Un gruppo di pastori maremmani ha aggredito un cane e la sua umana nei pressi della loro casa a Cava de' Tirreni, nel Salernitano. Il tre aprile il meticcio di piccola taglia stava passeggiando non lontano dall'abitazione quando in breve tempo è stato accerchiato da un gruppo di cinque pastori maremmani.
Ne è scaturita una lite ai danni del piccolo meticcio e solo il coraggio dimostrato dalla donna ha evitato il peggio: «È andata verso il gruppo armata di bastone. Con le urla e la forza i cani si sono allontanati. Il meticcio è stato portato in clinica veterinaria dove si trova tutt'ora in attesa di ristabilirsi», spiega a Kodami il maresciallo dell'Anpana Vincenzo Senatore, responsabile delle Guardie Zoofile di Salerno che sono intervenute a seguito delle richieste di aiuto della vittima.
«Ciò che è accaduto a San Pietro-Croce non è un episodio isolato, né il più grave», sottolinea Senatore. Già l'anno scorso il medesimo gruppo aveva attaccato un altro piccolo meticcio della zona. Per lui, però, la corsa in clinica veterinaria si rivelò inutile.
«Da anni la zona è abbandonata a se stessa – rivela Senatore – la legge è assente e le persone hanno paura di denunciare a causa degli atti intimidatori dei pastori locali. Nei fatti i maremmani vivono sul terreno di uno di loro senza essere mai stati microchippati né registrati».
In questa testimonianza è possibile ritrovare l'eco di una vicenda dall'esito ancora più tragico, quella di Satriano. È in questo paese della provincia catanzarese che la ventenne Simona Cavallaro nell'agosto del 2021 è stata ferita a morte dal gruppo di cani di un pastore locale. L'uomo, secondo l'ipotesi avanzata dalla Procura di Catanzaro, sarebbe responsabile per l'omicidio colposo della giovane per aver lasciato i cani da soli a guardia del gregge.
Ai fatti di Satriano Kodami ha dedicato una video inchiesta in cui attraverso il contributo di esperti e testimoni diretti sono state ricostruite le fasi antecedenti e successive al momento della morte. Tra gli aspetti messi in luce dall'inchiesta c'è anche il limbo in cui sono finiti i 13 cani di Satriano, rinchiusi in canile da quella tragica estate e destinati a una vita dietro le sbarre mentre la giustizia fa il suo corso nei confronti del pastore.
Per evitare il ripetersi di una nuova Satriano, le Guardie zoofile di Salerno si sono rivolte al sindaco Vincenzo Servalli. «Ieri abbiamo inviato una comunicazione ufficiale in cui chiediamo formalmente all'amministrazione comunale di assumere provvedimenti urgenti nei confronti dei pastori – annuncia il Maresciallo – Bisogna agire adesso che la vittima ha denunciato uno di essi per omessa custodia di animali, introduzione e abbandono di animali in fondo altrui e pascolo abusivo».
Le Guardie zoofile hanno inviato la notizia di reato alla Procura di Nocera Inferiore, e intanto continuano a vigilare. «Il problema non sono i cani, loro stessi portano i segni di una vita di abbandono e se agiscono in questo modo è per il modo in cui sono tenuti», sottolinea Senatore.