Le guardie zoofile Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), in collaborazione con l’Asl, hanno sequestrato tre segugi gravemente denutriti, senza libretti di vaccinazioni e detenuti in box fatiscenti nella zona di Acqui Terme, in provincia di Alessandria. Nella stessa operazione è stato sequestrato anche un coniglio.
Il proprietario del terreno, un cacciatore, è stato denunciato per maltrattamento mentre i cani sono stati affidati alle cure del canile municipale di Acqui Terme.
«Abbiamo trovato cinque segugi in un terreno adibito a deposito per attrezzi – spiega Cristina Destro, coordinatrice del Nucleo delle guardie zoofile Oipa di Alessandria e provincia – vivevano in singoli recinti ricoperti delle loro deiezioni e senza cucce coibentate. Tre di loro erano visibilmente sottopeso e uno soffriva anche di un’evidente ernia, come attestato dal veterinario dell’Asl intervenuto sul posto. Li abbiamo dunque sequestrati, lasciando delle prescrizioni per migliorare la detenzione degli altri due».
Nel terreno oggetto dell’operazione di Oipa sono stati trovati anche conigli e galline, tutti in condizioni al limite, come spiega Cristina Destro: «I conigli, ricoperti da escrementi, privi di cibo e di acqua, erano chiusi all’ interno di gabbie, più conigli in una gabbia. Abbiamo lasciato delle prescrizioni anche per loro, sequestrandone solo uno. Torneremo a controllare che siano osservate. Se così non sarà, valuteremo anche il loro sequestro».
Il caso di Acqui Terme ricorda quello di San Vincenzo, in provincia di Livorno. Anche in quel caso furono trovati due cani (uno dei quali era proprio un segugio) chiusi in gabbie e alimentati solamente con pane raffermo. Il tutto in condizioni igieniche al limite.
Una condizione purtroppo molto diffusa nel mondo della caccia quando cani non più considerati idonei per l’attività venatoria vengono tenuti in vita a stento senza la minima cura per la loro salute psicofisica.
Il reato di abbandono di animali è punito dall’articolo 727 del Codice Penale sia un’ammenda pecuniaria da 1.000 a 10.000 euro, sia con l’arresto fino a un anno: “Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”.
Gli articoli 544 bis e ter, invece, puniscono il maltrattamento di animali: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni” e “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. La pena per il maltrattamento aumenta della metà se dalla condotta ne deriva la morte dell’animale.