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15 Agosto 2024
9:00

Cani e bambini: le regole per una convivenza sicura

La convivenza tra cani e bambini non è ovviamente possibile, ma ha bisogno di regole e di un monitoraggio costante. Tuttavia, dopotutto, la regola fondamentale è sempre quella del rispetto in entrambi i sensi.

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La convivenza tra bambini e cani è una caratteristica sempre più comune nelle famiglie italiane. I dati più recenti, secondo l’ultimo Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes, ci dicono che circa 4 italiani su 10 vivono con un cane e che soprattutto chi ha figli ha in casa anche un animale domestico. Il numero delle famiglie che considerano il cane parte integrante del proprio nucleo cresce ma se ci pensiamo da tempi remoti la convivenza con i “cuccioli umani” fa parte del percorso di co evoluzione con “il miglior amico dell’uomo”.

Sebbene queste osservazioni ci predispongono a pensare a una facilità nell’inserimento di un cane in una famiglia dove ci sono bambini o, viceversa, all’arrivo di un bebè quando già c’è un quattrozampe è invece bene ragionare su quali sono delle regole perché questa convivenza sia serena e sicura per tutti i soggetti del gruppo familiare.

Vedremo insieme nello specifico le varie ipotesi ma il consiglio in generale è uno: le interazioni tra cani e bambini vanno sempre monitorate perché, semplicemente, ogni soggetto agirà secondo le attitudini legate alla propria specie-specificità e in base al contesto in cui si vive. Sta a chi ha il ruolo di educare, nel senso di rendere edotti i più piccoli e il cane, dare le giuste indicazioni e evitare che i bimbi inconsapevolmente interagiscano con i loro compagni canini in modo scorretto. Anche al cane va insegnato che in una sistemica familiare ognuno ha il suo ruolo, lui compreso. In fondo la regola numero 1 per tutti è: rispetto.

Quando può iniziare la convivenza tra cani e bambini?

Cani e bambini possono convivere fin dalla nascita di questi ultimi e per quanto riguarda i primi si consiglia – qualora vogliate adottare un cucciolo – di aspettare che abbia compiuto i tre mesi d’età. Questo è già un primo passo per iniziare un percorso giusto rispetto alla decisione di prendere un cane quando si è appena avuto un bambino.

Un cane che abbia passato i primi mesi di vita con la propria mamma, in linea di massima, è infatti un piccolo individuo che dovrebbe aver imparato le basi dell’educazione sociale intraspecifica, come l’inibizione al morso ad esempio, e che ha avuto la possibilità di sperimentare la vita insieme ai suoi fratelli anche per conoscere le prime e importanti regole di comportamento “in società”.

Nulla osta, se non il buon senso e il fare una scelta consapevole, nel far entrare un cane in famiglia quando si è avuto un bimbo ma la domanda da porsi, in realtà, in questi frangenti è: si ha davvero il tempo per badare a due individui che hanno bisogno entrambi di noi come base sicura per iniziare il loro percorso di vita?

Ecco, se comunque è “sì” la risposta e volete assolutamente che vostro figlio cresca da subito in relazione con un quattrozampe, potreste pensare all’adozione di un cane adulto. Seguiti infatti da persone che propongono percorsi di adozione consapevole, e nei rifugi e nei canili in Italia ce ne sono tanti che hanno all’interno delle strutture anche degli educatori, potreste farvi consigliare soggetti di cui già si conosce il carattere e così facilitare l’inserimento in famiglia sapendo, ad esempio, che hanno già di loro una buona affiliazione con i cuccioli umani.

La questione del rapporto tra bambini e cani, del resto, si manifesta negativamente nella paura che gli animali possano aggredire i primi, soprattutto quando la cronaca rimanda orribili casi in cui purtroppo ciò accade. In linea di massima dietro quelli che sono comportamenti spesso percepiti da noi umani come eccessivi (e che lo sono, ovviamente, pensando alle tragedie che accadono) da parte dei cani si nascondono situazioni in cui è mancato il controllo degli adulti e la situazione è degenerata perché nessuno ha badato a elementi fondamentali come ad esempio la gestione delle risorse, la possessività del cane, l’incapacità dei bimbi di moderarsi nell’approccio, la tutela degli spazi e la mancanza di attenzione in generale durante le interazioni.

I benefici della convivenza con cani per i bambini

Secondo uno studio australiano condotto dalla professoressa Hayley E. Christian della “School of Population and Global Health & Telethon Kids Institute” dell’Università “Western Australia”, i bambini che vivono con animali domestici hanno meno problemi nelle interazioni con i loro simili, presentano meno disagi emotivi e hanno un migliore comportamento prosociale rispetto ai coetanei che non hanno un cane in casa con loro.

