La collaborazione tra uomo e cane, si sa, è uno dei punti di forza della coesistenza tra le due specie. I cani ci aiutano da millenni nella caccia, nelle attività di controllo dei territori, di protezione delle greggi e di ricerca delle vittime a seguito delle catastrofi. Negli ultimi anni poi, la loro grande capacità comunicativa e di lettura delle nostre emozioni, ha fatto in modo che cominciassero ad accompagnarci anche nelle attività di pet therapy, come supporto per le persone più in difficoltà. Ma non è finita qui: un'altra attività che sempre più spesso uomini e cani praticano insieme è il salvataggio in acqua. Andiamo a vedere quali sono le razze più adatte per questo compito, sia dal punto di vista della struttura fisica sia per le spinte motivazionali che li contraddistinguono e scopriamo come fare per intraprendere il percorso per diventare "cani bagnino".
Cani da salvataggio in acqua: le razze più adatte
Per svolgere questo delicato compito è indispensabile che il cane sia adatto dal punto di vista morfologico e abbia quindi una struttura corporea che gli permetta di sostenere la fatica ed un mantello in grado di tutelarlo dal freddo causato dal tempo passato in acqua. Inoltre non bisogna dimenticare che, affinché il cane possa svolgere questo mestiere con piacere, è indispensabile che vi sia un interesse dettato dallo spettro motivazionale che lo contraddistingue: collaborazione quindi, ma anche interesse per il riporto e desiderio di prendersi cura del prossimo.
Labrador Retriever
La penisola del Labrador, nel Canada Nord orientale, è ricchissima di laghi di origine glaciale e di acquitrini, proprio per questo motivo la razza che ne prende il nome è estremamente adatta alla collaborazione con l'uomo in ambienti acquatici. L'antenato di questi cani era il cane di St. John, il rustico aiutante dei pescatori, che recuperava i pesci persi dalle reti nelle fredde acque tra la Penisola del Labrador e l'isola di Terranova che, guarda caso, dà il nome ad un altro cane conosciuto come ottimo nuotatore. A rendere il Labrador Retriever uno dei cani più adatti a soccorrere le persone in acqua è l'unione delle motivazioni collaborativa, affiliativa e sillegica, con la struttura forte e muscolosa coperta da un mantello corto ma soprattutto da un fitto sottopelo resistente alle intemperie che impedisce ai Labrador di soffrire il freddo anche se bagnati.
Motivazioni prevalenti: sociale, collaborativa, affiliativa, sillegica, epimeletica.
Golden Retriever
Il Golden Retriever viene spesso considerato il cane perfetto per le famiglie ma anche lui, come il Labrador è un cane dotato delle motivazioni e della corporatura adatta al soccorso in acqua. Questa popolare razza di taglia media nasce in Scozia, nella metà del XVIII Secolo, dove veniva utilizzato per la caccia della selvaggina in ambienti inaccessibili e impervi. Grazie alla sua motivazione collaborativa unita a quella sillegica, come il Labrador anche il Golden, è un amante del riporto. Inoltre, come le altre razze particolarmente adatte a svolgere il lavoro dei bagnini, anche loro sono dotati di zampe palmate che aiutano a nuotare in maniera più efficace, pelo idrorepellente che protegge dal freddo e coda potente in grado di aiutare a dare la direzione al corpo in acqua.
Motivazioni prevalenti: sociale, collaborativa, affiliativa, sillegica, epimeletica.
Terranova
Un'altra razza dotata di una spontanea motivazione collaborativa è il Terranova. Rispetto ai Labrador e ai Golden Retriever, questi cani raggiungono dimensioni decisamente superiori, rientrano infatti tra le razze più grandi. Un Terranova può arrivare a pesare anche 75 chili ma questo non gli impedisce di essere un agile nuotatore. Il Terranova è un grande amante dell'acqua e ciò che lo contraddistingue è la sua capacità polmonare grazie alla quale può nuotare anche molto a lungo. Le origini quasi polari di questo molossoide lo hanno reso un cane in grado di gestire molto bene le basse temperature anche in acqua grazie alla struttura estremamente solida. Questa razza, insieme al Labrador, è stato inoltre il primo cane in ordine cronologico ad essere utilizzato per il compito del soccorso in acqua. Una particolare attenzione per questa razza: la sua motivazione protettiva potrebbe portarlo a voler soccorrere anche chi non ne ha realmente bisogno.
Motivazioni prevalenti: territoriale, protettiva, affiliativa, collaborativa, sillegica.
Come vengono addestrati i cani da soccorso?
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In Italia esistono diverse scuole che si occupano di addestrare i cani a svolgere questo specifico compito. Per sceglierla è ovviamente indispensabile verificare che si tratti di un istituto riconosciuto a livello nazionale e che rilasci i necessari brevetti. Sarà inoltre importante chiedere informazioni riguardo l'approccio che viene utilizzato in fase di addestramento, in modo da poter evitare le strutture che non mettono al primo posto il benessere psicofisico dell'animale. Se è vero che alcune razze sono particolarmente predisposte per questa professione, è anche vero che non tutti gli individui amano fare le stesse cose, per questo motivo sarà inoltre fondamentale verificare l'effettivo interesse del vostro cane nello svolgere questo genere di attività. Allo stesso modo inoltre, non è da escludere che anche cani appartenenti ad altre razze e ad incroci di razze siano portati e apprezzino svolgere il mestiere del cane da soccorso.
Il lavoro collaborativo dei binomi di soccorritori necessita prima di tutto di una forte relazione tra il conduttore e l'animale e questa si genera soprattutto condividendo esperienze e affrontando l'addestramento come un momento piacevole che andrà svolto gradualmente e seguendo le necessità del cane. Gli istruttori consigliano di iniziare a svolgere le prime attività a partire dai 5 mesi di età, ma non si tratta di un obbligo, esistono infatti cani che iniziano l'addestramento da adulti dando comunque ottimi risultati.
La prima parte del corso comprende generalmente l'addestramento a terra con e senza guinzaglio, ma in questa fase ci si occupa anche dell'educazione di base e della socializzazione con gli altri cani, fattore indispensabile affinché l'animale sia in grado di lavorare affianco all'uomo nonostante la presenza di simili. Durante la seconda parte del corso il cane e il conduttore impareranno invece le tecniche di intervento in acqua necessarie per ottenere il brevetto di salvataggio.
La durata media del percorso di addestramento è di circa 12 mesi, ma dipende da diversi fattori, tra cui l'impegno, la fiducia reciproca interna al binomio, la capacità comunicativa, l'affidabilità e soprattutto la collaborazione tra i due coraggiosi futuri soccorritori.