Dal 15 al 18 giugno a Zeri, sul confine tra Liguria e Toscana, si terrà l'Atlas Connection Festival, un evento musicale che, in uno straordinario contesto naturale fatto di boschi e colline, per tre giorni ospiterà anche laboratori culturali, culinari e artigianali. Tra i numerosi workshop in programma, ci sarà anche quello organizzato dall'istruttore cinofilo Davide Mora, in collaborazione con l'organizzazione Stray Dogs International Project, nell'ambito del progetto "Cani in Festa".
Gli esperti parleranno di come assicurare il benessere psicofisico ai cani che accompagnano i propri umani in questo tipo di eventi e, per tutta la durata del festival, offriranno consigli di gestione a chi ne sentirà il bisogno, oltre che un servizio di primo soccorso veterinario in caso di emergenza.
L'obiettivo è quello di favorire la conoscenza dell'etologia della specie e garantire un'esperienza il più piacevole possibile ai cani, sebbene il contesto possa risultare complesso. «Quello della presenza dei cani alle feste è un argomento molto delicato e dibattuto – spiega Clara Caspani, educatrice cinofila e fondatrice di Stray Dogs International Project – Non vogliamo incentivare i partecipanti a portare con sé i cani, ma piuttosto offrire un aiuto a chi non ha altre soluzioni e a chi vive con un cane abituato a questo tipo di eventi. Altri festival preferiscono optare per un divieto totale di ingresso ai cani, ma il proibizionismo non è la strada migliore perché non favorisce in alcun modo la conoscenza dell'altro. Il nostro desiderio è quello di fare un passo verso la convivenza, senza dimenticare di prestare attenzione alla soggettività, agli interessi dei singoli cani e alla relazione che li unisce ai pet mate».
Prima di tutto, infatti, è bene sottolineare che i cani, esattamente come noi umani, hanno personalità uniche. Alcuni, ad esempio, potrebbero trovarsi a proprio agio all'interno di un festival nonostante l'ambiente sia potenzialmente complesso, perché fatto di musica ad alto volume, movimenti improvvisi, artisti che si muovono da ogni parte e suoni imprevedibili. Altri invece, si sentono in ansia, frustrati o spaventati e il rischio è che l‘avventura si possa trasformare in un trauma.
Il workshop organizzato dagli educatori cinofili darà l'opportunità di ricevere informazioni da sfruttare anche in altri ambienti che non hanno nulla a che fare con i festival: «Al giorno d'oggi i cani ci accompagnano in moltissimi contesti che, per loro, possono rappresentare una preoccupazione, come ad esempio il centro commerciale con tutti i suoi suoni, le sue superfici lisce e lucide e l'affollamento dei negozi ma anche il classico aperitivo del sabato sera nel quartiere più in voga della città. Conoscere la comunicazione e il profilo del proprio cane può aiutare nel futuro a vivere nel migliore dei modi anche all'interno di altri contesti del quotidiano che non sono esattamente "a portata di cane"».
«Una collettività consapevole e attenta al benessere dei cani»
Uno dei consigli proposti da Caspani e Mora per vivere al meglio l'Atlas Connection Festival in compagnia dei propri cani è quello di trovare ogni giorno il tempo per una lunga passeggiata insieme. «Il festival si tiene in un ambiente ricco di sentieri. Condividere avventure nella natura favorisce certamente la relazione che unisce pet mate e cani. Se si sente appagato, il cane vivrà con più agio durante tutto l'arco della giornata. Inoltre, grazie a questo progetto desideriamo raggiungere anche chi non partecipa all'evento in compagnia di un cane, in modo che possa comportarsi maniera adeguata con quelli presenti e riconoscere, ad esempio, i soggetti che non amano essere toccati – anticipa Caspani – Trattandosi di un festival che dura più giorni, chi ne avrà bisogno potrà anche chiederci consigli sulla zona migliore in cui posizionare il proprio camper o la propria tenda, in modo che i cani possano avere a disposizione degli spazi adeguati per trovare la calma, oppure possano vivere l'esperienza a contatto con altri cani».
Gli esperti aiuteranno inoltre i partecipanti a riconoscere i segnali che fanno intuire che il cane si trova in una situazione di disagio: «Spesso cominciano ad avere il respiro affannato, tengono la coda tra le gambe, non vogliono seguire il loro umano, si fermano, oppure, al contrario, non riescono a trovare la calma – spiega l'esperta – Solo riconoscendo la loro inquietudine possiamo modulare il nostro comportamento e porci adeguatamente all'interno dei diversi contesti, sulla base dei loro bisogni. Così facendo saremo davvero parte integrante del processo di inclusione di un'altra specie».
Il lavoro di Stray Dogs International Project, infatti, è da sempre concentrato sul dialogo nell'ottica di favorire una relazione tra esseri umani e cani. «Vogliamo che questo progetto pilota sia un'occasione di confronto, riflessione e conoscenza, un'esperienza da aggiungere al proprio bagaglio culturale e da condividere anche con altri amici che frequentano le feste – conclude Caspani – Per tutta la durata del festival vogliamo provare a costruire una piccola società consapevole e davvero attenta al benessere di chiunque ne faccia parte, cani compresi».