Lo studio ha analizzato bambini di età compresa tra 2 e 5 anni provenienti da famiglie con cani per scoprire che avevano comportamenti pro-sociali molto più evidenti rispetto ai coetanei come una maggiore capacità di condivisione e cooperazione e avevano meno probabilità di avere problemi di condotta a scuola. Christian ha precisato nello studio che gli impatti benefici per i bambini avevano molto a che fare con la frequenza con cui giocavano o portavano a spasso il loro cane di famiglia, ma persino i ricercatori sono rimasti sorpresi dalla forza dei risultati. «Mentre ci aspettavamo che vivere con un cane avrebbe fornito alcuni benefici per il benessere dei più piccoli, siamo rimasti sorpresi che la semplice presenza di un cane di famiglia fosse associata anche a molti comportamenti ed emozioni positive».

Un altro studio, condotto in Giappone dai ricercatori del Centro per le Scienze ambientali e Sanitarie dell’Università di Hokkaido, ha portato alla conclusione che «considerata la possibile associazione positiva tra lo sviluppo infantile nella prima infanzia e la presenza di un cane in famiglia, vivere con un cane può essere un fattore importante da considerare nella valutazione dello sviluppo del bambino».

Altri esperti nel 2020 si sono posti la domanda che ha dato titolo a uno studio pubblicato sulla National Library Medicine: “Bambini e cani sono i migliori amici? Una revisione approfondita per esplorare gli effetti positivi e negativi delle interazioni bambino-cane”.

Dalle loro sperimentazioni la risposta è risultata genericamente positiva, ma soprattutto per i piccoli umani più che per i cani e comunque non per tutti i bambini. «Abbiamo trovato prove di un'associazione tra l'interazione infantile con i cani e una serie di benefici come l'aumento delle attività fisiche, una riduzione dello stress e lo sviluppo dell'empatia», scrivono infatti i ricercatori che sottolineano anche che «tuttavia, sono stati identificati anche diversi effetti negativi sia per gli esseri umani che per i cani. I bambini sono la popolazione più a rischio per quanto riguarda i morsi di cane e le zoonosi trasmesse dai cani, che possono portare a lesioni/malattie, una successiva paura dei cani o persino la morte. Inoltre, il lutto per un animale domestico è generalmente inevitabile quando si vive con un compagno canino e non dovrebbe essere banalizzato».

Per quanto riguarda il lato canino della relazione, i ricercatori hanno evidenziato che «i bambini a volte prendono parte a comportamenti di cura nei confronti dei cani, come nutrirli o andare a passeggio. Questi rappresentano opportunità per i cani di liberarsi all'aperto, ma anche di fare esercizio e socializzare. Al contrario, una mancanza di attività fisica può portare all'insorgenza di obesità sia nei cani che nei bambini. I cani possono presentare livelli maggiori di stress in presenza di bambini. Infine, il benessere dei cani da assistenza, da terapia e liberi di girovagare che possono interagire con i bambini rimane poco esplorato. Nel complesso, sembra che i benefici delle interazioni bambino-cane superino i rischi per i bambini, ma non per i cani».

Esistono razze "pericolose" e cani più adatti ai bambini?

Il concetto di “razza pericolosa” appartiene a un’idea scorretta del rapporto con il cane. Esistono cani che hanno sensibilità diverse, caratteri diversi e motivazioni più o meno spinte soprattutto a causa della selezione operata dagli uomini.

Nella mente delle persone, soprattutto per la casistica di episodi denunciati, i Terrier di Tipo Bull sono ad esempio cani considerati pericolosi in generale e ancora di più se messi accanto a dei minori. Ma ci sono tantissimi Pitbull o Amstaff che vivono serenamente in compagnia dei loro amici umani più piccoli a cui sono emotivamente legati in un rapporto sano e in cui, sostanzialmente, vi è stata una guida sicura, autorevole e affettuosa da parte degli adulti della famiglia.

Dunque qui su Kodami ci sentiamo di dire che ci sono sì cani più adatti alla vita in famiglia ma semplicemente per chi è alle prime esperienze e per evitare anche che vi siano incomprensioni che subisce anche l’animale.

Perché poi pur volendo consigliare una razza selezionata proprio per essere affiliativa e docile con l’uomo come il Cavalier King, bisogna essere chiari nel dire che ciò non vuol dire che quel cane poi venga trattato come un giocattolo dai bambini. Ciò che intendiamo è che “un cane adatto ai bambini” è un cane che vive sereno, la cui tranquillità dipende principalmente dal contesto e dalle persone con cui condivide la vita.

Il cane può trasmettere malattie al bambino?

