Il canile di Muratella ancora una volta nell’occhio del ciclone per l’assistenza veterinaria. Al centro delle proteste delle associazioni, e delle reiterate richieste di revocare il bando di assegnazione in vigore da poco più di un mese, c’è la morte di Rocky, un cane che soffriva di crisi epilettiche e che – stando anche alla denuncia presentata nei giorni scorsi – è stato sottoposto a eutanasia dopo che un cambio di terapia lo ha ridotto in condizioni disperate e irreversibili.
Rocky, in canile dal 2019, era uno dei tre cani epilettici di Muratella. La sezione di Ostia della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che già si era fatta carico di quanto accaduto a Belen e a Palla di Neve (la prima aggredita da un altro cane e visitata solo il giorno successivo, il secondo morto per una diagnosi sbagliata), ha seguito il suo caso e tentato, inutilmente, di salvarlo.
La storia di Rocky: il cambio di terapia, le crisi e l'eutanasia
«L’attuale responsabile della parte sanitaria dei canili comunali di Roma, il dottor Felli, voleva far trasferire Rocky in una struttura convenzionata nei giorni scorsi, per non somministrare più il farmaco Soliphen – ha spiegato la presidente della sezione ostiense della LNDC Emanuela Bignami – L’assessore Alfonsi era intervenuta e aveva bloccato il trasferimento indicando al veterinario di continuare a somministrare quel farmaco. Di sua, il dottor Felli ha deciso di cambiare il dosaggio che prendevano abitualmente i tre cani, aggiungendo senza nessuna motivazione anche il bromuro. E così Rocky ha ricominciato ad avere forti crisi epilettiche e da sabato mattina continue, gli operatori hanno dovuto chiamare la Asl per chiedere aiuto, i quali hanno dovuto sedare il povero cane, neanche il Valium faceva più effetto».
Due operatrici della società che gestisce il canile (e che è separata rispetto all’assistenza veterinaria) sono riuscite a trasferire Rocky alla clinica veterinaria Gregorio VII di Roma, a spese del gestore. Le condizioni del cane però erano ormai disperate, e i medici, vedendo il suo stato di enorme sofferenza, hanno ritenuto opportuno procedere con l’eutanasia. Anche in questo caso però sono sorte complicazioni, perché – come spiegano sempre le associazioni – il Dipartimento Ambiente non ha voluto prendere una decisione rimpallando la responsabilità. Alla fine è stata una delle operatrici del canile a risolvere la situazione: ha adottato ufficialmente Rocky, e così facendo ha potuto, con enorme dolore, autorizzare l’eutanasia.
L'assistenza veterinaria a Muratella: come ci si è arrivati
Quanto accaduto a Rocky è stato documentato con foto e video (che Kodami sceglie di non pubblicare, come da prassi, nel rispetto della dignità di ogni essere vivente) e solleva per l’ennesima volta dubbi sull’adeguatezza del bando che conferisce la gestione dei servizi veterinari di Muratella al dottor Adriano Felli, medico veterinario, con un investimento di spesa di 138.274 euro più iva, per un totale complessivo di 165.320,39 euro. Felli è entrato in servizio l’11 aprile, e deve garantire l’assistenza sino al 31 dicembre 2022. La sua nomina è arrivata ad aprile, dopo il mancato rinnovo dell'incarico alla precedente azienda, Abivet, che tramite il responsabile Maurizio Albano aveva spiegato che «non abbiamo ricevuto nessuna proposta concreta di proroga. Se l’avessero fatta alle stesse condizioni l’avremmo accettata per evitare la sospensione del servizio veterinario, che mette a repentaglio la salute e il benessere degli animali nei canili. L’assessore non ha mai dato risposta alle nostre richieste al fine di provvedere ad un servizio sanitario soddisfacente».
L’assessorato all’Ambiente, dal canto suo, dopo le proteste sull'assenza di un servizio veterinario per i cani di Muratella, aveva prima annunciato l'esistenza di un accordo-ponte temporaneo con una clinica, poi l'assegnazione dell'incarico a Felli. Non ha invece commentato ufficialmente i recenti casi denunciati dalle associazioni, né manifestato pubblicamente l’intenzione di procedere con un approfondimento della situazione sanitaria a Muratella. A oggi però sono due i cani morti in un mese, mentre un altro, ridotto in fin di vita, è stato salvato grazie all’impegno dei volontari.
