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7 Gennaio 2021
9:59

Cani e gatti possono seguire un’alimentazione vegetariana e vegana?

Cani e gatti sono carnivori, eppure alcune persone potrebbero volergli somministrare una dieta vegetariana/vegana. Uno scarso valore biologico, fermentazioni anomale del microbiota intestinale e fattori antinutrizionali devono essere messi sul piatto della bilancia, assieme ovviamente a questioni etiche.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Mi è capitato che un mio cliente mi chiedesse se il suo cane o il suo gatto avrebbe potuto seguire una dieta vegana o almeno vegetariana. La scelta di una dieta vegetariana o vegana per cani e gatti deve essere trattata sotto due punti di vista a mio parere: quello puramente nutrizionale e quello etico. Dobbiamo considerare infatti che gli alimenti vegetali sono fonti proteiche di scarso valore nutrizionale e difficile digeribilità per cane e gatto. Nel seguire questo tipo di regime dietetico quindi potrebbero andare incontro ad effetti collaterali anche gravi nel lungo periodo.

Nonostante quindi condivida la scelta vegetariana/vegana per gli esseri umani, ci sta da chiedersi quanto sia moralmente accettabile imporre una scelta ai nostri cani e gatti che potrebbe danneggiarli in un futuro più o meno lontano.

Cani e gatti sono carnivori: cosa significa questo?

Cani e gatti sono carnivori. Per il cane, alcuni autori si prendono la libertà di denominarlo onnivoro, anche se scientificamente parlando è più corretto dire che si tratta di un carnivoro opportunista, ovvero parzialmente (e non in tutti i casi!) abile a digerire gli amidi. Il gatto viene invece definito carnivoro stretto, ovvero con esigenze nutrizionali ancora più vicine ai suoi antenati predatori.

Quando si parla dell’argomento cibo vegano/vegetariano per cane e gatto, spesso sento dire “ma nelle crocchette ci stanno gli amidi, quindi sono in grado di digerirli e quindi possiamo considerarli onnivori”. In realtà non è così.

La definizione di onnivoro o di carnivoro fa riferimento infatti alle capacità enzimatiche e metaboliche dell'organismo. I carnivori sono animali che ricavano il glucosio, combustibile necessario a tutti gli organismi per vivere, prevalentemente da proteine, poiché ne hanno le capacità, geneticamente determinate. In particolare, i carnivori “creano” glucosio a partire dalle proteine animali, che sono ricche di aminoacidi gluconeogenetici.

La divisione filogenetica tra carnivori, onnivori e erbivori non va cercata quindi banalmente nel “cosa mangiano in natura”, ma in queste vie metaboliche e nelle peculiarità anatomiche dell'animale.

Composizione degli alimenti vegetali: la chiave per comprendere

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La chiave per comprendere come mai cani e gatti non dovrebbero seguire un’alimentazione vegatariana/vegana, risiede in diversi aspetti. Sicuramente uno dei più importanti è la differente composizione aminoacidica tra proteine di origine animale e quelle di origine vegetale.

Gli alimenti di origine vegetale infatti, seppur ricchi di proteine come ad esempio nel caso della soia, sono poveri di aminoacidi essenziali per i nostri piccoli carnivori domestici. Questo vuol dire che a partire dai singoli mattoncini di cui ogni proteina vegetale è composta, cani e gatti non riescono a ricreare tutti i mattoncini necessari per la composizione del loro organismo.

Ovviamente il valore biologico basso delle proteine vegetali apre la porta a carenze nutrizionali di vario tipo. Questo potrebbe essere parzialmente ovviabile formulando una dieta vegetariana invece che vegana, inserendo quindi alimenti come uova e derivati del latte.

Contenuto di fibra, microbiota intestinale e altri fattori da considerare

Altri fattori da considerare quando si propone una dieta vegatariana/vegana sono il tenore di fibre e il corrispondente effetto sul microbiota intestinale. Sia che si scelga un’alimentazione commerciale che una fatta in casa infatti, le proteine vegetali vengono accompagnate da altri nutrienti presenti nella pianta, come fibra e fattori antinutrizionali.