Sulla trasmissione di malattie da parte dei cani a bambini (e in generale agli esseri umani) bisogna dare una risposta chiara: è davvero rarissimo che accada. Ma questa valutazione la si può fare proprio perché deve essere legata al dato di fatto che nel nostro mondo occidentale, attraverso le vaccinazioni e la cura dell’igiene che fa parte ormai della società, malattie come la rabbia o altre che citeremo non sono più endemiche o non sono diffuse al punto tale da far ammalare i nostri cani e arrivare a trasmettercele.

Partendo proprio dalla rabbia, in Italia non vi è nemmeno più l’obbligo di vaccinare il cane a meno che non si debba andare in uno stato estero. Altra zoonosi è la leptospirosi che i cani prendono da un vettore esterno (animali selvatici) e che possono a loro volta poi trasmettere agli uomini. Anche questa patologia è molto rara nelle persone, proprio per la prevenzione che viene fatta tramite vaccino e si cura con farmaci antibiotici.

Per quanto riguarda zecche e pulci e altri parassiti, anche in questo caso una profilassi corretta per il cane (fialette, collari e altre forme di antiparassitari) crea una barriera sicura anche per la prossimità agli esseri umani. Prevenzione e igiene sono anche le parole chiave per le micosi (la tigna del cane) e per parassiti intestinali che depositano le uova nelle feci del cane (tenia).

L'arrivo del neonato in casa

Come ha scritto su Kodami l’istruttore cinofilo David Morettini è molto importante, poi, quando un bimbo arriva in casa e c’è già un cane mettere in pratica delle buone prassi ma che riguardano strettamente le varie fasi di convivenza in base all’età del bambino.

L’istruttore infatti sottolinea che «fra i consigli più comuni troviamo l'inserimento preventivo di passeggini e carrozzine, così come l’introduzione di bambolotti a forma di neonato, allo scopo di rendere familiare l’immagine del bambino ancora prima del suo arrivo. Non ultima la pratica molto diffusa, di far annusare al cane, subito dopo il parto, un pannolino usato, così da abituarlo agli odori del bambino”.

Ma queste “regole” che spesso vengono messe in pratica rischiano in realtà di far focalizzare troppo il cane sul nuovo soggetto mentre la cosa da fare è capire prima di tutto chi è quel cane e se dovesse essere, ad esempio, un individuo con una spiccata motivazione predatoria o possessiva è chiaramente un dovere vigilare ad esempio i momenti di riposo dell’uno e dell’altro, quelli di contatto o quando il bimbo prenderà gli oggetti del cane e far comprendere a quest’ultimo che il nuovo arrivato non è un “pericolo” e al bimbo insegnare il rispetto verso il suo “fratello” che però appartiene a un’altra specie.

Ciò che è bene fare, in ogni caso, è dunque accompagnare il cane alla scoperta del nuovo arrivato e non far diminuire le attenzioni nei suoi confronti spostando tutta la concentrazione solo sul bambino.

Cani e bambini: l'importanza delle regole

Sì, dare e darsi delle regole è importante, a maggior ragione quando i bimbi crescono e cresce anche il desiderio di stringere il contatto con il cane e ci si ritroverà in una situazione in cui vanno monitorati due soggetti dotati ora entrambi della capacità di spostarsi in autonomia.

Un bimbo tendenzialmente non ha intenzioni “bellicose” nei confronti del cane ad esempio quando lo tocca in modo maldestro ma il suo compagno canino potrebbe arrivare ad infastidirsi e dirlo chiaramente, ad esempio con un ringhio, se nessuno interviene per spiegare al piccolo umano come e quando accarezzarlo.

Ricordiamo che i cani sono molto tolleranti, hanno imparato meglio di noi a capire la nostra comunicazione ma può anche accadere che ad esempio un animale soffra in un determinato punto e venga toccato malamente proprio lì. È una ipotesi in cui la reazione è al di là dell’intenzione di causare un danno al bambino, chiaramente, e solo aver spiegato al piccolo di casa come sta il suo amico e quali sono le cose in generale che gradisce o meno può essere il consiglio migliore sulle regole da mettere in campo.

Ciò che va fatto, per tirare le somme su un argomento vasto e delicato, deve essere funzionale al benessere e alla sicurezza di tutti i componenti della famiglia. Possiamo concludere, però, ricordando un vecchio modo di dire come esempio di una regola che vale sempre: “non svegliare il cane che dorme”.

«Un bambino dovrà subito capire bene che il cane non è un oggetto sempre nelle sue disponibilità – ha specificato anche David Morettini sempre su Kodami – Il nostro cane è un essere senziente che come tale ha dei cicli di attivazione/risposo e va rispettato quando si trova sulla sua cuccia o in un luogo di privacy. Il cane soprattutto quando adulto rappresenta un argine concreto alle attivazioni turbolente dei bambini».

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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