L’unico dato certo, evidente, è quello che abbiamo avuto in casa per l’ultimo dell’anno. Con i "botti" praticamente ogni cane e ogni gatto ha vissuto in malo modo le ore che gli esseri umani usano per salutare il 2021 e dare il benvenuto al 2022. Una pratica vietata da molti Comuni, che con apposite ordinanze hanno scritto nero su bianco che tutto questo è meglio che non si faccia proprio per garantire una vita serena al mondo degli animali in generale, domestici e specie selvatiche.
All’esterno delle case, lì dove in alcune città (specie le più abitate), c’è stato un continuo di esplosioni, la Lav (Lega anti-vivisezione) ha voluto dimostrare a tutti quale sia il dramma che vivono gli animali. Lo ha fatto puntando la telecamera verso il cielo e guardando tra le fronde degli alberi della Stazione Termini, a Roma, tra le migliaia di storni che quotidianamente colorano il cielo della Capitale.
Nel video si vedono gli uccelli che, con l’avvicinarsi della mezzanotte e l’aumentare dei fuochi artificiali, sono in agitazione. Il loro volo continuo, che può essere mal interpretato come una splendida coreografia, altro non è che il segnale della loro preoccupazione.
«Abbiamo passato la notte di Capodanno a monitorare le zone più critiche dove si sarebbero potuti ripetere gli eventi e le morti dello scorso anno, ed eravamo pronti a prestare soccorso agli animali feriti e bisognosi di aiuto», racconta Lav nel video, che aveva ripreso una situazione «molto critica» già alle 22.30. «Nonostante la terribile situazione avvenuta lo scorso anno sia stata evitata – proseguono da Lav – abbiamo potuto constatare con i nostri occhi quanto i fuochi artificiali siano dannosi per gli animali e creino in loro un fortissimo stress. Una strage è stata evitata e questo speriamo sia di buon auspicio per tutto il 2022».
Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, ha diffuso alcune informazioni alla stampa parlando di 400 tra cani e gatti morti. Ma questi dati non sono verificabili, né tantomeno equiparabili al sistema di raccolta numerica che può avvenire negli esseri umani (quella che, al mattino del primo gennaio, dice quante persone sono risultate ferite e quante hanno perso la vita). La rete del pronto soccorso, gestita con il sistema delle aziende sanitarie e ospedaliere, permette ai media di avere numeri immediatamente disponibili. Altrettanto non accade, invece, nel mondo animale, fin troppo parcellizzato.
L’unico report attendibile risale al 2019 ed è del Wwf: ogni anno, a causa dei fuochi artificiali, ci sono almeno 5.000 animali morti a causa dei botti di fine anno. È una stima, sia chiaro. Di questi, l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli. Se fosse stabile questo numero, tenendo presente che 8 casi su 10 sono di selvatici, ce ne sarebbero almeno 1.000 del mondo degli animali domestici (e, ovviamente, tra questi la parte del leone la fanno proprio cani e gatti). Quindi, una distanza particolarmente profonda rispetto ai dati del 2019, forse un po' troppo. O le nostre case sono piene di criceti e rettili o la stima è davvero troppo approssimativa.