Due cani vaganti sono entrati nell'ospedale di Lamezia Terme e, indisturbati, sono saliti fino al primo piano. L'episodio è stato ripreso e diffuso in Rete dal consigliere comunale Mimmo Gianturco che raggiunto da Kodami spiega: «È la fotografia dello stato in cui versa il territorio, sia dal punto di vista sanitario che nella gestione del randagismo».
Gli animali si sono mostrati molto tranquilli: nelle immagini si vede chiaramente mentre passeggiano per i corridoi e lungo le scale. Si sono poi diretti verso l'uscita e lì sono stati accalappiati e condotti nel canile municipale gestito dalla Lamezia Multiservizi, società in house del Comune.
Una soluzione che secondo il Consigliere rappresenta la più sbagliata per gli animali: «Non risolve niente prendersela con questi due individui: sono innocui e lo dimostra il fatto che sono usciti in piena autonomia dall'ospedale, in virtù di questo sarebbe preferibile la reimmissione sul territorio. Se vogliamo che episodi del genere non si ripetano più è necessario intervenire a monte per una migliore gestione degli animali liberi, e degli stessi canili, dato che nel municipale attualmente si trovano circa 300 soggetti».
Il commissario straordinario dell'Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, in una nota ha definito quanto accaduto «surreale» e precisato che i due animali «sono stati immediatamente allontanati dal presidio ospedaliero, grazie all'intervento della guardiania e del servizio veterinario aziendale». Il commissario ha quindi spiegato la dinamica: «Da primissimi riscontri sembra che i due cani siano entrati da una porta lasciata aperta dal personale che si avvicendava per i turni di notte. Una disattenzione inaccettabile, che non doveva verificarsi».
Battistini ha anche individuato i possibili colpevoli dell'incursione, ma per lui non si tratta degli umani che hanno lasciato la porta aperta, bensì degli animali che si trovavano nei paraggi: «Il problema che nell'area verde dell'ospedale, molto vasta, risiede da anni una colonia di randagi».
Una versione sconfessata da Gianturco: «Dai primi contatti avuti con i volontari i due non sono parte del branco che stanzia nelle vicinanza dell'ospedale, ma in ogni caso, se all'interno della struttura ci fosse stato personale sufficiente non sarebbero arrivati indisturbati al primo piano. Il problema non sono gli animali ma un sistema sanitario territoriale che fa acqua da tutte le parti, sia nelle prestazioni offerte, che, come visto, nella sua più basilare organizzazione interna».
Sia Gianturco che Battistini sono concordi però nell'individuare nell'amministrazione comunale l'entità che, almeno per ciò che concerne gli animali, è chiamata a intervenire. «Se i Comuni non ci danno una mano, anche in cose basilari come ad esempio la raccolta dei rifiuti o il controllo di colonie di cani randagi diventa tutto davvero troppo complicato», si legge nella nota dell'Asp.
Il consigliere di minoranza, invece, lamenta una cronica assenza di politiche di gestione del randagismo: «Gli interventi tardano ad arrivare, nonostante le sollecitazioni mie e di altri consiglieri, ma soprattutto dei volontari del territorio. Il Comune non effettua nessuna misura di prevenzione, è come se questo non fosse un problema di sua pertinenza, quando invece i Sindaci sono proprio i responsabili dei cani vaganti dei loro territori».
I due cani, nel frattempo, rischiano di trascorrere il resto della loro vita in canile.