Una passeggiata con i cani in campagna in una calda domenica di inizio ottobre ha rischiato di finire in tragedia per Barbara Verdenelli, educatrice cinofila, e per i suoi due cani. Gli animali, infatti, dopo avere corso nel parco fluviale Confluenza, nel comune di Osimo, nelle Marche, si sono sentiti male, e hanno iniziato ad avere vomito, diarrea e sangue nelle feci, costringendo la loro pet mate a correre da un veterinario per salvare loro la vita.
L’episodio è stato denunciato direttamente da Verdenelli, che ha anche immortalato i due cani, due femmine di Golden Retriever – Naira e India – mentre sguazzavano nel fiume Musone, rincorrendo la pallina: «Una passeggiata domenicale, nella mezza giornata libera prima di andare al lavoro, un tuffo di dieci minuti di orologio per rinfrescare le zampe dopo l'anello di Campocavallo, giusto il tempo di ripartire, l'abbiamo fatto tante volte, ma ieri questi dieci minuti, fatti di lanci di pallina, sono bastati a rischiare di perdervi entrambe», si è sfogata sui social.
Riportando anche la diagnosi: «Intossicazione da fiume, con colite emorragica, ricovero immediato e tanta paura di perdervi – è stato lo sfogo – non è possibile vivere con i nostri cani in posti dove devi stare attenti all inquinamento, alle polpette con chiodi, all’erba alta con forasacchi che non viene mai tagliata».
Passato lo spavento iniziale, e rientrate l’emergenza – Naira e India sono adesso fuori pericolo – Verdenelli è tornata sul posto per fare un sopralluogo e alcune fotografie, che ha poi condiviso con Enpa: «Abbiamo fotografato dei tubi di plastica, forse scarichi abusivi di qualche allevamento o terreno agricolo – ha detto all’associazione – e pensare che questi liquami vanno a finire in mare, dove tutti facciamo il bagno. Trovo questa situazione orribile, inaccettabile e soprattutto pericolosa per tutti, anche per noi. Ovviamente abbiamo scritto all'Arpam e ad altri enti».
Enpa si è quindi fatta carico di seguire sino in fondo la vicenda: «Ci appelliamo anche noi alle autorità chiedendo rigorosissimi controlli nei confronti di chi sversa – hanno fatto sapere dall’associazione – I fiumi delle Marche sono avvelenati anche perché mancano controlli e prevenzione. Inoltre, come risulta dalla stampa apprendiamo che ci sono aziende recidive che avvelenano le acque interne e ci chiediamo quali provvedimenti siano stati presi nei loro confronti. Intanto, persone ed animali sono a rischio ma sembra non importare a nessuno. Auspichiamo che anche la nostra regione possa uscire dal medioevo e da un sistema dove le regole vengono spesso violate a livello locale, nonostante l'apprezzabile lavoro dei forestali. Ci auguriamo che non vinca l'impunità e nel frattempo chiediamo a tutti i cittadini, in particolare chi ha cani e bimbi, di evitare di bagnarsi nei fiumi della fascia collinare medio-bassa fino al mare».