Capre e altri animali da cortile lasciati a pascolare tra i rifiuti. È questo lo scenario che si sono trovati davanti i Carabinieri della stazione di Varcaturo insieme ai colleghi dei forestali di Pozzuoli durante in blitz nel Napoletano.
L'operazione a largo raggio, volta al contrasto dell’inquinamento ambientale, è stata effettuata su input della Procura della Repubblica di Napoli Nord, e ha visto interessata un'area di 23mila metri quadrati appartenenti alla amministrazione pubblica.
Sul terreno demaniale sottoposta a vincolo paesaggistico, un albergatore del posto aveva creato una vera e propria discarica a cielo aperto, nella quale pascolavano gli animali del vicino allevamento abusivo. Sul posto, per verificare le condizioni degli animali, è intervenuto anche il personale dell’Asl veterinaria Napoli nord.
Militari e operatori sanitari hanno certificato come le capre fossero state lasciate a pascolare tra copertoni e lastre di amianto. Al termine dei controlli le capre sono state sequestrate dall’Asl, mentre un uomo è stato denunciato per «detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttiva di gravi sofferenze». Reato sanzionato dalla normativa sul maltrattamento animale.
Al termine del blitz nella frazione del Comune di Varcaturo, i militari hanno denunciato anche un albergatore del posto. L'area, infatti, si trovava proprio accanto all’hotel dell’imprenditore ed è lì che i militari hanno rinvenuto e sequestrato 200 metri cubi di rifiuti speciali tra lastre di amianto, carcasse di roulotte, televisori, lavatrici, condizionatori, pneumatici, materiale edile, sanitari, materassi, insegne di albergo.
Non è la prima volta che i Carabinieri campani si trovano davanti alla reati ambientali e contro gli animali. Uno dei casi più eclatanti avvenuti solo pochi mesi fa è avvenuto in Irpinia, dove è stato trovato un allevamento lager dove stavano insieme tra i rifiuti animali vivi e anche morti.
Scene che purtroppo non sono nuove a chi si occupa di benessere animale, e che travalica i confini regionali e anche nazionali. Su questa materia, recentemente, anche la Commissione Europea che ha annunciato un adeguamento della normativa vigente, giudicata «migliorata, ma non ancora sufficiente».