Per quel che riguarda la fibra, anche se utilissima per i batteri intestinali, nei carnivori può ridurre l’assorbimento di altri nutrienti, velocizzando il transito attraverso l’intestino (già breve, essendo appunto carnivori) e dando luogo a fermentazioni anomale tutt’altro che prevedibili. Personalmente, ho seguito un caso anni fa di un cane che seguendo una dieta vegana era andato incontro ad una cirrosi epatica simile a quella che insorge negli alcolisti, probabilmente proprio a causa della fermentazione alcolica a livello intestinale.

Ultimo, ma non ultimo, le proteine vegetali si accompagnano spesso a fattori antinutrizionali di vario tipo, che ne diminuiscono la digeribilità e che possono avere un effetto sequestrante sui minerali, compromettendone l’assorbimento.

Diete commerciali vegeteriane o vegane possono risolvere questi problemi?

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Spesso la prima argomentazione che mi viene mossa è “ma esistono dei prodotti commerciali vegetariani/vegani, saranno stati provati, saranno sicuri!”. Si pensa che magari tutte le carenze e i difetti che abbiamo nominato fino a qui siano evitabili tramite delle integrazioni nutrizionali, opportunamente studiate. Bene, la risposta è “nì”. Sì, avete capito bene, proprio nì e vi spiego perché.

Nì perché è vero che esistono alimenti commerciali vegetariani e alcuni persino vegani, sia per cani che per gatti. Spinti dalla domanda sul mercato, le aziende si sono subito prestate a soddisfare le nostre richieste. Alcune aziende più serie hanno fatto dei test prima di mettere in commercio questi tipi particolari di pet food, ma sono stati tutti molto brevi (6 mesi), quando e se ci sono stati.  In un lasso di tempo così breve, non si valutano infatti gli effetti sul lungo termine.

A cadenza più o meno regolare comunque, sono stati pubblicati studi che, andando a valutare gli alimenti commerciali vegetariani/vegani. A questo proposito, già uno studio del 2004 evidenziava come 2 diete vegane per gatti esaminate fossero carenti anche di nutrienti sicuramente essenziali per la specie, come la taurina. Delle 3 diete per cane e 1 per gatto esaminate in uno studio del 2020, nessuna era completa e bilanciata: tutti avevano eccessi o carenze, ad esempio di metionina e arginina. Anche se gli studi sono molto ristretti (per carenze di fondi su argomenti di questo tipo purtroppo), in questi casi direi che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

Il dilemma etico riguardo il cibo vegetariano/vegano per cane e gatto

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L'eventuale scelta vegetariana/vegana per il nostro cane o gatto, sarà una scelta, come molte altre, che lui/lei subirà. Anche se tutta la nostra vita assieme a loro è costellata da tali scelta (vita indoor/outdoor, sterilizzazione/castrazione) è importante che chi compie questa scelta sappia che potrebbe arrecare dei danni, anche irreparabili, al suo compagno di vita, per tutte le ragioni elencate e riassunte sopra.

È doloroso, ve lo assicuro, quando chi compie questa scelta lo fa senza sapere che può andare a finire male. Doloroso perché spesso la si fa davvero in buona fede, pensando di non andare a intaccare la sicurezza della dieta, che si tratti solo di una scelta etica nei confronti degli altri animali, prede e ingredienti dell'alimentazione dei nostri carnivori.

Bisogna ragionarci quindi e discuterne con un buon professionista al riguardo, eventualmente considerando una dieta vegetariana, a base di uova o latticini, oppure un alimento commerciale a base di insetti, se questo incontra la nostra sensibilità.

Ultimissima valutazione, magari tutta mia, personale, ma che forse alcuni di voi potranno condividere. Abbiamo già visto cosa ha portato somministrare proteine animali ad animali erbivori: la sindrome della mucca pazza. Ora, se sovvertire l’ordine della natura in questo modo, ha portato nel lungo termine a effetti “indesiderati” non calcolati, quanto tempo ancora l'essere umano si considererà onnipotente? Non possiamo accettare l'ordine naturale delle cose e magari, se ci fa soffrire tanto, scegliere di condividere la nostra vita con un piccolo mammifero erbivoro, come il coniglio? Penso che l’imponderabile sia sempre dietro l’angolo ad aspettarci. Usare un principio di precauzione, anche in questo caso, non sarebbe a mio parere una scelta sbagliata.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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