«Oggi mentre te ne andavi, non eri solo – è stato il commento di Bignami sulla morte di Rocky – Ma anche nella fine, sei stato abbandonato da chi per legge doveva tutelarti, proteggerti e porre fine alla tua sofferenza, ormai irreversibile e costante. Da qualche ora, finalmente, stai riposando in pace e solo grazie all’operatrice del gestore, che era lì per te e che ha deciso di adottarti, autorizzando così la clinica, dove eri ricoverato, a procedere. Si è toccato il fondo qui a Roma».
I consiglieri capitolini e municipali: «Revocare immediatamente l'incarico»
A denunciare l’accaduto, oltre alle associazioni animaliste, sono anche alcuni consiglieri municipali e capitolini, prime tra tutti Simonetta Novi, consigliera per la Lista Calenda nel Municipio VIII, e la collega in Campidoglio Flavia De Gregorio. Che nei giorni scorsi avevano chiesto nuovamente la revoca del bando di assegnazione della gestione veterinaria definendola illegittima, e che hanno raccontato quanto sarebbe avvenuto a Rocky.
«Solo l'umana pietà di un operatore ha permesso ai medici della clinica, con la sua adozione, di poter procedere con l'eutanasia compassionevole. Rocky è morto 2 volte: per malasanità e per mancanza di pietà – ha detto Novi – Come Lista Civica Calenda Sindaco abbiamo presentato accesso agli atti per avere la cartella sanitaria di Rocky. A Muratella ricordano che a gennaio il precedente gestore sanitario aveva provato ad abbassare lievemente il dosaggio di Soliphen ma Rocky era subito entrato in crisi. Era stato ricoverato e tornando al suo dosaggio normale si era ripreso ed era rientrato a Muratella. Se la cartella clinica confermasse questa situazione, sarebbe ancora più grave la decisione di dimezzargli la dose introducendo il bromuro. E poi, sono state fatte le analisi cliniche prima di valutare questo cambio repentino di terapia? Tutte domande che aspettano risposta per dare giustizia e verità al povero Rocky e a tutte le persone che lo piangono. Inoltre abbiamo chiesto di sapere che terapia stanno facendo Melampo e Tortellino, gli altri 2 cani epilettici di Muratella. Se anche loro hanno subito un cambio dosaggio, chiediamo il ritorno immediato al protocollo precedente».
«L’assessore Sabrina Alfonsi cosa aspetta a revocare il contratto vista anche la palese irregolarità della procedura di affido diretto che è stata utilizzata e la pochezza di un disciplinare tecnico di incarico elaborato dal Dipartimento Ambiente – chiede ancora Novi – Cosa aspetta a rifondare l'Ufficio Benessere degli Animali, del tutto inadeguato e con personale colpito da procedimento disciplinare che dovrebbe ruotare?».
Al coro di proteste si è aggiunto anche Daniele Diaco, vicepresidente della Commissione Ambiente e consigliere capitolino M5S: «Avevamo detto che avremmo sorvegliato, monitorato. Ma non basta più, perché non possiamo semplicemente prendere atto dell’ennesima morte, dell’ennesimo fallimento del servizio veterinario della Muratella, causa una cattiva gestione da parte dell'amministrazione della giunta attuale – ha detto in una nota – Non ci vogliamo rendere corresponsabili dell’ennesima violenza ai danni di nostri cari, proprio ora che nel nostro ordinamento giuridico si stanno inserendo norme a tutela dei nostri cari amici a quattro zampe ai quali si riconosce loro il diritto alla non- violenza. Non possiamo aspettare un altro anno, se l’appalto per il servizio veterinario affidato dall’amministrazione Gualtieri è partito male, non possiamo accettare che ne facciano le spese i nostri cari amici animali. Di conseguenza ci auguriamo che sia l'ultimo caso e stiamo valutando di procedere a denuncia per il povero Rocky affinché non possa accadere mai più».