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26 Marzo 2021
10:02

Cani molecolari: i timidi “super nasi”

Il termine "cani molecolari" non fa parte del gergo tecnico della cinofilia, ma viene spesso utilizzato per descrivere i cani addestrati dall'uomo per cercare persone o animali scomparsi.

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Con il termine "cani molecolari" vengono spesso definiti i cani utilizzati dall'uomo nella ricerca di persone e altri animali scomparsi. Questo nome non appartiene però al gergo tecnico della cinofilia e viene utilizzato talvolta per definire i soggetti dotati di un ottimo olfatto e addestrati per questo compito.

Tra questi vi sono spesso i Bloodhound e infatti si è diffusa l'errata convinzione che "cane molecolare" sia in realtà il nome ufficiale di questa antica razza di segugi del Belgio.

Eppure nell'ambito della ricerca vengono utilizzati anche i Pastori Tedeschi, i Beagle e soggetti appartenenti ad altre razze. In particolare, per quanto riguarda la ricerca e l'individuazione delle piste olfattive vengono considerati abili i segugi tedeschi appartenenti a 3 razze chiamate Hannoverscher Schweisshund, Alpendländische Dachsbracke e Bayerischer Gebirgsschweisshund.

Come sempre, però, è bene ricordare che a rendere il soggetto adatto a un determinato compito non è solo la genetica e l'appartenenza a una specifica razza, ma anche un insieme di aspetti legati ai talenti, agli interessi e alle motivazioni che contraddistinguono l'individuo. Anche i meticci, infatti, possono aiutarci nella ricerca di persone scomparse e animali feriti.

Come viene addestrato un cane molecolare

Avendo a che fare, nella maggior parte dei casi, con cani già abilissimi nell'individuare un odore, il lavoro dell'addestratore per i cani da ricerca è soprattutto quello di abituare i singoli a riconoscere, selezionare e segnalare la presenza di una specifica pista olfattiva tra tante altre.

L'addestramento deve ovviamente venire pensato in base alle necessità del singolo e al ruolo che, insieme al suo umano dovrà ricoprire, ma vi è un'attività che verrà svolta quasi certamente, ed è quella della discriminazione degli odori.

Al cane viene fatto annusare un oggetto che presenti l'odore da cercare, in modo che lo memorizzi e, se correttamente addestrato, nel momento in cui lo individuerà nell'ambiente, assumerà una specifica postura, oppure proporrà un preciso comportamento che, nella maggior parte dei casi è un abbaio. Alcune razze di segugi, infatti, sono state selezionate nei secoli dai cacciatori anche favorendo un'ottima motivazione comunicativa, che li porta ad abbaiare con una voce profonda e forte nel momento in cui si avvicinano al target.

Il Bloodhound e i segugi della sezione "cani da pista di sangue"

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I progenitori dei Bloodhound si occupavano, tra le altre cose, di cercare nelle foreste le tracce degli schiavi feriti che tentavano di fuggire. Questo triste compito li ha resi famosi come "cani da sangue" ovvero la traduzione in italiano di Bloodhound. Secondo un'altra teoria, però, l'origine del nome sarebbe da ricercare nella traduzione di "blooded hound" ovvero "cani puro sangue", per via dell'antichissima storia della razza, nata addirittura nel Medioevo.

Il Bloodhound è un cane di taglia medio – grande, dal corpo massiccio, con un'ossatura solida e un'evidente massa muscolare, nonostante la quale rimane un cane elegante. Può raggiungere i 50 kg di peso e ciò che lo rende davvero riconoscibile è la forma del muso: più lungo che largo e ricoperto di profonde rughe, date dall'abbondante ed elastica pelle. Questi abili cani da pista hanno lunghe orecchie che, come paraocchi, permettono di incanalare gli odori del terreno, una volta che il naso è a terra.

La sua storia di lavori svolti a stretto contatto con l'uomo lo hanno reso un cane fortemente affiliativo e, grazie a questa spinta all'appartenenza al gruppo, il Bloodhound è un cane generalmente pacifico nei confronti degli umani e anche degli altri cani. Come molti segugi anche lui, di fronte al rischio di un conflitto reagisce prendendo spazio o mostrando indifferenza.

Appartiene al gruppo 6 della nomenclatura di Enci, ovvero quello dei segugi. Una delle sezioni del gruppo è quella dei "cani da pista di sangue", la quale comprende altre 3 razze tedesche, che hanno talenti e caratteristiche simili a quelle dei Bloodhound. Si chiamano Hannoverscher Schweisshund, Alpendländische Dachsbracke e Bayerischer Gebirgsschweisshund e sono state selezionate nei secoli da parte dei cacciatori per essere abili nell'individuare la presenza di un animale abbattuto o ferito.

La motivazione competitiva è in ognuno di questi cani molto bassa e ciò è determinato anche dai secoli di lavoro svolto in muta, anche se oggi lavorano prevalentemente da soli o in coppia.

Se volete vivere con uno di loro, sappiate che vi chiederà di creare una rapporto basato sulla fiducia: anche se prenderà molto le distanze durante le passeggiate, aspettatevi che torni. Pochi guinzagli corti e molta libertà quindi e, quando lo vedrete riapparire all'orizzonte, ringraziate la motivazione affiliativa, oppure la fame.

Se faticate molto a offrirgli la libertà, provate a contattare un educatore cinofilo, perché un segugio sempre al guinzaglio finirà inevitabilmente per soffrire.

La timidezza di chi vede il mondo con il naso

I segugi sono cani fortemente interessati alla perlustrazione del mondo che li circonda e queste grandi doti olfattive, selezionate proprio da noi umani per renderli abili nella caccia, li ha portati a disinteressarsi a molti altri aspetti della vita insieme a noi. In generale, infatti sono cani che tendono ad avere comportamenti timidi e distaccati. Si lasciano trasportare con il naso a terra, in un mondo che noi umani non riusciamo a percepire.

Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, ci spiega cosa significhi vedere il mondo con il naso di uno di questi cani: «Quando è intento a fiutare, la sua mente risulta essere molto impegnata nell’analisi delle molecole olfattive, e questi cani, come detto, hanno un talento particolarmente spiccato per questo, una sorta di ipertrofia, che ha a che fare sia con la morfologia che con la cognizione. Da qui si comprende quanto sia difficile quindi avere la loro attenzione e, soprattutto quando sentono un odore, i nostri richiami avranno pochissima efficacia. Essere persone molto ansiose non aiuta il benessere di questa tipologia di cani, che hanno un range di azione davvero molto ampio».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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