È morto il capodoglio che lo scorso sabato si è spinto sino alla riva di Rockingham Beach, popolare spiaggia dell’Australia occidentale che sorge una quarantina di chilometri a sud di Perth. Il cetaceo era stato avvistato in evidente difficoltà, emaciato e con problemi respiratori, nell’acqua bassa, e dopo avere ripreso il mare aperto ha percorso poche centinaia di metri prima di restare immobile. La conferma della morte è arrivata due giorni dopo l'avvistamento.
Il capodoglio era stato avvistato dai bagnanti, che approfittando del suo essere rimasto bloccato sulla sabbia si erano avvicinati e addirittura avevano provato a toccarlo e a scattarsi selfie con lui, probabilmente aumentando il tasso di stress dell’animale e ignorando anche le indicazioni dei funzionari del dipartimento di protezione della fauna selvatica dell’Australia Occidentale, che aveva chiesto di rimanere a una distanza di almeno 100 metri. Il rischio aggiuntivo era infatti rappresentato dagli squali, attirati da una potenziale facile preda.
Esperti e volontari avevano quindi allontanato i presenti e istituito una zona di sicurezza a protezione del grande cetaceo, lungo circa 15 metri e pesante oltre 30 tonnellate, monitorandolo per quanto possibile. Da subito la respirazione era apparsa lenta e difficoltosa. Sul posto erano arrivati anche gli esperti dello zoo di Perth, ma come quasi sempre accade in queste situazioni spostare il capodoglio era apparso da subito estremamente problematico alla luce delle sue dimensioni, e si stava valutando di procedere con l’eutanasia per evitare inutili sofferenze.
All’alba di lunedì, il capodoglio si era spostato di circa 300 metri verso Garden Island, ma il ritorno in mare aperto non ha portato il risultato sperato: alle 6.30 i funzionari hanno constatato che il cetaceo era morto. Una notizia che è stata accolta con grande tristezza da chi ha seguito i tentativi di salvataggio a distanza di sicurezza, e proprio per renderle omaggio e ricordare la grande valenza che le balene hanno nella loro cultura e tradizione alcuni rappresentanti dei Noongar, popolazione indigena australiani che risiede nella zona in cui il capodoglio si è spiaggiato, hanno organizzato una cerimonia con un falò sulla spiaggia: «Vorremmo ringraziarli per aver condiviso con noi la loro conoscenza e comprensione di questo evento», hanno detto dal Dipartimento per la Tutela della Biodiversità
Si è quindi posta la necessità di gestire il grande corpo ormai senza vita, alla deriva a poche centinaia di metri dalla spiaggia. Martedì mattina personale specializzato a bordo di due navi, tra cui una lunga 24 metri e una barca del Parks and Wildlife Service, ha rimorchiato il capodoglio sino alla spiaggia, e gli scienziati marini hanno raccolto campioni e dati scientifici per capire che cosa abbia provocato la sua morte. Non è chiaro se abbia impattato contro una barca provocandosi ferite o se abbia contratto qualche patologia, ma alla luce delle difficoltà respiratorie e della magrezza è probabile che lo stato di malessere si sia prolungato per giorni. Il cadavere verrà nei prossimi giorni trasportato da una gru in un luogo sicuro per la sepoltura. Lo scheletro resterà poi a disposizione dei ricercatori per i prossimi anni.
In Italia il capodoglio è considerata una specie a rischio di estinzione (EN) dall'IUCN che ne ha osservato un rapido declino nel Mediterraneo a causa delle spadare, ovvero particolari reti da pesca considerate illegali in molte zone del mondo a causa della mortalità che causano in specie protette come i cetacei ma anche le tartarughe