video suggerito
video suggerito
20 Aprile 2023
16:44

Cani in corsia al Regina Margherita di Torino: torna la Pet Therapy per i bimbi

È ripartito a pieno ritmo il progetto “Amici a quattro zampe” finanziato dalla Fondazione Forma all'interno dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dopo il lunghissimo stop a causa della pandemia. E i benefici sono già ben visibili.

224 condivisioni
Immagine

La piccola S. ha 11 anni e avrebbe tante cose da dire, ma l’ansia blocca le sue parole. Con un cane accanto, però, è riuscita a rompere parte di quel silenzio e ad esprimere le sue emozioni attraverso una spontanea risata.

C. di anni ne ha 15 anni, ha un problema con il cibo e tende a controllare tutto di sé. Ma nei momenti in cui incontra un cane riesce a lasciarsi andare un po', ritrovando il suo aspetto più spontaneo.

«Siamo stati dei precursori delle attività assistite con gli animali negli ospedali, non i primi ma tra i primi: era il lontano 2012 – spiega a Kodami Irene Bonansea di FORMA Onlus, la fondazione che finanzia i progetti di Pet Therapy all’interno dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino – Il progetto “Amici a quattro zampe” ha preso avvio con lo scopo di favorire l’umanizzazione dell’Ospedale attraverso l’interazione con il cane, cercando di distogliere l'attenzione dei piccoli ricoverati dall’ambiente circostante e dalla malattia e cercando di lasciare loro un bel ricordo».

Gli incontri si svolgono con cadenza bisettimanale di almeno due ore: «L’attività all'inizio si svolgeva solo in un'area dedicata al pian terreno per i bambini che potevano muoversi e spostarsi dal reparto ma pian piano, vedendo i risultati, dal 2013 si sono aperte anche le porte dei reparti con incontri nelle loro sale gioco e anche nelle loro camerette qualora non possano muoversi. All’inizio vedere gli animali in ascensore faceva un certo effetto, poi è diventata quotidianità. Fino a quel terribile febbraio 2020 quando si è chiuso tutto per l’arrivo del Covid».

Immagine

L’uscita dalla pandemia nel mondo esterno, però, non è andata di pari passo con l’uscita dalla pandemia all’interno dell’ospedale. «Lo stop è stato molto più lungo e infatti le attività con i cani sono riprese solo nel febbraio scorso. Negli ospedali la ripresa è stata molto più controllata.  Abbiamo ricominciato con i cani nei day hospital, quindi con i bambini che non erano ricoverati, ma che magari avevano appuntamenti fissi,  e con i piccoli e meno piccoli di psichiatria infantile. Poi da lì siamo rientrati nuovamente nei reparti e ad oggi l’attività è ripresa nella sua forma tradizionale».

Le reazioni dei bimbi e le relazioni che si vengono a creare sono incredibili e i benefici altrettanto. «La relazione con il cane crea sul piccolo e sul genitore subito una grande tranquillità. Qualche giorno fa è successo con un bimbo di due anni che doveva fare una visita cardiologica: ovviamente non voleva farla, era spaventato, ma arrivato il cane si è immediatamente rasserenato e il medico è riuscito a visitarlo senza problemi».

C’è anche il fattore compagnia molto importante: «Questi bimbi talvolta devono affrontare lunghe terapie come la dialisi attaccati per ore a una macchina. Con il cane vicino spesso alla fine dicono di non vedere l’ora di tornare. E poi, un altro grande beneficio sono i tantissimi sorrisi che l’affetto di questi animali crea. E la cosa bella che non avviene solo sui bimbi, ma l’effetto è ben visibile anche sul personale, basta una carezza per sciogliere un viso più imbronciato».

Il progetto “Amici a quattro zampe” non va confuso con la preziosa attività di volontario offerta dalla Fondazione: «Lo sottolineo perché la persona che entra in ospedale è un educatore cinofilo, è un professionista formato come richiesto dai protocolli capace di scegliere le giuste attività con i cani. Questi, poi, sono sottoposti a regolari controlli sia sanitari che comportamentali. A me arrivano di continuo curricula di persone che mi dicono che il loro cane sarebbe perfetto, ma la Pet Therapy va fatta seguendo le regole e non come una attività di volontariato. Pertanto noi finanziamo il progetto esattamente come raccogliamo fondi e poi spendiamo per acquistare un macchinario, allo stesso modo».

I protagonisti delle attività sono Sally e Spuma, due Lagotti, poi c’è la Golden Retriever Camilla, quindi Zedi Pastore Australiano: «Quando una cane entra in un reparto, non c’è nulla da fare, l’atmosfera e l’umore di tutti cambia. Quello che riesce a dare il cane è incredibile e le reazioni sono altrettanto».

Avatar utente
Simona Sirianni
Giornalista
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social