarie. Così è stato portato nell’immediato entroterra dove è stato liberato per riguadagnare il bosco.
I caprioli sanno nuotare e hanno un pelo che trattiene l'aria e aiuta il galleggiamento ma l'acqua non è il loro elemento. Se un ungulato finisce in acqua, significa che è successo qualcosa di anomalo. Può essere stato inseguito da un cane o scivolato da una riva scoscesa o, vicino a strade aperte al traffico, sospinto o dirottato dai mezzi in transito. Nell'entroterra ligure sono diversi i pericoli a cui vanno incontro: dalle reti per la raccolta delle olive alle falciatrici utilizzate dagli agricoltori ai cani di proprietà lasciati liberi nei terreni.
Per la loro salute gli incidenti di percorso, spesso causati dall'uomo, sono molto pericolosi perché i caprioli si spaventano facilmente a contatto con l'essere umano anche quando questi intervenga per aiutarli. Durante le operazioni di recupero, infatti, si è soliti coprire gli occhi ai caprioli in modo che si sentano isolati e non vedano direttamente le persone.
Lo scorso marzo il Soccorso Alpino era intervenuto sempre alle Cinque Terre ma questa volta su una strada provinciale, per salvare un altro esemplare di capriolo probabilmente investito e rimasto ferito a bordo strada. Anche in quel caso era intervenuto il Soccorso Alpino che, una volta messo in sicurezza il capriolo, lo aveva caricato su un mezzo adibito al trasporto animali e portato al centro recupero animali dell'Enpa di Savona. Una volta curato era stato riaffidato ai volontari per il rientro nella sua zona di origine e il rilascio in libertà.