Il 24 febbraio Netflix ha lanciato Canine Intervention, una nuova serie che vede come protagonista Jas Leverette, addestratore cinofilo che lavora in California. I metodi utilizzati con i cani fanno però subito tornare alla mente i discutibili, e più volte denunciati, approcci mostrati nel reality show "Dog whisperer – Uno psicologo da cani" che dal 2004 al 2012 vedeva Cesar Millan alle prese con le sue tecniche legate all'uso sistematico della forza, della coercizione e del maltrattamento fisico e psicologico del cane. I metodi utilizzati dall'addestratore vennero riconosciuti come illegali dai veterinari italiani dell'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), i quali nell'ottobre 2009 chiesero in un comunicato stampa la sospensione del programma denunciando «l'utilizzo di un approccio contrario ai principi della medicina veterinaria e alle leggi italiane».
Ma la storia si ripete e nel 2021 su Netflix e la serie punta di nuovo alla spettacolarizzazione di tecniche antiquate che non tutelano il benessere dell'animale. L'appello per chiedere la sospensione della trasmissione è stato questa volta lanciato da Nicole Barnett, educatrice cinofila canadese che ha dato vita a una raccolta firme su Change.org: «Non abbiamo bisogno di un altro addestratore simile a Cesar Millan che mostri tecniche di addestramento disumane ai proprietari di animali», spiega nel testo della petizione. La motivazione che spinge l'educatrice a combattere contro la spettacolarizzazione di queste tecniche è molto chiara: «Ho trascorso più di un decennio a lottare contro la divulgazione dell'addestramento disumano di animali in televisione. Questo tipo di commercializzazione a scopo di intrattenimento è barbaro e non è utile per la popolazione e per i nostri animali da compagnia». Kodami ha visto la prima puntata del programma ed è sorto spontaneo qualche dubbio sulle strategie utilizzate da Jas.
Un amico vale più di un capobranco
Le tecniche utilizzate in "Dog Whisperer" da Cesar Millan e riprodotte oggi da Jas Leverette nella nuova serie di Netflix fanno tornare indietro nel tempo a quando l'addestramento riconosceva nel collare a strozzo e nella dimostrazione di forza da parte del proprietario strumenti indispensabili per ottenere il ruolo di "capobranco", facendo leva su punizioni, talvolta anche molto severe, per correggere i comportamenti del cane. Fortunatamente però, la coercizione dell'animale viene sempre più spesso rifiutata dai professionisti e sostituita da approcci più moderni che, attenti alla tutela del benessere dell'animale, si basano sulla costruzione di una una relazione tra cane e proprietario. Un rapporto basato sulla conoscenza e sulla fiducia reciproca che non necessiti di vessazione né inibizione. Molti approcci moderni infatti, non riconoscono la punizione come strumento utile per l'apprendimento da parte cane e anzi, è ormai diffusa l'idea che solo all'interno di un contesto di benessere fisico e mentale possa avvenire il processo di apprendimento in grado di modificare un comportamento. L'autorità e la forza fisica vengono quindi sostituiti dalla comprensione, da parte del proprietario, di dover guidare il cane nel mondo come un compagno di avventura affidabile, e non violento, a cui rivolgersi in caso di necessità. Ciò vuol dire vedere in quel cane un soggetto dotato di cognizioni e emozioni, in primis, e di una sua storia che può essere compresa solo se lo si valuta sotto tre differenti lenti di ingrandimento: la sua evoluzione come specie cane, le sue caratteristiche legate alla razza o alle razze che fanno parte del suo Dna se meticcio e poi il singolo individuo e il suo percorso personale.
La prima puntata: Lady Macbeth viene sottratta al proprietario
La prima puntata di Canine intervention vede come protagonista Lady Macbeth, una Pitbull che ha perso una zampa a causa di un proiettile. «Lady in passato ha più volte morso gli ospiti che sono entrati in casa – racconta il proprietario – spingendomi a chiedere aiuto ad un esperto». In pochi minuti Jas Leverette entra in casa e valuta la situazione, sostenendo che sia necessario un periodo di addestramento intensivo di tre settimane lontana dal proprietario: «Instaurerò un rapporto con lei prima di portarla via», spiega alle telecamere, mentre si avvia verso il secondo appuntamento con il proprietario di Lady. Dopo pochi minuti Jas ha già messo in chiaro la sua posizione: sarà lui ad occuparsi delle attività di addestramento di Lady Macbeth.
A questo punto più di un dubbio sui metodi deve sorgere in chi guarda e, si spera, in chi ha un cane a casa: come si sentirà il Lady nel momento in cui verrà sottratta dalla sua casa e portata via da uno sconosciuto? La cinofilia moderna riconosce come indispensabile il benessere psicofisico dell'animale per ottenere risultati nell'apprendimento e non si possono non considerare le emozioni negative che ha provato Lady Macbeth: caricata con un collare a strozzo sul furgoncino di uno sconosciuto e allontanata da casa sua. Inoltre: se il proprietario non sarà presente in questo importante momento di vita, come farà a rappresentare, nel futuro di Lady un compagno di avventure a cui rivolgersi in caso di necessità?
Canine intervention trasmette messaggi inappropriati alle persone che vogliono vivere con un cane, come la banalizzazione della relazione con il proprietario che diventa superfluo: un tizio qualsiasi a cui riconsegnare un cane "perfetto" come può esserlo un oggetto, una macchina portata dal meccanico e "rimessa a posto". Ma quella è un'automobile, appunto, non un essere senziente con cui entrare in relazione con tutti i momenti belli o più complessi che accadono quando ci si mette in ascolto dell'altro. Come accade, del resto, anche nei rapporti tra noi esseri umani.
Per annullare la programmazione di "Canine Intervention" hanno già firmato 37.591 persone (aggiornamento al 2 marzo 2021) e non manca molto per raggiungere l'obiettivo di 50.000 firme.